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Magistrati: Cesare Parodi nuovo Presidente dell’ANM

Magistrati: Cesare Parodi nuovo Presidente dell’ANM

09 Febbraio 2025 0 Di Nunzio Ingiusto

Cesare Parodi, magistrato della Procura di Torino è stato eletto a maggioranza presidente dell’ANM. ” Non possiamo rinunciare a nulla per difendere la magistratura” le prime dichiarazioni. L’ANM conferma lo sciopero del 27 febbraio. Messaggio di Giorgia Meloni.

Magistrati: Cesare Parodi nuovo Presidente dell’ANM

Cesare Parodi, 63 anni procuratore aggiunto a Torino è il nuovo presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM). Il Comitato direttivo dell’Associazione lo ha eletto insieme ai nuovi vertici dell’ANM. Parodi Succede a Giuseppe Santalucia e guiderà l’associazione per i prossimi anni.

A ricoprire il ruolo di segretario generale sarà invece Rocco Maruotti, mentre il nuovo vicepresidente è Marcello De Chiara. A Stefano Celli è andato l’incarico di vicesegretario generale, mentre Giuseppe Tango è coordinatore dell’ufficio sindacale e Monica Mastrandrea assume la direzione della rivista “La Magistratura”. Completano la giunta esecutiva centrale Chiara Salvatori, Paola Cervo, Sergio Rossetti, Dora Bonifacio.

L’elezione di Parodi è arrivata dopo una giornata di dibattito interno all’ANM e con un accordo tra le varie correnti. Parodi appartiene al gruppo di Magistratura Indipendente, la corrente moderata dell’ANM che ha ottenuto la maggioranza dei voti.

“Chiederò in tempi brevi un incontro con il governo” ha detto dopo l’elezione. “Non possiamo rinunciare a nessuna strada per la difesa della magistratura, è un momento delicato e non possiamo commettere errori”.

Una dichiarazione che va diritto al cuore della battaglia tra politica e magistratura sulla riforma della giustizia del governo. Chi sperava in un cambio di passo è deluso, forse anche sconfortato per vedere da oggi alla guida dei magistrati un esponente di un’area meno ostile al governo in carica. Non è così.

Immediato, comunque, è stato il messaggio della premier  Giorgia Meloni ai nuovi vertici dell’ANM.

“Desidero inviare a nome mio e di tutto il Governo i migliori auguri di buon lavoro al nuovo Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Cesare Parodi, e ai membri della Giunta eletta oggi. Accolgo con favore la richiesta di un incontro col Governo che il Presidente Parodi ha già avanzato e auspico che, da subito, si possa riprendere un sano confronto sui principali temi che riguardano l’amministrazione della Giustizia nella nostra Nazione, nel rispetto dell’autonomia della politica e della magistratura”. 

Che spiragli potevano arrivare, dopo le proteste  all’inaugurazione dell’anno giudiziario e la proclamazione dello sciopero per il 27 febbraio prossimo?  È in ballo la difesa della Costituzione e una ridefinizione strutturale e funzionale dei magistrati. D’altra parte i documenti approvati dall’ANM nei mesi scorsi contro il progetto del governo e i confronti in Parlamento non potevano essere cancellati con l’elezione del nuovo organo direttivo. Scarso rilievo sembra avere anche il fatto che il presidente uscente Santalucia appartenesse alla corrente di Area di sinistra, rappresentata ora in Giunta da Paola Cervo.

A conferma di tutto questo, c’è quello che Parodi ha detto durante il dibatto, ovvero che  la sua corrente “non avrebbe fatto un passo indietro su nulla perché condividiamo ogni punto di questa battaglia. Noi siamo comunque un potere dello Stato, siamo cittadini che stanno portando avanti una battaglia per difendere la Costituzione su cui abbiamo giurato”.

Insomma, le ragioni dello scontro sulla riforma restano in cima al programma anche della nuova governance dell’ANM.

La premier Meloni, evidentemente  aveva già messo nel conto questa ennesima opposizione quando ha inviato il suo messaggio di auguri, ma è troppo accorta per scivolare su queste pratiche istituzionali.

Magistrati, confermato lo sciopero del 27 febbraio

Lo sciopero indetto per il 27 febbraio resta, quindi, confermato. Toni ancora più accorati, tuttavia, a sostegno della battaglia contro il progetto governativo, li ha usati Giuseppe Tango coordinatore delle attività sindacali dell’ANM: “Siamo in un momento drammatico, ha detto, è in gioco il futuro della nostra associazione, tutti sono chiamati a dare un contributo. Ci impegneremo oppure sarà la fine “.

D’altronde quale cambiamento di posizione poteva o voleva aspettarsi il governo rispetto a una riforma che stravolge l’assetto costituzionale e l’equilibrio tra i poteri dello Stato ?  Che “sottrae spazi di indipendenza alla giurisdizione, riducendo le garanzie e i diritti di libertà per i cittadini ” come sostiene da tempo l’ANM.

La separazione delle carriere ? Azzardo politico da venti anni ?  Migliora la giustizia in Italia o non tende piuttosto a fare del pubblico ministero una figura suscettibile all’influenza del potere politico?

Il paradigma di uno Stato più securitario organizzato su fattispecie specifiche – stampa, immigrazione, ambiente, abuso d’ufficio, dissenso civile – trova opposizione in chi è chiamato a perseguire reati – domani- in una posizione disuguale rispetto all’oggi.

Il rischio che la riforma infici un fondamentale principio costituzionale è grande, come ha ricordato il magistrato Edmondo Bruti Liberati. “È la Costituzione che prevede l’eguaglianza di tutti davanti alla legge e, quindi, anche del “pm, che nell’applicazione della legge penale è il primo attore e deve essere sottratto a ogni influenza dell’esecutivo”.

Chi deve capacitarsene ? Perchè non è un cambio ai vertici dell’ANM o un messaggio di bon ton istituzionale che cancella un campo di battaglia che alla fine conterà molte perdite.

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