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Manovra, ecco le contestazioni dell’Ue all’Italia

Manovra, ecco le contestazioni dell’Ue all’Italia

21 Novembre 2018 0 Di Pietro Nigro

Ci siamo: l’Ue boccia definitivamente la Manovra di bilancio Ue per mancato rispetto dei parametri di deficit. Ecco le contestazioni della Commissione all’Italia.

Alla fine, puntuale, è arrivata la bocciatura formale: come preannunciato sin da ottobre, la Commissione Ue ha ufficialmente contestato all’Italia di aver scritto una manovra di bilancio che non va bene, che non rispetta i parametri Ue del deficit. Contestazione che è stata spiegata in una lettera al governo italiano e soprattutto nel rapporto che la Commissione stila ogni anno sia sulla situazione europea complessiva che sulle manovre di bilancio dei singoli stati. Rapporto stilato in base all’articolo 126 dei trattati europei e che ora apre la strada a una proceduta di sanzione per deficit eccessivo.

Manovra, è ufficiale: l’Ue boccia l’Italia

Ad illustrare i contenuti dei rapporti e a lamentare apertamente la inosservanza particolarmente grave dell’Italia sono stati i tre commissari Ue Valdis Dombrovskis, Vicepresidente della Commissione delegato alle questioni monetarie, Marianne Thyssen, delegata a lavoro e affarisociali, e Pierre Moscovici, delegato agli affari economici e finanziari, nel corso di una conferenza stampa congiunta che si è tenuta oggi sul Semestre europeo 2018 a Brussels in Belgio.

Conferenza stampa in cui è stato dato un grande spazio in particolare al Rapporto sulla manovra di Bilancio dell’Italia, così come è stata ripresentata a Bruxelles il 13 novembee scorso, e che contiene i vari rilievi che la Commissione Ue muove al governo Conte.

“Per quanto concerne l’Italia – è stato spiegato oggi – , dopo aver valutato il documento programmatico di bilancio rivisto presentato il 13 novembre, la Commissione conferma l’esistenza di un’inosservanza particolarmente grave della raccomandazione rivolta all’Italia dal Consiglio il 13 luglio 2018″.

Nonostante quelle raccomandazioni, infatti, il Governo Conte ha inteso portare avanti la manovra adottata, ripresentando il 16 ottobre sostanzialmente la stessa previsione di bilancio 2019 già indicata a luglio, insieme alle proprie ragioni e motivazioni.

Previsione su cui, il 23 ottobre scorso, la Commissione aveva già adottato un parere in cui si segnalava un’inosservanza particolarmente grave.

Ora la definitiva ed ufficiale conferma: quel bilancio così com’è, proprio non va, a differenza di quanto valutato per gli altri Paesi.

Bilancio, ecco gli stati promossi da Bruxelles

Di tutti gli stati membri, in particolare, la Ue ne ha trovati dieci (Germania, Irlanda, Grecia, Cipro, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria e Finlandia), i cui documenti programmatici di bilancio “sono stati ritenuti conformi al patto di stabilità e crescita per il 2019”.

In tre casi, Estonia, Lettonia e Slovacchia, i documenti programmatici di bilancio sono risultati “sostanzialmente conformi al patto di stabilità”, e bene o male dovrebbero rispettare gli obiettivi di bilancio a medio termine.

Nei bilanci di quattro Stati membri, Belgio, Francia, Portogallo e Slovenia, la Commissione Ue ha rileva “un rischio di non conformità al patto di stabilità”, perché !quei documenti programmatici potrebbero determinare una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento verso i rispettivi obiettivi di bilancio a medio termine”.

Manovra, Spagna osservata speciale. Italia bocciata

Ma la censura della Commissione Ue si è abbattuta inesorabile sulle manovre di bilancio presentate da Spagna, Ungheria e Romania s e soprattutto dall’Italia.

Madrid, in particolare, ha stimato nella sua manovra di bilancio un disavanzo nominale che “dovrebbe scendere al di sotto del 3 per cento il prossimo anno, e il paese dovrebbe uscire dalla procedura per i disavanzi eccessivi ed essere quindi soggetto al braccio preventivo del patto a partire dall’anno prossimo”.

