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Lanzarote, la perla più chic delle isole Canarie

Lanzarote, la perla più chic delle isole Canarie

08 Aprile 2019 0 Di Francesca Pierpaoli

Adagiata nel blu dell’Oceano Atlantico, Lanzarote è l’isola delle Canarie che conserva ancora intatto il suo straordinario paesaggio vulcanico e la sua architettura tipica, fatta di case basse e bianche con porte e finestre verdi, o blu.

Una uniformità estetica che la rende piacevole da percorrere, senza la selvaggia cementificazione che ha segnato pesantemente lo skyline di altre isole dell’arcipelago spagnolo, come Tenerife o Gran Canaria. Visitare Lanzarote non è un’esperienza univoca, in quanto le suggestioni che l’isola regala sono diverse e vanno dal trekking alla vacanza di mare, dall’enologia, ai percorsi culturali offerti da Manrique. Le principali attrazioni sono gestite dal CACT- Centri de Arte, Cultura e Turismo, a questo link potete trovare tutte le informazioni utili per organizzare la visita.  Per organizzare il viaggio invece lasciatevi ispirare dai consigli offerti dal sito dell’Ufficio del Turismo di Lanzarote. Vediamo, allora, quali sono le straordinarie bellezze che rendono quest’isola così unica e raffinata.

Manrique, tra arte, architettura e paesaggio

La strenua difesa del paesaggio e dell’estetica è dovuta principalmente all’artista e architetto spagnolo Cèsar Manrique, che all’isola è sempre stato legato e dove ha realizzato numerose opere che è possibile visitare, e che rappresentano una perfetta sintesi tra arte, architettura e paesaggio. Egli si è sempre battuto contro il turismo speculativo, e ha cercato di offrire un’esperienza turistica che fosse capace di esprimere al meglio l’essenza vitale dell’isola. Manrique ha fornito un’interpretazione originale epersonale dell’identità unica e speciale di Lanzarote, che si denota per le sue eccezionali caratteristiche geologiche e morfologiche: qui tutto è nato dai vulcani e dalla nera roccia lavica da essi eruttata nei secoli e nel corso del Settecento, quando ha causato ingenti danni alla popolazione.

Architettura tipica di Lanzarote.

La sua opera è, quindi, una geniale manipolazione artistica del paesaggio di Lanzarote, in cui le sue opere si inseriscono in modo armonico, come il mirabolante Mirador del Rio, un belvedere incastonato nella roccia di fronte all’isola La Graciosa, o il ristorante El Diablo, che sembra un disco volante atterrato sulla lava millenaria del vulcano Timanfaya. La tragica morte dell’artista, avvenuta in un incidente d’auto, ha contribuito a far entrare la sua figura nella mitologia dell’isola come guru della difesa ecologico-paesaggistica.

Il Jardìn de Cactus, capolavoro di Manrique

Si tratta di un’opera affascinante, che nel 2017 ha vinto il prestigioso Premio Carlo Scarpa per il Giardino e che offre una disamina completa della filosofia di Manrique. Il giardino sorge sul sito di una ex cava di sabbia e ceneri vulcaniche, e rappresenta un’autentica opera di riciclo di un paesaggio eroso dall’attività produttiva che viene trasformato in una risorsa che testimonia l’identità dell’isola. Il sito dell’ex cava diventa così un hortus conclusus che si scopre gradatamente solo entrandovi e racconta a suo modo tutta l’isola di Lanzarote.

Foto di Francesca Pierpaoli.

Il giardino è un microcosmo che spiega in modo didascalico la stretta relazione di integrazione – che Manrique per anni ha indagato con la sua opera – fra le forme della geologia vulcanica, la loro interazione con le forme vegetali e con le forme architettoniche popolari, nonché la dimensione artistica che esse assumono nel definire l’identità formale dell’isola di Lanzarote.

Numerose varietà di cactus nel giardino di Manrique (foto di Francesca Pierpaoli).

Micro-paesaggi del giardino (foto di Francesca Pierpaoli).

