Napoli, la Finanza blocca l’industria illegale degli abiti usati
05 Giugno 2019La Guardia di Finanza ha sequestrato nel Napoletano e nell’area Vesuviana 8 complessi aziendali dove sono state trovate 1.600 tonnellate di abiti usati illecitamente stoccati.
Abiti usati, le Fiamme gialle sequestrano 8 impianti abusivi di stoccaggio
Una complessa azione di contrasto all’abusivismo commerciale e ai reati ambientali, condotta dalla Guardia di Finanza del Gruppo di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, ha portato un duro colpo all’industria degli abiti usati. Nel corso dell’operazione, le Fiamme gialle hanno sequestrato 8 impianti di stoccaggio, ubicati in diversi comuni dell’hinterland vesuviano, in cui avveniva lo stoccaggio, il recupero e il commercio di indumenti usati, e dove sonostati trovati un gran numero di lavoratori a nero e oltre 1.600 tonnellate di rifiuti speciali illecitamente stoccati e smaltiti.
All’origine dell’operazione di oggi, due interventi svolti nei mesi scorsi dalla Compagnia di Casalnuovo di Napoli hanno permesso di individuare, sempre nelle stesse aziende, non solo la presenza di lavoratori a nero, ma soprattutto gravi violazioni alle vigenti disposizioni in materia di stoccaggio e smaltimento dei rifiuti. In tutti quei casi, infatti, i finanzieri hanno riscontrato la presenza di grandi quantità di prodotti tessili usati, che non erano però trattati come prescrive la normativa sui rifiuti speciali non pericolosi. In quei casi, entrambi gli impianti sono stati sequestrati insieme a circa 200 tonnellate di abiti usati.
Ma da quei sequestri l’indagine è stata poi condotta su un raggio sempre più largo, e sono state ispezionate altre 12 aziende operanti sempre nello stesso settore. E in tutti questi casi, è stato appurato innanzitutto che le aziende si avvalevano di manodopera in nero: ben 26 lavoratori tutti irregolari e privi di inquadramento contrattuale e contributivo.
In molti casi è stato anche accertato che le aziende operavano in totale assenza di qualsiasi autorizzazione al trattamento dei rifiuti, e “lavoravano” perciò abusivamente capi di abbigliamento dismesso che venivano selezionati, stipati in buste di plastica ed accatastati alla meglio insieme ai materiali di scarto delle operazioni di cernita e taglio.
Inoltre, non è stato individuato alcun impianto o macchinario per la igienizzazione di questi abiti usati, ed il titolare non non è stato in grado di esibire la certificazione relativa all’avvenuto trattamento di sanificazione, né tanto meno la documentazione fiscale concernente l’acquisto degli abiti usati.
In altri casi ancora, le imprese, benché dotate delle previste autorizzazioni, operavano in maniera illecita, stoccando quantità di rifiuti di gran lunga superiori a quelle consentite dalle autorizzazioni.
In un caso, a Cercola, alle falde del Vesuvio, è stata scoperta una azienda che di fatto agiva come centro di raccolta, ed era una enorme discarica di centinaia di tonnellate di tessuti, abiti smessi, e rifiuti e scarti tessili di ogni genere.
Per questo, la Guardia di Finanza ha posto sotto sequestro 8 complessi aziendali, per un totale di 12 capannoni ed aree pertinenziali per circa 6 mila metriq quadrati, insieme a tutti i macchinari industriali che vi sono stati rinvenuti, e soprattutto oltre 1.600 tonnellate di rifiuti speciali.
Tutti i responsabili, nove persone italiane ed una donna ucraina ma residente in Italia, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Nola e dovranno rispondere delle accuse di illecita gestione di rifiuti.