Per questo, il documento programmatico di bilancio presentato dalla Spagna è ritenuto “a rischio di non conformità al patto di stabilità e crescita nel 2019 – come hanno rilevato i tecnici di Bruxelles – Tale valutazione si basa sulle previsioni economiche d’autunno 2018, che indicano una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento richiesto verso l’obiettivo di bilancio a medio termine e la non conformità con il parametro transitorio di riduzione del debito nel 2019.

All’Ungheria, che secondo i tecnici di Bruxelles non ha adottato gli efficaci interventi correttivi già chiesti dalla Commissione, sarà inviata una nuova raccomandazione con cui si chiederà a quel paese “di provvedere a un aggiustamento strutturale annuo pari ad almeno l’1 per cento del PIL nel 2019, mentre il disavanzo pubblico è aumentato, passando da -1,6 per cento nel 2016 a -2,4 per cento nel 2018, e secondo le previsioni dovrebbe rimanere leggermente inferiore a -2 per cento nei prossimi due anni”.

Anche la Romania, secondo la Commissione, non ha adottato gli interventi richiesti da Bruxelles per un aggiustamento strutturale annuo dello 0,8 per cento del PIL sia nel 2018 che nel 2019. Per questo a Bucarest arriverà una nuova raccomandazione con cui si chiederà un aggiustamento strutturale annuo pari ad almeno l’1 per cento del PIL nel 2019. In Romania il disavanzo pubblico è aumentato, passando da -0,5 % nel 2015 a -2,9 % nel 2016, e secondo le previsioni dovrebbe attestarsi a -3,3 % nel 2018, -3,4 % nel 2019 e -4,7 % nel 2020, il livello di deficit più elevato dell’UE.

Manovra, ecco le contestazioni che arrivano da Bruxelles

Molto più grave, invece, lo scostamento dagli obiettivi di bilancio della manovra presentata dall’Italia.

Il bilancio italiano, infatti, sembra non rispettare il criterio del debito pubblico, che nel 2017 era pari al 131,2% del Pil, l’equivalente di 37 mila euro per ogni abitante, e che perciò superava il valore di riferimento del 60 per cento stabilito dal trattato europeo.

La nuova bocciatura europea – dicono a Bruxelles – “si è resa necessaria poiché i piani di bilancio dell’Italia per il 2019 modificano in maniera sostanziale i fattori significativi analizzati dalla Commissione lo scorso maggio”.

La Commissione fa sapere di aver esaminato i conti italiani sulla base dell’articolo 126, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che  comprende la valutazione di tutti i fattori pertinenti.

In particolare, ecco i rilievi e le osservazioni che preoccupano i tecnici di Bruxelles e spiegati oggi dai commissari Ue:

  1. le condizioni macroeconomiche, nonostante il recente intensificarsi dei rischi di revisione al ribasso, non possono essere invocate per spiegare gli ampi divari dell’Italia rispetto al parametro di riduzione del debito, data una crescita del PIL nominale superiore al 2 per cento dal 2016;
  2. i piani del governo implicano un notevole passo indietro sulle passate riforme strutturali volte a stimolare la crescita, in particolare sulle riforme delle pensioni adottate in passato;
  3. il rischio di deviazione significativa dal percorso di aggiustamento raccomandato verso l’obiettivo di bilancio a medio termine nel 2018 e l’inosservanza particolarmente grave per il 2019 della raccomandazione rivolta all’Italia dal Consiglio il 13 luglio 2018, stando ai piani del governo e alle previsioni d’autunno 2018 della Commissione.

Insomma, i tecnici di Bruxelles confermano l’analisi fatta in precedenza, e cioé che, con questa manovra di bilancio, l’Italia non riesce a soddisfare il criterio del debito pubblico (così come stabilito dal trattato sull’Unione europea e dal regolamento (CE) n. 1467/1997).

Di qui la procedura per i disavanzi eccessivi che, a questo punto, non può non partire. A meno che il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte non riesca a convincere delle sue ragioni il oresidente della Commissione, Jean Claude Juncker, quando i due si vedranno a cena sabato prossimo a Bruxelles.

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