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L’ombra delle polemiche e dei ricorsi sulle elezioni Usa

L’ombra delle polemiche e dei ricorsi sulle elezioni Usa

09 Novembre 2018 0 Di Pietro Nigro

Più che onda blu o rossa, sulle elezioni Usa incombe l’onda lunga delle polemiche e dei ricorsi al tribunale per dirimere i dubbi sul voto dei candidati e dei governatori.

Elezioni Usa, polemiche e ricorsi per candidati e governatori

Si allunga l’onda delle elezioni Usa. Ma non quella azzurra dell’avanzata Dem o quella rossa dei Conservatori. Quella che si allunga sul voto di parlamentari e governatori è quella dei dubbi, delle contestazioni sullo spoglio ancora in corso in moltissimi distretti e perfino dei ricorsi al tribunale.

Succede in diversi Stati in cui mercoledì si sono tenute le Mid Term, le elezioni di metà mandato per rinnovare parte dei seggi di Congresso e Senato, e quelle per i parlamenti statali e per i governatori.

Non si mettono in discussione i risultati complessivi, e la composizione del Parlamento, che sarebbe ormai acquisita. Ma sono tuttora incerti alcuni seggi, comunque molto importanti nella geografia politica americana, anche a causa dei complessi meccanismi elettorali Usa, e che potrebbero avere una influenza decisiva sulle elezioni presidenziali del 2020 e della rielezione di Donald Trump.

Così è, ad esempio per le elezioni del governatore della Georgia, dove il candidato repubblicano Brian Kemp sostiene di aver vinto, sia pure con un margne strettissimo sull’avversaria. E a sua volta, la candidata “sconfitta”, la democratica Stacey Abrams, non si trova con i numeri, sostiene che non tutte le schede degli elettori e dei vari seggi siano state effettivamente contate, ed ha annunciato di voler ricorrere al tribunale per fare chiarezza.

E diverse ombre si profilano anche sullo spoglio dei voti del Senato in corso in Florida, dove il governatore uscente, il repubblicano Rick Scott si ritrova con un risicatissimo margine di vantaggio sullo sfidante, il democratico Bill Nelson. Ed ha pensato bene di denunciare i supervisori elettorali di due contee, accusandoli di non rispettare la legge elettorale.

E sempre in Florida è contestatissima anche la corsa alla poltrona di governatore, lasciata libera da Scott, che si è chiusa con una vittoria di strettissima misura del candidato repubblicano Ron DeSantis e il democratico Andrew Gillum, ed ha imposto il riconteggio di tutte le schede.

Infiammano le polemiche anche attorno alla contestatissima corsa per il seggio senatoriale in Arizona, che vede contrapposte due “congresswoman” di peso, la repubblicana Martha McSally e la democratica Kyrsten Sinema e dove sono ancora da spogliare alcune centinaia di migliaia di voti.

Ancora aperto è anche lo spoglio dei voti per la Camera dei Rappresentanti ad Atlanta, ma qui la deputata repubblicana Karen Handel alla fine ha già ammesso di essere stata sconfitta dalla sfidante democratica Lucy McBath.

E sempre sul filo di lana i Democratici potrebbero conquistare altri due seggi alla Camera, strappandoli ai Repubblicani, nello Stato di Washington e in quello del New Mexico, mentre i Repubblicani sperano ancora di poter vincere uno scrutinio al cardiopalma e conservare quello della Carolina del Nord .

Georgia, corsa aperta per la prima donna Governatore

A rendere particolarmente calda l’elezione del governatore della Georgia è stato anche il fatto che la Abrams, se vincesse su Kemp, sarebbe la prima donna di colore ad essere eletta governatore di uno Stato. Il che ha attirato l’attenzione di tanti osservatori e di tutta l’opinione pubblica americana, ed ha anche reso particolarmente accesa la campagna elettorale, perfino con le reciproche accuse sulla regolarità dei comportamenti.

Ma il voto finale ci ha messo del suo per infiammare gli animi, con i due candidati pressoché in parità, in uno spoglio al photo-finish che potrebbe imporre anche il ballottaggio. La legge elettorale della Georgia infatti impone un secondo turno di votazione a dicembre se nessun candidato raggiunge il 50% dei voti.

E con Kemp, al momento, solo al 50,33%, dalle parti del comitato elettorale della Abrams già preparano le carte bollate per i tanti ricorsi che saranno presentati alle autorità.

Florida, la vittoria si decide sul fil di lana

E anche in Florida lo spoglio è al fil di lana, sia per il Senato che per la poltrona di Governatore.

Per il Senato, il vantaggio del repubblicano Scott si è progressivamente ridotto, fino ad uno striminzito margine di appena 15mila voti su Nelson, insomma appena lo 0,18%.

Troppo poco, soprattutto perché la legge dello Stato impone che se il margine è meno dello 0,25$ si deve ricorrere al conteggio manuale delle schede.

E proprio il riconteggio manuale delle schede è quello che tradizionalmente favorisce i Democratici, che peraltro sono pronti a fare ricorso anche per tutte le schede rifiutate per irregolarità formali, che potrebbero aver colpito eccessivamente il voto delle minoranze etniche.

E anche nella corsa a governatore della Florida, giovedì pomeriggio, il repubblicano DeSantis era in vantaggio di appena 38.500 voti, appena lo 0,47% dei voti. E poiché le leggi dello Stato impongono il riconteggio elettronico dei vti se il vantaggio è minore dello 0,5 per cento, si deve ricominciare tutto daccapo.

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