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L’intelligenza artificiale non cancellerà la stampa

L’intelligenza artificiale non cancellerà la stampa

03 Ottobre 2024 0 Di Nunzio Ingiusto

Il  Presidente del Comitato Italiano sull’IA, Padre Benanti, difende il valore  della libera stampa.

 

Nessuno farà a meno dell’intelligenza artificiale, ma bisogna essere preparati a conviverci. La comunicazione resta il cuore della convivenza civile e le informazioni devono essere curate da professionisti. Padre Paolo Benanti, Presidente del Comitato per l’intelligenza artificiale, istituito dal governo italiano, è preoccupato che la tecnologia più incalzante del momento tradisca i più deboli. L’informazione è il campo su cui i grandi colossi dell’hitech che governano l’IA stanno investendo miliardi. Ma il ruolo dei giornalisti resta fondamentale. “Per difendersi dalle fake news non si può prescindere da fonti riconoscibili e dal ruolo irrinunciabile dei cronisti” ha detto in un’intervista all’Agenzia Ansa.  Ha toccato un punto vero, padre Benanti, pensando forse anche ai giornalisti italiani che da tempo si confrontano con gli editori sugli effetti dell’IA sul lavoro giornalistico.

Bisogna stare in guardia, capire cosa gli uomini stessi sono in grado di produrre con la scienza, come avviene per ogni nuova scoperta. “Come ogni artefatto tecnologico, l’IA può essere un utensile o può essere un’arma e non possiamo evitare che abbia entrambi i significati. Quello che possiamo fare, però, è lavorare sull’umano, perché l’uomo sappia addomesticare questa nuova entità per farne uno strumento che collabori alla creazione del bene comune». Non bisogna arrendersi allo sviluppo delle tecnologie ma gli strumenti per non farsi schiacciare sono nelle mani stesse degli uomini. Il giornalismo inviso alle dittature e ai potenti dovrà saper camminare con le innovazioni tecnologiche. Qualcuno ricorda la scomparsa dei cronisti ? Dove si sono i fatti ci sono i giornalisti, si diceva un tempo.

Il consigliere di Papa Francesco, membro italiano anche del Comitato sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite, nell’intervista non ha alzato steccati e sarebbe sbagliato rifiutare i benefici di questa ennesima rivoluzione. Se il giornalismo è comunicare, far sapere a milioni di persone vicende umane, tanto più l’intelligenza artificiale “deve trasmettere conoscenza e non tradire,  essere al servizio della società, soprattutto dei più deboli”. L’analisi si sposta verso il valore sociale di un prodigio tecnologico che può modificare la conoscenza del mondo. Chi racconta, cosa, e come.

Tra i fondamenti delle democrazie, la libera stampa rafforza i diritti delle minoranze e delle persone meno dotate. È un nuovo contesto. Sui giornalisti, come mediatori, pesa, tuttavia, la responsabilità di un lavoro sempre più scrupoloso per tenere saldi i principi di ogni comunità. Nessun pluralismo potrà essere sostituito da algoritmi e calcoli che non rispecchino la realtà. D’altra parte la comunicazione globale ha messo tutti dinanzi a verità o false verità, finché non arriva un cronista in possesso dei migliori attrezzi della professione.

 

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