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Le mille e incredibili sfaccettature dell’Iran

Le mille e incredibili sfaccettature dell’Iran

14 Febbraio 2019 0 Di Patrizia Russo

Iran, l’antica Persia, da sempre incontro tra Oriente e Occidente, luogo ricco di sorprese e diverso dall’immagine usurantista offerta dai media. Ecco alcune delle sue mille sfaccettature.

L’antica Persia, da sempre luogo di incontro tra Oriente e Occidente, è stata la culla di uno dei più grandi e duraturi imperi. Questa terra è un luogo ricco di sorprese, leggermente diverso dall’immagine oscurantista offerta dai media. Le tante testimonianze culturali di una storia così importante, come la splendida architettura religiosa sono solo una parte di quello che offre questo seducente paese. Visitandolo rimarrà nel cuore per la sua vera bellezza, quel carisma segreto che nasce dall’alchimia tra le meraviglie esteriori del suo patrimonio culturale e quelle interiori della sua gente.

Iran: tra storia, leggende e pregiudizi occidentali

La cosa più difficile affrontata prima del viaggio in Iran è stato convincere le persone che è un posto sicuro. E mentre attraversavo questo caleidoscopico paese mi sono resa conto ogni volta che, scendendo dal pullman, camminavo per villaggi e città, di quanto sia diversa la realtà rispetto all’immagine oscurantista offerta dai media occidentali.

L’antica Persia è un paese molto interessante, complesso e comunque estremamente sicuro. Va subito precisato che non è un paese arabo.

I suoi abitanti parlano il pharsi e si sentono orgogliosamente persiani, cioè figli di quella Persia che vanta una storia millenaria fatta di leggende e grandi personaggi.

Qui sono nati ed hanno vissuto Dario e Ciro il Grande, Serse, Rumi, Avicenna, Hafez, per arrivare a Khomeini. Grandi personaggi che hanno scritto la storia non solo di questo paese, ma dell’intera umanità.

L’impero persiano ha esercitato un grande fascino sui viaggiatori fin dal tempo in cui Marco Polo l’attraversò circa 700 anni fa, e ancora oggi offre emozioni, siti archeologici e meraviglie architettoniche.

Ieri come oggi è un luogo magico che merita di essere visitato, nonostante i pregiudizi che lo tengono fuori dalle grandi rotte del turismo internazionale.

Ma, ogni tanto i pregiudizi (infondati) possono tornare utili al viaggiatore!

L’Iran non è una destinazione popolare, pertanto, ancora per qualche tempo, sarà possibile visitarlo spendendo poco rispetto a quello che offre. Chi si reca in Iran scopre un paese che non è stato ancora invaso dalla grande macchina del turismo, per cui visitarlo significa immergersi in una realtà autentica; realtà non facile da trovare in giro per il mondo!

Da Shiraz a Persepoli, da Isfahan a Teheran visitando le incomparabili bellezze del Paese

L’Iran è un insieme armonioso e talvolta accecante di colori, luci e ombre che lo rendono un posto magico e a tratti irreale. Ha un fascino irresistibile fatto di contrasti: folla, odori, modernità, autentica atmosfera, squisita ospitalità.

La sua incredibile architettura, che tende costantemente verso l’infinito, spesso concepita come un bouquet multicolore, l’imponenza dei santuari, gli sfavillanti colori delle maioliche che ricoprono le moschee capolavori d’arte dove ogni tassello è unico e fondamentale per comporre l’insieme, la ricchezza delle decorazioni dei mausolei che lascia senza parole, il rimbombare delle voci nei bazar, la pace e la bellezza dei giardini, il richiamo alla preghiera del moazzin, le meraviglie del passato, le raffinate residenze signorili, sono solo alcune delle bellezze di un paese immerso in una storia ricca ed affascinante.

È una terra caratterizzata da mille contraddizioni e permeata da una profondissima spiritualità che pulsa, respira e vive nella quotidianità della sua gente. Ho attraversato questo paese da sud verso nord tra deserti, splendide alture, luoghi unici come Persepoli con le sue magnifiche rovine, villaggi tipici, lande con pastori nomadi e greggi al pascolo e magiche città che mantengono ancora (nonostante la modernità) un fascino da “Mille e una Notte”: Shiraz città del poeta Hafez, Yazd dal color ocra, Isfahan la fascinosa, la bella città-oasi di Kashan, Qom la città santa. In ultimo Teheran l’immagine più laica e liberale del paese.