Questo luogo  è una sintesi di molte cose insieme: un giardino botanico-scientifico, un micro-paesaggio che racconta una micro-storia tipicamente canaria, ma anche una specie di enorme collage a tecnica mista, che monta assieme e impasta le piante con le pietre, la terra lavica scura coi brillanti colori a calce, e perfino le forme vernacolari “trovate” di un mulino a vento, secondo una logica quasi da bricolage. In tutto si avverte l’influsso di Matisse, Mirò e Picasso e degli altri maestri del Novecento cui Manrique si è ispirato.

La montagna di fuoco, anima di Lanzarote

Potremmo dire che l’essenza di questa isola è nei vulcani, quindi una visita al Parco Nazionale Timanfaya è assolutamente d’obbligo. Percorrendo la strada che conduce al centro visitatori sembra di entrare in un altro mondo, forse un pianeta come Marte, o la Luna: distese sconfinate di nere rocce si stagliano all’orizzonte tra crateri oscuri e una vegetazione che lotta per sopravvivere.

Dal vulcano Timanfaya si vede il mare (foto di Francesca Pierpaoli).

Sullo sfondo, il mare. Il parco è zona protetta, quindi si può visitare sono con un giro in pullman che dura circa 45 minuti, oppure in sella a un cammello.  Molto interessanti sono anche le dimostrazioni di quanto è alta la temperatura nel sottosuolo: viene messa della paglia nel sottosuolo e dopo meno di due minuti di attesa si vedrà uscire del fuoco.

Il paesaggio lavico del vulcano (foto di Francesca Pierpaoli).

Una seconda dimostrazione del calore nel sottosuolo del parco è un Geyser: viene prima versata poca acqua, che fa uscire del vapore, poi ne viene versata una quantità maggiore dando così vita ad un piccolo “geyser”. Per completare l’esperienza si può mangiare presso il ristorante El Diablo, dove la carne viene cotta mediante di calore geotermico proveniente dal vulcano.

Grotte e caverne dal fascino unico

La grotta vulcanica (foto di Francesca Pierpaoli).

Una visita da non perdere a Lanzarote, è quella alla Cueva del Los Verdes, una grotta molto particolare, dall’atmosfera quasi magica. Si tratta di una escursione facile, che può essere fatta anche dai bambini: è una piacevole passeggiata che può essere affrontata con qualsiasi condizione meteorologica, dato che si snoda sotto terra.

Il percorso è lungo circa 2 km e copre parte dei 6 km totali della galleria vulcanica, una delle più lunghe al mondo, formatasi in seguito ad un’eruzione del vicino Monte Corona, avvenuta tra i 3000 ed i 5000 anni fa. La particolarità è che si tratta di una grotta vulcanica, quindi è del tutto priva di vita, non ci sono stalattiti, stalagmiti o esseri viventi.

Il teatro nel cuore della grotta.

Al centro del percorso è stato ricavato un piccolo teatro, dove si tengono concerti di musica da camera: pare infatti che l’acustica sia ottima. La grotta prende il suo nome dalla famiglia Verdes (“Verdi”) proprietari per lungo tempo dei terreni dove si trova l’accesso alla galleria. Poco lontano dalla grotta si trovano i Jameos de Agua, un tunnel che si è formato in seguito alle eruzioni del Vulcano della Corona, proprio come la cueva.

Il laghetto dei Jameos de Agua.

Qui si trova un originale laghetto naturale, originato dalle infiltrazioni di acqua marina, dove vive una specie rara di granchi albini, unica al mondo. All’interno si trova una caffetteria che offre una pausa rilassante mentre si apprezza la bellezza di questo luogo unico e affascinante.

Le spettacolari spiagge di Lanzarote

Siamo su un’isola, quindi il mare qui è padrone, e ha creato un paesaggio costiero di tutto rispetto, che alterna spiagge dorate paradisiache a speroni di roccia frustati dalle onde. Chi ama il surf, windsurf e soprattutto la tranquillità, potrà trovare nella spiaggia di Famara, nel nord ovest, il suo punto ideale: è enorme, isolata e circondata da scogliere rosate. Pedro Almodovar scelse di girare proprio qui alcune scene del film Gli Abbracci Spezzati.

