La “grande munnezza”: verdiniani e alfaniani “usurai parlamentari”
24 Ottobre 2017Lavorano nell’ombra in Parlamento e appaiono dal nulla travestiti da magnanimi benefattori: prestano voti in cambio di gloria o di affarucci di bottega.
Lavorano nell’ombra. E in silenzio. Tutti sanno che esistono ma riescono a riconoscerli soltanto quelli che li hanno già frequentati. Sempre uguale il copione: solitamente nel momento del bisogno appaiono come dal nulla agli occhi dei disgraziati di turno. E compaiono travestiti da magnanimi benefattori, da salvatori di situazioni disperate. Sono gli usurai, mestiere antico dall’antica parte nella umana commedia. Prestano soldi in cambio delle future dannazioni delle rispettive vittime in seguito alla perdita di ciò che resta di fortune o di attività.
Ma non tutti gli usurai sono di tipo strettamente “economico”. La degenerazione della politica ha infatti prodotto gli “usurai parlamentari“. Sono quelli che senza tema di smentita possono essere indicati come “verdiniani”. Razza bronzea, li avrebbe catalogati Platone…
I “verdiniani”, nuova categoria di “usurai parlamentari”
Si tratta di una nuova categoria di “cravattari”. I “verdiniani” – per farla in breve – sono quelli al servizio esclusivo dei rispettivi interessi. Il Paese non è presente nei loro pensieri.
Nel momento del bisogno i “verdiniani” prestano voti e non soldi a chi governa in cambio dell’immortalità parlamentare e di qualche affaruccio di bottega.
Basta guardarli in volto per farsi una idea dello spessore etico-morale di costoro. Personaggi per certi versi lombrosiani.
I “verdiniani” costituiscono quella banda – oggi in auge presso Palazzo Chigi – guidata da un impresentabile bancarottiere e imbottita di opportunisti trasformisti in affari con la cosiddetta società civile.
E’ la stessa banda pronta a scattare in soccorso dell’ormai sputtanato Paolo Gentiloni per l’approvazione del Rosatellum, la nuova legge elettorale che assicurerà al pregiudicato capobanda Denis Verdini una candidatura all’Estero e a Matteuccio Renzi il posto di capo cameriere nella villa di Arcore al servizio di Silvio.
Dai “verdiniani” agli “alfaniani”.
Si è depurato parte del letame moderato-centrista che da anni ha inquinato le Aule parlamentari. Già perché accanto agli usurai “verdininiani” (tuttora clandestini perché non ancora ufficializzati come parte della maggioranza governativa) fanno bella mostra di sé gli ex “usurai parlamentari” alfaniani. Ormai l’Angelino da Agrigento e i suoi uomini lavorano alla luce del sole in quanto riciclatisi in “banca cooperativa prestavoti” dopo l’ingresso ufficiale nella maggioranza di governo.
Turatevi il naso. E aspettate pazientemente l’appuntamento con le urne. Questa è una grande monnezza che può avvelenare a lungo l’ambiente…