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Napoli e la magia del Natale

Napoli e la magia del Natale

23 Dicembre 2021 1 Di Patrizia Russo

Napoli è entrata nel cuore dei turisti che cercano la magia del Natale. Camminare per le strade decorate a festa, visitare la Cappella Sansevero, ammirare il Vesuvio, passeggiare sul lungomare, mangiare una squisita pizza; ecco alcuni suggerimenti per un favoloso weekend nel capoluogo partenopeo.

A Napoli l’atmosfera natalizia calda e festosa

Un viaggio in Campania con tappa a Napoli è quasi d’obbligo in questo periodo, specialmente per chi desidera ritrovare i colori, i sapori e i suoni natalizi. Città aperta, accogliente sempre che in questo periodo dell’anno regala un’atmosfera e una convivialità ancora più forte.

Le luci, gli innumerevoli colori, i profumi e i sapori delle delizie culinarie, i mercatini alla ricerca del regalo originale, sono solo alcune delle esperienze per chi la sceglierà come meta anche solo per un week-end.

Come afferma un anonimo napoletano:

❝In mezzo ai vicoli, nel ventre di Napoli, a Natale è una festa di tradizioni, odori e sapori. I presepi e i pastori, i capitoni e le pizzette fritte di baccalà, la folla colorata nei decumani: è un’esperienza infinita❞.

Il Cristo velato, il vero simbolo di Napoli 

Nel cuore della Napoli storica, qualsiasi itinerario non può fare a meno di passare da Spaccanapoli, l’antico decumano maggiore della città greca e romana.

Al centro di Spaccanapoli alle spalle di piazza San Domenico Maggiore e nei pressi di San Gregorio Armeno – la strada dei presepi – si trova la Cappella Sansevero, autentico e prezioso scrigno che custodisce il meraviglioso Cristo velato. Questa scultura di marmo rappresenta Gesù a grandezza naturale. Opera dell’abilissimo scalpello di Giuseppe Sanmartino (artista napoletano), dal 2006 è considerato il “Monumento simbolo della città Partenopea”.

Opera di ineguagliabile bellezza, un capolavoro che affascina, emoziona e che lascia incantati. Difficile descrivere a parole l’intensità dello sguardo e la delicatezza del velo trasparente adagiato sul corpo privo di vita di Gesù Cristo che però lascia intravedere i particolari del corpo martoriato.

La cosa straordinaria è che l’artista ha scolpito la statua in un unico blocco di marmo. Le pieghe del velo sono frutto di una così perfetta abilità scultorea che sembrano essere di altro materiale, di un tessuto leggero, morbido e trasparente. Difficile sfuggire alla forza magnetica del Cristo Velato e non ruotargli attorno almeno per qualche giro.

 

Cristo velato | @credit Museo Sansevero

Ma, la Cappella Sansevero, perla dell’arte barocca, oltre a custodire uno dei più grandi capolavori della storia dell’arte, il Cristo velato, è un vero scrigno di sculture, marmi e ornamenti.

Al centro dell’unica navata è collocato il Cristo, di fronte l’altare maggiore e tutt’intorno le statue delle Virtù. Il Cristo velato di Sanmartino, la Pudicizia di Corradini e il Disinganno di Queirolo formano la terna d’eccellenza artistica della Cappella.

Disinganno rappresenta un uomo che cerca di districarsi da una rete che avvolge il suo corpo. La delicatissima rete realizzata con formidabile ed eccezionale abilità tecnica stupisce l’osservatore. La statua della Pudicizia scolpita da Corradini rappresenta una donna velata, in piedi, appoggiata ad una lapide spezzata. Un’altra figura velata vicino a quella del Cristo Velato, che non è da meno.

Nella Cavea sotterranea sono conservate le famose Macchine anatomiche, ovvero i corpi di un uomo e di una donna in posizione eretta, con il sistema circolatorio quasi perfettamente integro. Le Macchine furono realizzate dal medico palermitano Giuseppe Salerno, sotto la direzione del principe Raimondo di Sangro intorno al 1763-64. Ancora oggi, a circa due secoli e mezzo di distanza, non siamo a conoscenza attraverso quali procedimenti o adoperando quali materiali si sia potuta ottenere una tanto eccezionale conservazione dell’apparato circolatorio.

Usciti dalla Cappella Sansevero ci si tuffa nel cuore pulsante di Spaccanapoli. Qui si trova l’anima più verace di Napoli: pasticcerie, friggitorie, botteghe di artigianato locale, il complesso monumentale di Santa Chiara, l’ospedale delle bambole e i presepi di San Gregorio Armeno.

