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Maserati Biturbo, la Formula 1 in cantina

27 Dicembre 2021 0 Di Carlo Carugati

Quarant’anni dopo la presentazione della Maserati Biturbo, il Biturbo Club Italia al santuario dello sport delle Cantine Giacobazzi.

Maserati Biturbo, la Formula 1 in cantina”

Il 14 dicembre 1981, in Viale Ciro Menotti a Modena, Alejandro de Tomaso presentava alla Stampa la sua ultima creazione: la Maserati Biturbo.

Sono passati 40 anni da quell’evento, ed il Biturbo Club Italia nella domenica più vicina (19 dicembre) ha voluto tenere il pranzo natalizio sempre nella provincia di Modena cogliendo l’occasione per un piccolo raduno culturale eno-gastronomico.

La scelta è caduta sulle Cantine Giacobazzi di Nonantola (Modena) che non solo sono antichi cantinieri come Gavioli dal 1794 ma oggi, hanno l’attrattiva di avere nella loro cantina di Via Provinciale Ovest 55, ben due Musei all’interno, oltre alla cantina. Data la stagione, non si è obbligato i soci a partecipare con le vetture storiche, ma alcuni irriducibili provenienti dal nord e centro Italia hanno sfidato il tempo esponendo una piccola rappresentanza del modello.

Si potevano quindi ammirare: Biturbo 1^ serie 1983 con MABC MY ’84, Biturbo S, 222, Spyder I Zagato ed infine una Quattroporte IV 2,8 Evoluzione in un bel Moss Green.

Data la stagione, non si è obbligato i soci a partecipare con le vetture storiche, ma alcuni irriducibili provenienti dal nord e centro Italia hanno sfidato il tempo esponendo una piccola rappresentanza del modello.

Si potevano quindi ammirare: Biturbo 1^ serie 1983 con MABC MY ’84, Biturbo S, 222, Spyder I Zagato ed infine una Quattroporte IV 2,8 Evoluzione in un bel Moss Green.

Le Cantine Giacobazzi erano anche fornitrici del grande Luciano Pavarotti del quale troviamo un busto del 2008 dell’artista Cristina Rancati ed un’immagine pubblicitaria che ritrae il Maestro Pavarotti con una bottiglia del Lambrusco di Modena Giacobazzi, vino del quale, da buon modenese era buongustaio.

Cantine Giacobazzi, il “santuario dello sport” nel Museo del Vino e della Civiltà contadina

Il Museo del Vino e della Civiltà Contadina è un percorso espositivo che racchiude pezzi pregevoli della memoria contadina. In un percorso che parte ovviamente dai macchinari per la raccolta e lavorazione dell’uva con tanto di fotografie storiche e schede di presentazione si arriva anche alla creazione dei barili e botti che abbisognano di attrezzi e strumenti adeguati.

Ed ecco che anche determinate frasi che oggi sono nel linguaggio comune come: “Un colpo al cerchio ed una alla botte” raggiungono il loro pieno significato, in quanto proprio per creare dai piccoli barilotti alle grandi botti, gli artigiani dovevano proprio dare un colpo al cerchio ed una alla botte per realizzare il pregevole scrigno del nettare divino.

Ma l’ingegno dell’uomo arriva anche, ed è esposta nel museo, alla creazione di un macchinario da esposizione che nel progetto permetteva di mescere il vino nei bicchieri per la distribuzione nelle fiere.

Un meccanismo alimentato da macchina a vapore od i classici Landini dell’epoca passata.

Presenti nel museo anche vari esemplari di biciclette storiche, molto rare e particolari ed una Carrozza Orlandi (nota casa che produrrà anche rimorchi), trasporto persone.

Ma all’interno del Museo si apre un’altra porta che conduce nel “santuario dello sport”!

In questo padiglione si trovano preziosi cimeli sportivi che testimoniano le imprese agonistiche di campioni dello sport come

In un percorso che parte ovviamente dai macchinari per la raccolta e lavorazione dell’uva con tanto di fotografie storiche e schede di presentazione si arriva anche alla creazione dei barili e botti che abbisognano di attrezzi e strumenti adeguati.

Ed ecco che anche determinate frasi che oggi sono nel linguaggio comune come: “Un colpo al cerchio ed una alla botte” raggiungono il loro pieno significato, in quanto proprio per creare dai piccoli barilotti alle grandi botti, gli artigiani dovevano proprio dare un colpo al cerchio ed una alla botte per realizzare il pregevole scrigno del nettare divino.

Ma l’ingegno dell’uomo arriva anche, ed è esposta nel museo, alla creazione di un macchinario da esposizione che nel progetto permetteva di mescere il vino nei bicchieri per la distribuzione nelle fiere.

Un meccanismo alimentato da macchina a vapore od i classici Landini dell’epoca passata.

Presenti nel museo anche vari esemplari di biciclette storiche, molto rare e particolari ed una Carrozza Orlandi (nota casa che produrrà anche rimorchi), trasporto persone.

Ma all’interno del Museo si apre un’altra porta che conduce nel “santuario dello sport”!

In questo padiglione si trovano preziosi cimeli sportivi che testimoniano le imprese agonistiche di campioni dello sport come Gilles Villeneuve e Marco Pantani, di cui l’azienda era sponsor.

Non mancano alcune vetture rappresentative della storia italiana, come la Fiat 500 A, conosciuta come Topolino o la Fiat 508 3 marce detta “Balilla”.

Ma l’occhio dell’appassionato non può non solo soffermarsi agli esemplari presenti di Formula 1, come la Williams FW16 che per gli appassionati è la monoposto guidata da Ayrton Senna ad Imola. Ed ancora la Ferrari SF 16H di Sebastian Vettel.

Ma in un angolo, l’appassionato delle storiche ammira la Maserati Mistral coupè, che si confronta con una moderna Ferrari 612 Scaglietti, ma non sdegna lo sguardo ad una Ferrari 400 che dalla targhetta dovrebbe essere automatica, ma il “Drake” le sue personali Ferrari le voleva solo manuali e quindi ecco con la sua targa Modena la 400, manuale, unico esemplare prodotta per Enzo Ferrari.

Usciti dopo tanto belvedere il palato ha sete e quindi un gradito assaggio di alcune novità della Cantina, come il Lambrusco bianco spumante da 12,5 gradi, molto gradevole, ed il Lambrusco rosé di Sorbara da 11 gradi, anche se per noi il podio va al Lambrusco Grasparossa tradizionale rosso sempre da 11 gradi.

Fatte quindi le debite spese, viene l’ora del desinare e quindi il gruppo delle Biturbo, alcune Levante e varie si sono dirette a Casa Carpanelli, dove lo chef Eugenio Grenzi, ci ha deliziato non solo con un menù tipicamente modenese, ma soprattutto fatto di componenti a km zero prodotte direttamente dall’azienda in loco.

È tempo di rientrare, non senza alcuni ultimi scatti alle nostre Biturbo, prima della partenza. Nel 2022 festeggeremo i 40 anni del lancio al pubblico ai Saloni di Ginevra e Torino, della Maserati Biturbo.

Per seguire le attività del Biturbo Club Italia: www.biturboclubitalia.it

Carlo Carugati

Vicepresidente Biturbo Club Italia

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