Shiraz, la città della poesia

Il viaggio è partito da Shiraz, capitale del paese durante la dinastia Zand (XVIII secolo) e oggi famosa per i suoi giardini e perché qui nacquero e vissero i maggiori poeti del Paese: Hafez e Saadi, ancora molto amati.

La poesia, come la preghiera, sono parte della vita quotidiana degli abitanti di Shiraz. Non è difficile, infatti, incontrare iraniani di tutte le età che si recano a rendere omaggio ai loro poeti, sentire recitare i versi delle poesie più conosciute o porre una domanda al destino tramite un piccolo usignolo.

Iran, la moschea delle rose “Nasir ol Molk” (ph. P. Russo).

Iran, la moschea delle rose “Nasir ol Molk” (ph. Patrizia Russo /IT24).

Si passeggia fra il castello di Karim Khan, si respira un’atmosfera fiabesca nell’elegante moschea delle roseNasir ol Molk”, si rimane abbagliati dalle centinaia di migliaia di pezzi di vetro e specchi che ricoprono le pareti del grandioso monumento funebre, il Mausoleo di Shah-Cheragh, importante luogo di pellegrinaggio sciita.

I giochi di luce sono uno spettacolo tutto iraniano, unici sono quelli della moschea delle rose quando il sole riflette sulle colonne i mille colori di cui sono composte le sue vetrate.

Dopo luoghi di riflessione, preghiera e silenzio possiamo immergerci nel bazar, uno dei più antichi e colorati del paese; una tappa imperdibile se si desidera conoscere davvero la vita del popolo iraniano.

Come tutti i bazar è diviso in settori a seconda della merce venduta: dalle stoffe agli oggetti in oro e argento, dai tappeti alle lampade colorate. Tipico dei bazar sono i piccoli angoli di pace formati da piazze ornate con fiori e fontane, dove riposarsi sorseggiando sdraiati su un tappeto un çay, il tè nero servito con i tipici bastoncini di zucchero in cristalli gialli.

Persepoli, emblema della potenza achemenide

Le rovine di Persepoli (Ph. Patrizia Russo/ IT24).

Le rovine di Persepoli (Ph. Patrizia Russo/ IT24).

Non lontana da Shiraz sorge Persepoli, simbolo della sontuosa grandezza dell’impero persiano, fondata da Dario intorno al 518 a.c., e oggi uno dei siti più importanti del mondo antico. Le figure alate metà uomo metà toro fanno varcare la soglia della sontuosa città. I bassorilievi che rappresentano nobili, dignitari e inviati di nazionalità etiopica, tagika, indiana, egiziana e armena che sfilano con elegante compostezza, evidenziano la sontuosa grandezza dell’impero persiano. La guida ci tiene a sottolineare che in questo luogo è stato registrato il Cyrus Cylinder, la prima carta dei diritti umani che esprimeva tolleranza e uguaglianza per tutte le religioni, razze e lingue (ora custodita al British Museum). Come ad evidenziare prima come oggi la grande ospitalità persiana.

Poco lontano da Persepoli si incontra un sito impressionante: la suggestiva necropoli di Naqsh-e-Rostam.

Iran La Necropoli di Naqsh-e-Rostam (Ph. Patrizia Russo/IT 24).

La Necropoli di Naqsh-e-Rostam (Ph. Patrizia Russo/IT24).

In una zona desertica emergono dalla roccia le gigantesche tombe rupestri che ricordano le imprese epiche di Dario, Serse e Artaserse. Mentre Pasargade, l’antica capitale di Ciro il Grande, accoglie l’imponente, maestosa e solitaria tomba di questo primo grande imperatore.

Questo stato vanta una storia millenaria di conquiste e dominazioni e i luoghi da visitare sono veramente tanti: ai resti archeologici si alternano caravanserragli, antiche città, cisterne e ghiacciaie, cittadelle medievali fortificate.

Yazd, la città ocra e blu

La strada corre tra due deserti, che al tramonto si tingono di ocra, per raggiungere Yazd. Ancora oggi è il più importante centro del culto del fuoco seguito ancora da una piccola comunità di fedeli.

Le torri del silenzio sono uno degli aspetti più caratteristici dell’antica religione della Persia, lo zoroastrismo. Sulla sommità di queste torri venivano lasciati i corpi dei defunti per essere ripuliti da qualsiasi impurità dagli avvoltoi e da altri uccelli rapaci che ne mangiavano le carni: in questo modo una volta sepolti non contaminavano gli elementi della natura.

Caratteristica del paesaggio sono anche le torri del vento, ingegnosi camini di ventilazione. Il centro storico con i suoi vicoli tortuosi, le case in mattoni di fango e le torri del vento, le cupole azzurre delle moschee e il tradizionale bazar sono un luogo ideale per camminare senza meta. Un paesaggio lunare che oltrepassa i monti Zagros, collega Yazd a Isfahan, divenuta nel 1598 capitale dell’impero safavide.

