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L’accordo c’è, manca il premier. 5s e Lega temono restare ostaggi del Quirinale

L’accordo c’è, manca il premier. 5s e Lega temono restare ostaggi del Quirinale

13 Maggio 2018 0 Di Marino Marquardt

I messaggi trasversali calati dall’alto insospettiscono Luigi Di Maio e Matteo Salvini. L’accordo sul contratto di governo c’è, manca solo il premier.

L’inconfessabile tentazione di far saltare il tavolo e di lasciare la patata bollente nelle mani di Mattarella…

A dirla in breve c’è accordo tra M5s e Lega sui punti del contratto di governo ma manca l’intesa sul nome del premier, vale a dire sul nome di chi dovrà gestire il programma comune.

I messaggi calati dall’alto suggeriscono un premier tecnico dalla riconosciuta competenza presso gli ambienti internazionali.

Un paletto di fronte al quale Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono ben consci del pericolo di finire ostaggi del Quirinale e di quanti temono l’azione del governo gialloverde.

In questo contesto trova spazio il non detto, l’inconfessabile.

Come ad esempio la tentazione dei Due di far saltare il tavolo e di lasciare la patata bollente nelle mani del Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Ma non è tutto. Non è soltanto il nome del premier a complicare il quadro.

Di fatto chiuso con reciproca soddisfazione il contratto di governo, il problema di Luigi Di Maio e Matteo Salvini sarà quello di trovare il modo di far giungere al più presto possibile i soldi ai destinatari delle rispettive promesse elettorali.

Indirettamente attraverso la Flat tax o in modo diretto attraverso il Reddito di cittadinanza.

Su questo terreno Di Maio e Salvini si giocano faccia e credibilità, il prender tempo significherebbe per Entrambi votarsi al suicidio politico.

Poveri e disoccupati dopo le promesse ora vogliono sentire il profumo dei soldi

Unitamente alla modifica della Fornero, Reddito di cittadinanza e Flat tax sono le promesse più costose della storia dell’Italia repubblicana.

Disattenderle significherebbe per i Leader di M5s e Lega dismettere i panni di Robin Hood e indossare quelli degli Quaquaraquà. Poveri e disoccupati vogliono sentire il profumo dei soldi. Ora si impegnino a fare presto, già si è perso troppo tempo.

 

E’ una scommessa politica mortale per i Due Leader, vietato sbagliare. Non a caso con lussurioso sadismo bulimico Silvio Berlusconi e Matteo Renzi hanno fatto scorte di pop corn per meglio gustarsi lo spettacolo sul cui esito catastrofico hanno scommesso.

 

Intanto, come già scritto nei giorni scorsi, media e commentatori renzusconiani stanno intentando processi alle intenzioni di un Governo che ancora non c’è; stanno facendo terrorismo sul conflitto d’interesse confondendo il destino di Mediaset con l’incompatibilità da parte dei politici di possedere mezzi di Informazione; stanno usando parole a mo’ di proiettili; stanno infdlazionando termini come “populisti”, “sovranisti”, “razzisti”; tanno sclerando a tutti i livelli. In questi giorni il peggio della politica offre il meglio di sé. E l’ossimoro non è casuale…

L’ex Capo Scout prepara l’assalto al Pd. Ma il Babbo e la Mamma gli creano imbarazzo

Il tutto mentre Matteo Renzi – tra pop corn e guai giudiziari dei genitori – fa sapere che è pronto con i suoi Obbedienti a dar vita a una opposizione durissima e che per questa ragione punta alla riappropriazione del giocattolo Pd sempre più bonsai. Si prepara alla battaglia del 19 – giorno dell’Assemblea nazionale del Partito – arringando i Fedelissimi.

 

Frattanto mala tempora currunt per i congiunti del senatorino di Rignano sull’Arno. Nei prossimi giorni la mamma dell’Ex Capo Scout, presidente e amministratore della Eventi 6, la ditta di famiglia, potrebbe ricevere un altro plico verde proveniente dalla Procura di Cuneo contenente l’avviso di chiusura indagini per il crack della azienda cuneese Direkta srl.

 

 

I principali coindagati della Bovoli sono già a processo e molto probabilmente il prossimo 27 luglio chiederanno al gup di patteggiare l’accusa di bancarotta… Brutto segno.

 

 

Sullo sfondo del decadente scenario l’Unità va all’asta e la Morgue del Nazareno licenzia 130 dipendenti (salvati soltanto i renziani) a causa delle casse in rosso.

 

 

Quando la devastazione del Partito sarà del tutto compiuta – assicurano gli intimi – il Flagello di Rignano passerà ad occuparsi di altro…

 

Amen.

Qui il servizio tv sulle trattative per il Contratto di Governo e il Premier:

 

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