San Gregorio Armeno, la strada dei presepi

Specialmente nel periodo natalizio, ma in realtà in qualsiasi momento dell’anno, non si può non fare tappa a San Gregorio Armeno, la celebre strada degli artigiani del presepe, posta tra due decumani: Via San Biagio dei Librari (Decumano Inferiore o Spaccanapoli) e via dei Tribunali (Decumano Maggiore).

La strada è un susseguirsi di botteghe, negozietti e bancarelle coloratissime che vendono tutto il necessario per comporre il presepio. Il visitatore sarà sopraffatto dalla quantità e dalla varietà dell’offerta: dalle tradizionali casette in sughero, ai classici pastori rigorosamente realizzati in terracotta con una pecorella, una capretta o una mucca al seguito; dai commercianti: il macellaio, il salumiere, il pescivendolo, il pizzaiolo, il venditore di frutta; agli immancabili per tradizione: Benito ed i Re Magi e naturalmente la Sacra Famiglia, con il bue e l’asinello.

Statuette in una bottega artigiana di San Gregorio Armeno | Ph. P. Russo/IN24

Questo luogo conserva perfettamente il mistero e il fascino di un antico passato, dove il sacro e il profano si fondono perfettamente.

L’estro e la creatività, che da sempre contraddistinguono questa città, ha portato ogni anno gli abili artigiani ad arricchire la tradizionale produzione con una collezione parallela, introducendo ogni anno i personaggi del momento, la caricatura del Vip di turno, l’immancabile Maradona, Papa Francesco e così via.

Napoli e la pizza, connubio indissolubile

Siamo tutti appassionati della pizza, simbolo principale di Napoli e patrimonio UNESCO dal 2017.

Oggi si trova praticamente ovunque, ma se la si vuole assaggiare come tradizione comanda allora bisogna scegliere le pizzerie tradizionali.

È proprio tra i vicoli che possiamo essere sicuri di assaporare il gusto originale della vera pizza che si scioglie in bocca. Ogni città ha la sua tradizione e nella capitale della pizza non è usanza prenotare. Quindi scelta la pizzeria è necessario comunicare il proprio nome e il numero dei commensali al ragazzo che generalmente si trova sulla porta e aspettare di essere chiamati. Il motivo è semplice. La prenotazione non permette una veloce turnazione dei tavoli. Così fuori dalle migliori o più rinomate pizzerie si forma un discreto capannello di persone, che nel frattempo parlano, commentano e aspettano il proprio turno.

Pizza napoletana | Ph. P. Russo/IN24

Tra le tante pizzerie una da provare è La figlia del Presidente, nei pressi del rione sanità. Storico locale, location sotterranea tra muri e archi di tufo con tavoli in marmo apparecchiati in maniera essenziale. All’ingresso c’è la friggitoria, con l’abc del cibo da strada napoletano: crocchè, arancini, frittatine di maccheroni, zeppoline di pasta cresciuta. I piatti sono molto abbondanti e curati. In particolare il fritto è una delizia per il palato, croccante fuori e morbido dentro. Ovviamente la regina è la pizza napoletana: difficile mangiarne una intera, ma è ugualmente difficile lasciarne anche solo un piccolo pezzo! Il servizio è molto veloce e con la cordialità tipica napoletana.

Pur essendo il servizio molto veloce l’attesa in un week-end festivo può essere anche di un paio d’ore. Bisogna, quindi armarsi di pazienza, attenzione e orecchie tese verso il proprio nome per non perdere il turno, ma una volta entrati se ne esce soddisfatti e con un ottimo rapporto qualità/prezzo.

Napoli ha inventato il caffè sospeso

Napoli è anche riconosciuta come la capitale del caffè. E proprio da questa città e dal cuore generoso dei suoi abitanti che parte un’altra tradizione, quella del caffè sospeso.

Un’idea tutta napoletana, che consiste nell’offrire un caffè a qualcuno che non può permetterselo. L’antica pratica consiste nel pagare insieme al proprio anche un altro caffè da lasciare, appunto, per chiunque lo chiedesse.

Un bel gesto di solidarietà, verso l’umanità in senso lato, che in questi ultimi anni di crisi è stato ripreso. Uno dei locali che partecipano all’iniziativa e che nel 2010 ha dato vita alla rete del caffè sospeso, è il celebre Gran Caffè Gambrinus, in piazza Trieste e Trento, di fronte al Teatro San Carlo e a Palazzo Reale.

Quindi se qualcuno volesse condividere un caffè basta recarsi alla cassa e dire: “Due caffè di cui uno sospeso” e poi inserire lo scontrino in una grande moka posta accanto alla cassa.

Perché come afferma Luciano De Crescenzo, nell’introduzione al suo libro Caffè sospeso:

“Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo…”.

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