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L’Alleanza siriana attacca lo Stato islamico a Raqqa

L’Alleanza siriana attacca lo Stato islamico a Raqqa

06 Novembre 2016 0 Di Pietro Nigro

L’Alleanza siriana composta da arabi e curdi delle Forze democratiche siriane e sostenuta dagli Usa lancia l’offensiva contro Raqqa, attuale capitale dello Stato islamico.

Guerra allo Stato islamico, offensiva su Raqqa

Una nuova offensiva è stata lanciata contro lo Stato islamico, proprio mentre le truppe irakene cingono d’assedio la capitale dell’Isis Mosul. Questa volta, a fare pressioni sull’Isis sono le milizie arabe e curde dell’Alleanza siriana, le Forse democratiche siriane (Sdf) sostenute dagli Stati Uniti, che hanno lanciato un’offensiva per riconquistare Raqqa.

In pratica, si punta a fare pressioni su due fronti, e si cerca di capitalizzare il momento di debolezza dello Stato islamico mentre è impegnato a difendere il suo caposaldo irakeno. E Raqqa è un obiettivo altrettanto importante, visto che la città è di fatto la capitale dell’Isis in Siria.

L’annuncio dell’offensiva è stato salutato con favore da Washington, dal segretario Usa alla Difesa Ash Carter.

Do il mio benvenuto all’operazione annunciata oggi dal Sdf per liberare Raqqa dal barbarico regime dell’Isil. Come per Mosul la lotta non sarà facile e ci aspetta un duro lavoro, ma è necessario mettere fine alla finzione del califfato Isis e diatruggere le capacità di quel geuppo di condurre attacchi terroristici cpntro gli Usa e i nostri alleati.

Stando alle notizie riferite durante una conferenza stampa dell’Alleanza siriana svoltasi domenica a Ain Issa, 30 kilometri a nord di Raqqa, l’offensiva denominata Rabbia dell’Eufrate (Euphrates anger) è iniziata sabato sera.

Il comando generale delle Forze democratiche della Siria annuncia l’inizio della sua principale campagna per liberare la città di Raqqa, ha riferito il portavoce dell’Alleanza Jehan Sheikh Amad.

L’operazione viene condotta sul terreno dalla milizia curda dell’Ypg, l’unità principale della coalizione anti Isis in Siria, mentre gli Stati Uniti si occupano della copertura aerea.

Anche Brett McGurk, l’inviato speciale del presidente Usa Barack Obama ad Amman, in Siria, ha confermato l’inizio dell’offensiva, che “procederà in fasi successive, quella iniziale che inizia oggi e le seguenti, allo scopo di scacciare il Daesh fuori da Raqqa“.

La prima fase è probabilmente finalizzata a raggiungere Raqqa ed circondarla, per poi iniziare un vero e proprio assedio.

All’iniziativa curda non partecipano i ribelli della Armata della Siria libera, che sono sostenuti dalla Turchia e che sono in aperta rivalità con le milizie curde. Inoltre, l’offensiva curda verso Raqqa non è ben vista dalla Turchia così come dagli Arabi, la prima preoccupata che i curdi possano espandere la loro area di influenza nel nord della Siria, e dagli arabi, che non gradiscono una eccessiva presenza di curdi in una città a prevalenza araba.

Forse è per questo che l’inviato Usa ha assicurato che l’invasione di Raqqa sarà condotta da miliziani arabi locali più che da curdi, gli stessi che gli Usa hanno addestrato e stanno ancora addestrando e che dovrebbero avere un ruolo sempre più significativo nelle fasi successive della guerra.

Di un attacco a Raqqa si parla da parecchio, perché la città è considerata dalle forze Usa una importante base logistica dello Stato islamico, che la usa sia come centro di addestramento di miliziani, sia come punto di partenza per raid e missioni di ogni genere.

Il mese scorso, poi, il presidente francese Francois Hollande ha anche riferito che molti miliziani dell’Isis si sono spostati e probabilmente riuniti proprio a Raqqa.

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