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Ferrovie: nuove nomine e vecchi problemi.

Ferrovie: nuove nomine e vecchi problemi.

13 Maggio 2023 0 Di Nunzio Ingiusto

Si rinnovano  i vertici di RFI ma la situazione generale delle ferrovie italiane ha bisogno di più slancio ed altri investimenti. La partita della sostenibilità.

 

Rete Ferroviaria Italiana (RFI) ha annunciato di aver appaltato lavori per 3,7 miliardi di euro su due linee ferroviarie del Sud: un lotto sulla Salerno-Reggio Calabria e l’altro sulla Palermo-Catania-Messina. Gli appalti rientrano nel Piano di investimenti da 24 miliardi assegnati dal Pnrr per cui il 2023 dovrebbe vedere molti cantieri aperti con l’obiettivo di far crescere  e migliorare la rete ferroviaria italiana.

 Il trasporto su treni a media e lunga percorrenza ha grande ruolo nella transizione ecologica.Tutto ciò che fa RFI avviene d’intesa con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,  a sua volta interessato a progettare lavori ecosostenibili. Il governo nel palchetto nomine ha appena indicato Giampiero Strisciuglio come Amministratore delegato e Dario Lo Bosco come Presidente. Sui due manager pesa l’obbligo di accelerare i lavori per mettere a posto un servizio fondamentale per un Paese di oltre 50 milioni di abitanti e che attira turisti da ogni parte. Si tratta di rimediare a falle organizzative e tecnologiche insopportabili lungo 18 mila km di binari. Non di meno, bisogna riconoscere che è giunto il momento di avere più rispetto per i viaggiatori, a terra e a bordo dei convogli. Pochi giorni fa per riparare un guasto nel Centro Italia è stata impiegata una giornata intera ci ritardi di 6-8 ore.

L’incremento e la modernizzazione di treni e binari avrà ricadute straordinarie sulla qualità della vita e su tutti gli altri progetti di sostenibilità ambientale. Il giudizio sui  lavori in Calabria e Sicilia é, dunque, positivo. Non fosse altro   perché bisogna anche colmare il gap con il resto d’Europa. Se poi si usano i  fondi del Pnrr , ricordino i nuovi manager che ci sono tempi da rispettare ed efficienza da dimostrare.
Le città italiane che hanno sistemi integrati di trasporto sono ancora troppo poche. Milioni di persone che si muovono ogni giorno sopportano disagi e disfunzioni di ogni tipo. Roma e Milano da questo punto di vista sono esempi palesi di come si patisce la mobilità dentro e fuori la città. Il mezzo privato che diventa l’alternativa al mezzo pubblico. Riusciremo mai a fare il contrario ? Milano grazie ai lavori della M4, nel 2022 ha fatto salire a 5,3 Km le nuove tratte inaugurate sul territorio nazionale. Nel 2019 e 2020 non ne era stato attivato nemmeno 1 e solo 1,7 km nel 2021. Sono numeri che a RFI sicuramente segnaleranno ai nuovi amministratori che vorranno duplicarli.
Lo  squilibrio strutturale tra Regioni del Sud  e  Regioni del Nord si è accentuato. Il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini si batte come un leone per il ponte sullo stretto e chi scrive queste note è favorevole al ponte. Ma una volta arrivati in Calabria o in Sicilia bisogna avere a disposizione treni veloci per proseguire nel viaggio, altrimenti resta tutto come prima. Si costruiranno nuove tratte
 ( come è giusto) ma dovendo fare in fretta non si violente  il territorio. Il rischio c’è, quindi , attenzione ai progetti ed alla compatibilità ambientale, un concetto  quest’ultimo che non è proprio nelle corde del centrodestra. La mobilità sostenibile deve restare strategica nella riorganizzazione di un modello sociale e di mobilità resiliente. Le differenze « su rotaia » tra le due Italie dovranno essere un ricordo.Oggi, invece,  « a  pagarne lo scotto è soprattutto il Mezzogiorno, dove circolano meno treni e i convogli sono più vecchi con un’età media di 18,5 anni » scrive Legambiente nel suo ultimo rapporto Pendolaria. Dopo Napoli i treni viaggiano su linee in larga parte a binario unico e non elettrificate. In Sicilia ogni giorno circolano 506 treni regionali contro gli oltre 2 mila della Lombardia. Napoli e Bari, se tutto va bene, saranno collegate tra quattro anni, al termine dei lavori in corso, iniziati dopo venti anni di studi. Altre tratte gestite da RFI sono chiuse per le cause più diverse. L’Italia ha bisogno di aumentare il numero di passeggeri che viaggiano in metro e in treno se vuole migliorare la qualità dell’aria e ridurre le emissioni di CO2, aggiungono gli ambientalisti. Proposte ? 500 milioni l’anno per il servizio ferroviario regionale e 1,5 miliardi  per  metropolitane, tranvie, linee suburbane, dice Legambiente. In totale 2 miliardi di euro all’anno (almeno) per viaggiare meglio ovunque e superare la stanca retorica del Paese più bello del mondo. Che ha  treni lumaca o fantasma.

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