Ishafan, la città da Mille e una notte

In questa città, una delle più distinte dell’intero mondo islamico, è possibile ammirare tutta la sottile ed elegante bellezza della raffinatissima cultura persiana.

La città-sogno dell’Iran è maestosa con i suoi mosaici di piastrelle azzurre, i bellissimi giardini e gli edifici in stile tradizionale. Si cammina su quello che era l’argine di un fiume, si visitano i romantici ponti e se si ha fortuna si può sorseggiare un tè con una famiglia locale, si prosegue andando a curiosare nel quartiere armeno respirando un’atmosfera che permette di sentirsi realmente in una pagina del libro le “Mille e una Notte”.

Gran parte del suo fascino è racchiuso nella Piazza dell’Imam. Nella stupenda piazza centrale, che è la seconda più grande al mondo, trovano posto due moschee, quella dello Shah e la moschea delle donne (senza minareti perché destinata ad uso privato), capolavori dell’architettura e dell’arte persiana islamica, il palazzo reale e il Gran Bazar, uno dei più antichi del Medioriente.

Tutti gli elementi architettonici che delineano la piazza, compresi i portici con i negozi di miniature, oro, dolci e articoli di artigianato, sono esteticamente molto belli. Nella parte nord della piazza si trova la porta dell’animatissimo bazar con il suo labirinto di viuzze dove ci si inebria al profumo delle spezie e ci si perde tra venditori di tappeti, tovaglie, stoffe colorate e oggetti in ceramica smaltata.

Ci sono così tanti negozi, traboccanti di merce, che ci sarebbe voluta una giornata intera per visitarli tutti! Hamed, la nostra abile guida, ci fa notare che la parola suq, per noi occidentali sinonimo di bazar, in Iran non indica il mercato, ma l’incrocio del fitto groviglio di vicoli che compongono il grande mercato coperto, solitamente ricavato da un antico caravanserraglio.

Dopo lo shopping un’esperienza imperdibile può essere quella di fermarsi in una delle numerose sale da tè presenti sulla piazza da cui si gode anche un bellissimo panorama e visitare la millenaria Moschea del Venerdì: un tripudio di blu-turchese nelle piastrelle che ornano l’edificio dentro e fuori e che il sole illumina con riflessi di luce incredibili.

La moschea del Venerdì a Ishafan, antica e affascinante città dell'Iran (ph. P. Russo / In24).

La moschea del Venerdì a Ishafan, antica e affascinante città dell’Iran (ph. Patrizia Russo / IT24).

Da Kashan a Qom fino a Teheran

Altra imperdibile gemma tutta da scoprire è Kashan, un’antica città artigiana, specializzata in tappeti e ceramiche che offre pregevoli palazzi con graziosi giardini. Le dimore tradizionali iraniane si affacciano sui giardini profumati da arance amare.

Qui è possibile vedere Bagh-e-Fin, uno dei giardini più belli di tutto l’Iran. Si possono, inoltre, visitare alcune ex residenze private quali Boroujerdi House e Abbasi House e affascinanti moschee come Agha Bozorg, la cui perfetta simmetria le conferisce anche una grande personalità. Di tutte le moschee visitate questa è stata quella in cui non ho incontrato turisti; ciò ha permesso di apprezzarne maggiormente tutta la sua bellezza.

La moschea Agha Bozorg di Kashan, in Iran (ph. Patrizia Russo / In24).

La moschea Agha Bozorg di Kashan, in Iran (ph. Patrizia Russo / IT24).

Come tutte le città anche Kashan ha il suo bazar, ricco di artigianato locale, ma meno interessante dei precedenti. Il viaggio termina con la città santa di Qom e la capitale Tehran.

Qom, cuore spirituale dell’Iran, vale la sosta per visitare il Santuario di Fatimah Masumah. Un luogo di grande impatto dal punto di vista artistico ed architettonico, che ricopre un importante significato per chi professa la fede islamica sciita, in quanto è la seconda città santa del Paese dopo Mashaad.

Si entra nella moschea abbandonandosi a un senso di meraviglia: è colma di fedeli che da ogni parte dell’Iran e da tutti i paesi arabi vengono qui per rendere omaggio a Fatima, sorella dell’Imam Reza. Qui è anche nato Khomeyni: da questa città il clero sciita protestava contro l’ultimo scià già negli anni ‘60 e da qui è partita l’offensiva che ha fondato la Repubblica Islamica dopo la rivoluzione del 1978.

