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La vittoria di Trump e la battaglia di Marzia Bronchia

La vittoria di Trump e la battaglia di Marzia Bronchia

16 Novembre 2016 0 Di Enrico Zini

La visione della donna del neo presidente Donald Trump e l’eroica donna Marzia Bronchia, che nel 132 a. C. incitò i pisani a resistere all’assedio e a scacciare gli invasori Liguri.

La vittoria di Trump e la battaglia di Marzia Bronchia

Mercoledì 9 novembre, a sorpresa, e senza avere la maggioranza dei voti espressi dalla popolazione ma solo quella derivante dal sistema elettorale che privilegia l’affermazione nei singoli Stati, Donald Trump ha vinto sulla candidata democratica Hillary Clinton. Quanto realizzerà di ciò che ha promesso e minacciato in campagna elettorale, è ancora presto per dirlo. 

Di certo per le minoranze e per le donne non si annunciano tempi facili. Infatti, oltre alle numerose sparate sugli immigrati, Trump è diventato famoso anche per quelle sulle donne.

Da molte delle dichiarazioni del neo presidente il ritratto che viene fuori della donna non è proprio rassicurante. Trump sembra dividere il genere femminile tra le brutte o non molte simpatiche che sono oche, come Megyn Kelly giornalista della Fox, maiale, grasse, cagne, sciattone e quant’altro v’è di disgustoso e le “giovani e splendide gnocche” (come ha definito sua moglie) che, per la maggior parte, sono comunque degli esseri manipolatori e ingannatori che mirano solo ai soldi degli uomini.

Non troppo incoraggianti i suoi Twitter sull’argomento. In uno del 2015 il non ancora presidente metteva in dubbio le qualità della Clinton a guidare l’America in base alla sua supposta incapacità di non soddisfare il marito, mentre nel maggio del 2013 a proposito delle numerose aggressioni e violenze sessuali nelle forze armate commentò:

Che cosa questi geni si aspettano quando mettono donne e uomini insieme?

Passando dai social ad altre forme di comunicazione la musica non cambia, anzi, forse, peggiora.

Infatti, nel libro “The art of being the Donald” del 2005 il magnate afferma:

Il pezzo che preferisco di Pulp Fiction è quando Sam tira fuori la pistola a cena e intima alla fidanzata di stare zitta. Dire a quella zoccola di stare calma. Dire: ‘Puttana, datti una calmata’. Amo queste frasi.

Dulcis in fundo non si può dimenticare il video diffuso dal Washington Post che risale al 2005 nel quale Trump afferma che le donne, “se sei una star”, (sessualmente) si lasciano fare di tutto.

Il neo presidente afferma di essere oggi un uomo diverso, lo vedremo con quale rispetto si rapporterà ai diritti dell’altra metà del cielo. Quel che è certo è che di tenore ben diverso sono le parole pronunciate dopo la sconfitta dalla Clinton che alle donne, e in particolare alle giovani, raccomanda:

Non dubitate mai di voi. Siete preziose, potenti e meritevoli di tutte le opportunità del mondo di perseguire e raggiungere i vostri sogni. Realizzate il vostro potenziale e i vostri sogni.

E continua invitando tutti a non smettere mai di credere che vale la pena lottare per ciò che è giusto. Ne vale la pena perché un giorno, ha concluso la Clinton, qualcuna riuscirà a rompere quel tetto di cristallo che ha impedito a una donna di salire sul tetto del mondo.

Una donna che, nella nostra città di Pisa, non smise di lottare, ma anzi brandì le armi quando il suo uomo le aveva deposte, fu Marzia Bronchia. Narra Paolo Tronci nei suoi Annali Pisani che, durante l’assedio di Pisa nel 193 a.c. da parte dei Liguri, grazie al tradimento di un tal Cluenzio Trentino, i Liguri riuscirono a entrare nella città nel colmo della notte per la porta che usciva sopra il ponte d’ Ozzori, di cui stava a guardia.

Questi assaltarono il palazzo prendendo di sorpresa i Pisani che furono uccisi o messi in fuga. Tra questi ultimi vi era Marco Bronchio la cui corsa fu fermata dalla giovane e bellissima moglie Marzia (come dice Guccini, gli eroi son tutti giovani e belli). Essa lo rimproverò per la sua vigliaccheria rivolgendogli queste parole:

Bene io voglio morire perché non muoia con me il mio onore; mi sforzerò perché non muoiano senza vendetta e con me non [periscano] anche la mia patria e i miei figli.

Detto questo, dopo aver indossato le armi del marito, si scagliò furibonda laddove più fitta era la calca dei nemici e più urgente il pericolo.

Colpiti dal suo coraggio e pieni di vergogna, tutti i fuggitivi tornarono indietro respingendo i Liguri prima dalla città, con l’aiuto dei cittadini che dai tetti e dalle finestre gettavano d’ogni cosa, e poi perfino dai loro accampamenti.

Rivelano gli Annali che Marzia fu portata in trionfo per le vie della città e il Senato decretò solennemente che le fosse innalzata una statua alla porta del palazzo pretoriano affinché il nome della liberatrice di Pisa non perisse cogli anni, ma restasse alle sue concittadine siccome stupendo esempio di femminile intrepidezza e di amore per la patria.

Trump, da mercoledì, è l’uomo più potente del mondo dal quale, secondo le sue stesse parole, le donne si lasceranno fare tutto. Per questo, ora più che mai, è importante, come ha fatto la Clinton, ricordare, in particolare, alle donne di non dubitare mai di se stesse e di non smettere mai di lottare, proprio come Marzia Bronchia che lottò per il suo onore, per i suoi figli e per la sua patria prendendo il posto del suo uomo che aveva deposto le armi.

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