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Auto elettriche:l’Ue decide dal 2035. Sarà davvero cosi’?

Auto elettriche:l’Ue decide dal 2035. Sarà davvero cosi’?

10 Giugno 2022 0 Di Nunzio Ingiusto

Le auto elettriche in circolazione obbligata dal 2035  scatenano proteste e qualche contraddizione nel provvedimento. dell’Unione Europea. Interessi, scambi commerciali, tecnologie, posti di lavoro: che ne sarà fino al 2035?

Per la diffusione delle auto elettriche in lungo e in largo non sarà facile e si sapeva. La decisione del Parlamento Europeo sul blocco dei veicoli a motore termico al 2035 sta provocando un terremoto in tutta Europa. La transizione green va bene, ma in ballo ci sono posti di lavoro ,investimenti miliardari, scambi internazionali. L’Ue doveva decidere avevano chiesto molte Ong. La decisione del Parlamento è arrivata, pero’, senza una  strategia definita e condivisa prima di fissare quella data richiesta .Il  risultato è sotto gli occhi di tutti, ambientalisti compresi. In poche ore decine di prese di posizione contro Bruxelles che alla lunga qualche effetto lo avranno. Tra queste, quella dall’Assogasmetano, secondo cui l’UE con il phase-out al 2035 di fatto “ nega il principio di neutralità tecnologia ed il concetto di sostenibilità ambientale.” Si, i motori inquinano, ma tutte le politiche europee sulla sostenibilità hanno bisogno di un restyling se non vogliamo credere ai miracoli.

Il gioco delle doppie verità tra Ue ed Associazioni vede da un lato una “posizione ideologica  smentita dalla realtà” secondo cui i veicoli elettrici siano a zero emissioni, indicando come unico metodo di valutazione soltanto le emissioni allo scarico”. Viceversa, si sostiene, il vero impatto di un veicolo elettrico sull’ambiente deve tenere conto non solo della produzione di energia elettrica per la sua alimentazione, ma anche delle emissioni di CO2 dal momento della sua costruzione fino allo smaltimento. Parliamo di LCA ( analisi del ciclo di vita) di un automezzo che bisognerebbe prendere in considerazione. Siamo sicuri che l’energia elettrica per far girare un motore green è ( sarà) prodotta tutta da energie rinnovabili? Non ne sono certo. Considerare tutto il periodo di vita utile di un mezzo elettrico, dice Assogasmetano,  renderebbe le cose meno complicate , ovvero un percorso più soft prima di chiudere un ciclo storico dei motori tradizionali. Nella decisione europea ci sarebbe, poi, anche una smentita delle priorità, indicate dalla Commissione Europea stessa per lo sviluppo dell’economia circolare. Si sa che le ragioni non sono mai tutte dalla stessa parte, ma l’Europa è una macchina difficile da far camminare senza zig zag. Ed anche il  Ministro della Transizione ecologica italiano  Roberto Cingolani  ha raccomandato prudenza.

Negli ultimi anni – dice il Presidente di Assogasmetano, Flavio Merigo – abbiamo evidenziato come il biometano, una delle eccellenze italiane, debba essere considerato uno strumento di straordinaria importanza per raggiungere gli obiettivi imposti dal pacchetto Fit for 55, essendo una fonte rinnovabile”. L’Italia con le sue storiche case automobilistiche in vista del 2035,  per ora non ha esplicitato tutto il potenziale tecnologico ed economico per rispettare quella data . La norma , si dice in queste ore, consegna l’industria italiana nelle mani dei Paesi che hanno il monopolio mondiale nella produzione delle terre rare, fondamentali per la tecnologia della mobilità elettrica. Senza dire dell’impatto ambientale per estrarle e metterle sul mercato. In conclusione siamo proprio convinti che la decisione di puntare sulle auto elettriche contro le auto a benzina e diesel resterà cosi’ integra per oltre un decennio ?

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