Da Qom, dopo qualche ora di pullman, si arriva alla destinazione finale: la capitale. Teheran, che rappresenta l’immagine più laica e liberale del paese, non si può certo definire una bella città.

Caotica, il traffico è spaventoso specialmente se si arriva di giovedì pomeriggio, i principali luoghi di interesse turistico sono sparpagliati in tutta la città e come tutte le capitali offre ristoranti etnici e internazionali, caffè raffinati e l’immancabile bazar.

Merita sicuramente una sosta la Torre Azadi, simbolo nazionale del paese. Come una sentinella alle porte di Teheran l’imponente torre (Freedom Tower) fu costruita nel 1971 per commemorare la formazione dell’Impero Persiano, successivamente ha fatto da sfondo ad alcuni degli eventi politici più turbolenti del paese.

La Azadi Tower, la Torre della Libertà di Teheran (ph. Patrizia Russo / In24).

La Azadi Tower, la Torre della Libertà di Teheran (ph. Patrizia Russo / IT24).

 

L’ospitalità ineguagliabile della gente, il vero tesoro dell’Iran

Oltre ad essere un luogo affascinante per il suo patrimonio culturale e artistico, l’Iran merita di essere visitato per la sua gente. Il popolo iraniano è la parte migliore di questo viaggio!

La dolce Persia dei poeti raffinati, dei giardini profumati seduce il viaggiatore per l’onestà e la dolcezza dei suoi abitanti. Ovunque la gente ti accoglie perché in questo paese definire “sacra” l’ospitalità non è un modo di dire. È realtà!

Quello che più colpisce è il sorriso della gente, la gentilezza iraniana. “Welcome to Iran” è una delle frasi più ricorrenti che mi è stata rivolta. Sono tutti molto curiosi di sapere da dove vengo, cosa ne penso del loro paese o semplicemente vogliono darmi il benvenuto! Sono persone incredibilmente accoglienti con gli stranieri, ovunque si respira il calore che contraddistingue questo incredibile paese. Durante tutto il viaggio mi ha accompagnato lo sguardo benevolo, spontaneo e curioso della gente. Mi ha conquistato il loro seducente sorriso, la voglia di comunicare e di convincermi che l’Iran non è quel paese pericoloso, chiuso ed arretrato descritto in occidente. Una delle più belle esperienze di tutto il viaggio è stata essere ospite di una famiglia per cena. Ho avuto modo di conoscere un lato ancora diverso di un paese che appare completamente differente nella sfera pubblica e in quella privata. Da una parte la vita sembra dedita al rigore e all’obbedienza, dall’altra c’è la vita all’interno delle case in cui gli chador scompaiono, assaggi cibi squisiti mangiando seduti sul pavimento e dopo cena ti ritrovi a ballare e cantare tutti insieme come in una grande famiglia.

Cena tipica persiana (Ph. Patrizia Russo / In24).

Cena tipica persiana (Ph. Patrizia Russo / IT24).

Le donne e il velo

La viaggiatrice che si reca in Iran sa che deve mettere da parte qualsiasi velleità mondana e assumere un atteggiamento modesto calandosi (come è obbligo quando si visita un paese straniero) nei costumi locali e rispettando i valori tradizionali. Ma diventano dettagli di fronte alla raffinata bellezza della Persia e all’accoglienza dei suoi abitanti.

L’Iran è l’unico paese mussulmano che obbliga tutte le donne a portare il velo per coprire i capelli e il collo. E così anche io, per i nove giorni del viaggio, ho indossato l’hijab. Musulmana o meno, turista o iraniana, non fa differenza: il velo va portato!

Velo, velo!! È l’espressione ricorrente che la nostra guida usa per richiamarci quando questo “pezzo di stoffa” cade o dimentichiamo di indossarlo. Il foulard va indossato sempre, tranne che nella propria camera d’albergo o abitazione. Altro obbligo è l’uso del chador per visitare alcuni luoghi sacri.

Sorprende la dolcezza delle donne che, all’entrata, accolgono le straniere. A gesti o con qualche parola di inglese, offrono (gratis) il chador, da indossare sopra i vestiti. Sono divertite e regalano una sorellanza inaspettata, usando il linguaggio della gentilezza, quello che si ha nei confronti di un ospite di riguardo.

Devo dire che indossare questo “abito” lungo e largo che copre dalla testa fino ai piedi non è facile. Si presenta come un mantello ed è difficile da tenere fermo.