Playa Papagayo, nel sud dell’isola (foto di Francesca Pierpaoli).

Più a sud, sulla costa del Rubicon, si trova la Playa Papagayo, da molti considerata la spiaggia più bella del mondo: è circondata da collinette vulcaniche da cui si gode un panorama stupendo sulle acque di colore verde smeraldo della baia. A Puerto del Carmen, la località turistica più importante dell’isola, si trovano la Playa Blanca e la Playa de los Fariones.

Le belle spiagge di Puerto del Carmen.

Playa Blanca, più conosciuta come Playa Grande, visto che si estende per 1200 metri, è una spiaggia bellissima, ben attrezzata, con facile parcheggio ed accessibile anche ai disabili. Un paradiso dal sapore caraibico.

In giro per i mercati

Ogni sabato mattina, presso la Casa-Museo del Campesino (contadino, ndr), a San Bartolomé, si tiene un interessante mercato autoctono sostenibile, dove è possibile partecipare a diversi laboratori che insegnano tecniche di artigianato locale. Al modico costo di tre euro si impara a colorare con la cocciniglia, a preparare il sale aromatico, o a cucinare il mojo, la salsa tipica canaria usata per condire le papas arrugadas, le piccole patate lesse che accompagnano quasi ogni piatto.

La città di Teguise, che ospita ogni domenica il mercato.

Il mercato più famoso è quello che, la domenica mattina, anima le strade di Teguise, un’immensa rassegna di prodotti di artigianato ed enogastronomia canaria: tessuti, ceramica, abiti, creazioni di gioielleria, profumi, e tanto gustoso street food tutto da assaggiare.  Consigliamo di arrivare presto, perché il parcheggio può essere un problema.

La casa-museo di Omar Sharif

Storia, leggenda e architettura si incontrano perfettamente in Lagomar, una casa-museo nel comune di Nazaret, al centro dell’isola. Era la casa dell’attore Omar Sharif, che se ne innamorò durante le riprese del film “L’isola misteriosa e il capitano Nemo”, di Juan Antonio Bardem, e la acquistò immediatamente.

Piscina naturale nella villa (foto di Francesca Pierpaoli).

La casa è tutta scavata nella roccia (foto di Francesca Pierpaoli).

La casa, che si estende su 7000 mq, è ricavata nella roccia vulcanica ed è stata progettata da Cèsar Manrique, con uno stile inconfondibile che sfrutta in pieno la particolarità del luogo: camere come grotte, scale ritorte e bellissime terrazze che offrono uno spettacolo unico sul panorama di Lanzarote.

Oggi la casa è diventata un museo (foto di Francesca Pierpaoli).

La leggenda narra anche che Sharif, grande giocatore, la abbia persa a una partita di carte poco tempo dopo: una delle camere conserva ancora il tavolo verde “incriminato”. Oggi è diventata un museo, ospita anche un bar e un ristorante ed è un’attrazione da non perdere.

Il vulcano e la vite, il miracolo de La Geria

In questo territorio così unico e particolare, l’uomo ha anche trovato il modo di coltivare la vite. Avviene a La Geria, territorio costellato di vigneti coltivati in cavità di forma conica ricavate su strati di ghiaia vulcanica: al centro è piantata la vite, mentre il bordo di rocce a mezzaluna è posizionato come protezione contro il vento.

Il territorio protetto della Geria.

Fila dopo fila, queste perfette cavità colorate di verde, ocra e nero creano un paesaggio unico al mondo, che ha contribuito a giustificare la denominazione di Lanzarote come Riserva della Biosfera dall’Unesco.

I caratteristici muretti ricurvi della Geria.

 Nel Paesaggio Protetto di La Geria sorgono numerose cantine che vendono vini premiati a livello internazionale, come alcuni famosi Malvasia. Molte di queste cantine offrono interessanti visite guidate e degustazioni dei loro prodotti, come ad esempio la Bodegas Rubicòn, o la Bodega La Geria.

 

 

 

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