Iran, ancora un anno di carcere per Nazanin Zaghari-Ratcliffe
27 Aprile 2021Nuovo arresto in Iran per Nazanin Zaghari-Ratcliffe, l’anglo iraniana accusata di propaganda contro la Repubblica islamica.
Iran, ancora un anno di carcere per Nazanin Zaghari-Ratcliffe
Conndanata ad un altro anno di carcere Nazanin Zaghari-Ratcliffe, cittadina di doppia nazionalità britannica e iraniana, arrestata in iran nel 2016 con l’accusa di “propaganda contro la Repubblica islamica”.
E il suo avvocato, Hojaat Kermani, ha reso noto che alla nuova sentenza si aggiunge un ulteriore anno in cui alla donna, che lavora per la Fondazione Thomson Reuters, sarà proibito di lasciare il paese.
Nazanin, quindi, che sembra finita al centro di un complesso braccio di ferro diplomatico tra Regno Unito e Iran, rimarrà bloccata a Teheran fino alla primavera del 2023.
Downing Street ha immediatamente reagito alla condanna. Il premier britannico, Boris Johnson, ha dichiarato la nuova sentenza “completamente ingiusta” ed ha affermato che il governo “sta lavorando molto duramente per garantire il suo rilascio dall’Iran”.
Anche il ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab, ha descritto la nuova condanna come “totalmente disumana” e il divieto di espatrio “del tutto ingiustificato”.
La storia di Nazanin Zaghari-Ratcliffe
Project manager della Thomson Reuters Foundation, ong inglese impegnata a promuovere la libertà dei media, Nazanin è stata arrestata all’aeroporto Imam Khomeini a Teheran a marzo del 2016. La donna tornava nel Regno Unito dopo aver passato il Capodanno iraniano con i suoi genitori e sua figlia Gabrielle.
Dopo l’arresto Nazanin è stata subito messa in isolamento per otto mesi e mezzo e sembra sia stata sottoposta a brutali interrogatori. Inoltre, le è stato impedito di avere contatti con il suo avvocato e ha avuto incontri molto limitati con la sua famiglia.
A settembre dello stesso anno è stata condannata a cinque anni di carcere con l’accusa di aver “cospirato contro il governo iraniano”. Accuse che Nazanin e i suoi avvocati hanno sempre respinto.
La donna ha finito di scontare la pena agli arresti domiciliari a marzo 2021 dopo che, la primavera scorsa, l’Iran aveva temporaneamente deciso di rilasciare 54mila detenuti per timore di diffusione del coronavirus nelle carceri del paese.
Ma adesso l’incubo ricomincia. Poco dopo aver rimosso il braccialetto elettronico, Nazanin è stata nuovamente convocata in tribunale con l’accusa questa volta di aver partecipato 12 anni fa ad una protesta antigovernativa davanti all’ambasciata iraniana a Londra.
E dopo un breve processo celebrato il 14 marzo, le autorità iraniane hanno deciso di tenerla ancora prigioniera.
Una pedina di scambio?
Richard Ratcliffe, marito di Nazanin, sostiene che la moglie sia tenuta in ostaggio per un debito di 400 milioni di sterline che il Regno Unito dovrebbe restituire a Teheran per una mancata consegna di carri armati all’Iran nel 1979.
Una disputa per lo più riconosciuta dai tribunali inglesi, ma la cui risoluzione è ulteriormente bloccata dai colloqui in corso a Vienna su un riavvicinamento all’accordo sui nucleari tra Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea. L’accordo di Vienna prevede un allentamento del programma nucleare militare iraniano in cambio della rimozione di alcune delle sanzioni internazionali imposte contro il Paese.
E mentre Boris Johnson promette di “raddoppiare gli sforzi per farla tornare nel Regno Unito”, anche con l’aiuto degli Stati Uniti, Richard Ratcliffe sostiene che la nuova condanna della moglie è “chiaramente una tattica di negoziazione” da parte delle autorità iraniane rispetto a questi colloqui.
Infatti, molti gruppi di diritti umani accusano l’Iran di detenere i cittadini con doppia nazionalità come pedine di scambio per risolvere le dispute con vari paesi. Per questo molti governi sconsigliano a questi cittadini di recarsi in Iran.
Anche Saddiq Khan, sindaco di Londra, accusa il governo britannico di non star facendo abbastanza per salvare Nazanin. Tulip Siddiq, parlamentare laburista della circoscrizione dei Zaghari-Ratcliffe, ha detto su Twitter: “E’ devastante vedere che Nazanin continua ad essere arbitrariamente usata come un pedina di scambio”.
Nel 2019, il governo britannico aveva garantito a Nazanin protezione diplomatica ma con nessun risultato visto che il governo iraniano non riconosce la doppia nazionalità.
Gravi condizioni di salute
Una recente valutazione medica effettuata da Redress, una Ong per i diritti umani, ha dichiarato che Nazanin soffre di un disturbo post-traumatico da stress e depressione causati dalle “esperienze traumatizzati nelle carceri dell’Iran” e dell’incertezza sul suo destino.
“Temiamo che tornare in prigione sarà troppo per Nazanin da sopportare” dice Kate Allen, la direttrice di Amnesty International UK alla BBC.