Se con una mano cerchi di tenerlo chiuso in vita, scivola dalla testa, allora provi a tenerlo chiuso sotto la gola ma in tal caso rischi di pestarlo. Guardo le donne iraniane che invece, indossano questa specie di lenzuolo con disinvoltura muovendosi con una tale grazia ed eleganza … e mi convinco che (più o meno) ce la posso fare!!!

Alla fine sorrido e penso che la magia del viaggio è proprio questo incontro con il “diverso”! Penso, però, anche a tutte le donne incontrate che sono costrette ad indossarlo quotidianamente. La moda ha sempre contribuito all’emancipazione femminile, a partire da Coco Chanel.

Qui ha fatto, invece, un notevole passo indietro. Il velo, abolito nel 1936 da Reza Shah Pahlavi fu reintrodotto nel 1983 con il consolidamento del potere degli ayatollah che riportano la sharia e con essa una sostanziale modifica ai diritti delle donne in diversi ambiti.

Di colpo, vennero banditi i colori dagli abiti, il trucco vistoso, le manifestazioni di affetto o di gioia in pubblico. Alla donna è vietato intrattenersi con uomini che non siano parenti (mahram), non è neanche possibile rivolgerle parola (anche da donna a donna) senza il consenso dell’uomo, non può sedersi dove preferisce in autobus (a loro è destinata la porta posteriore e le ultime file, mentre in metropolitana hanno il loro vagone), deve indossare, oltre al velo, abiti che coprano polsi e ginocchia e che nascondano le forme, al fine di non esprimere nulla di minimamente sensuale e seduttivo.

Così nelle città, come nei villaggi, predomina incontrastato il colore nero del chador. Le vedi camminare da sole, a coppie, con il marito, sempre con una mano che sbuca da sotto per tenerlo fermo. Come in tutte le civiltà del mondo il posto dove è facile incontrarne tante e osservarle è nei bazar e nelle moschee. Mi piace soffermarmi e soffermare il mio obiettivo non solo su un sacco contenente spezie, ma anche su un gruppetto di donne che discutono sulla scelta di una stoffa damascata, o vederle uscire dalla parte di moschea a loro riservata e sorprenderle a parlare del “più o del meno”.

Donne al bazar(ph. Patrizia Russo / In24).

Donne al bazar (ph. Patrizia Russo / IT24).

Hamed sostiene che, seppur con lentezza, qualcosa sta cambiando. La società iraniana è una società complessa, in cui la tradizione conservatrice islamica è fortemente radicata, specialmente nelle aree rurali. E quindi una gran parte della popolazione (uomini e donne) più legata alla tradizioni non vede in maniera positiva il cambiamento. Ma, c’è anche da sottolineare che la maggioranza della popolazione iraniana ha meno di 35 anni e il 60% degli iscritti all’università sono donne. Quando le rivedo camminare fiere, con il rossetto rosso sulle labbra e l’hijab colorato in testa a coprire parzialmente i capelli penso che proprio le donne rappresentano la speranza e saranno il motore ispiratore di un futuro diverso per questo Paese!

Ragazze persiane (Ph. Patrizia Russo / In24).

Ragazze persiane (Ph. Patrizia Russo / IT24).

Info utili

L’Iran è un paese sicuro ma per viverlo appieno è meglio affidarsi ad una guida competente: Hamed Ghorbani – www.viaggiran.com

Dove dormire

Moshir al-Mamalek Garden Hotel a Yadz. Hotel caratteristico ricavato da una dimora storica. Dispone anche di un buon ristorante. Il personale della reception parla correttamente inglese (cosa non scontata in Iran) ed è presente una buona connessione Wi-Fi.

Mahinestan Raheb, Historic House. Ottimo hotel nel cuore antico di Kashan, ricavato da una dimora storica. Piacevole il cortile su cui si affacciano tutte le camere. Ottimo il ristorante che propone piatti tipici persiani. Appena fuori l’hotel si trova un negozio di articoli da regalo dove è possibile acquistare il magnifico artigianato di Kashan.

Dove mangiare

Haft khan restaurant Complex a Shiraz. Ristorante che offre diverse tipologie di cucina. Cibo buono, presentato con cura e rigorosamente mangiato alla maniera persiana: seduti per terra a gambe incrociate attorno ad un tavolo basso. Rapporto qualità prezzo ottimo.

Abbasi Hotel a Isfadan Maestosa sala con dipinti e lampadari d’epoca in pieno stile arabo. Cucina tradizionale e servizio molto professionale.

Khayyam Traditional Restaurant sulla strada per l’aeroporto di Teheran. Atmosfera bella e rilassata. Cibo buono, personale cordiale ma che non parla inglese.

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