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Nave Diciotti, “sequestro” dei migranti all’epilogo. E Salvini finisce indagato

Nave Diciotti, “sequestro” dei migranti all’epilogo. E Salvini finisce indagato

26 Agosto 2018 0 Di Pietro Nigro

Volge all’epilogo la vicenda del presunto “sequestro” della nave Diciotti. Conte: Europa sconfitta. I migranti scendono e il ministro Salvini finsce indagato.

Diciotti, finisce il “sequestro” dei 177 migranti

Volge all’epilogo, dunque, la vicenda della nave Diciotti, che per giorni ha tenuto banco sui media e che, secondo alcuni, è riuscita a distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica dalla tragedia del Ponte di Genova. I 177 migranti salvati in acque maltesi possono sbarcare: 20 andranno in Albania, 20 in Irlanda e 100 saranno presi in carico dalla Conferenza episcopale italiana. Finisce in un nulla di fatto il vertice europeo di ieri – “una sconfitta dell’Europa, non dell’Italia”, ha detto il premier Conte, mentre il ministro degli Interni Matteo Salvini e il suo capo di Gabinetto finiscono indagati per sequestro di persona e altri reati.

I migranti possono scendere dalla nave ormeggiata a Catania, dunque. Ad annunciarlo è stato lo stesso Salvini e poi il premier Antonio Conte, che ha commentato la vicenda anche con un lungo post sul suo profilo Facebook.

I migranti sono stati salvati da un barcone in navigazione nel Mediterraneo, in acque Sar (Search and rescue) maltesi, e dopo che le stesse autorità di Malta avevano rivendicato per prime il soccorso il 15 agosto.

Degli uomini e delle donne recuperate dalla Nave Diciotti, 13 sono state subito portate a terra perchè versavano in condizioni sanitarie critiche. Successivamente, altri 17 individui, minori non accompagnati e donne, sono stati fatti scarcare a Catania, al molo di Levante, dove la Diciotti ha attraccato cinque giorni fa. E infine, ieri è arrivato il permesso di sbarcare anche altri 11 umoni e 6 donne, sempre per necessità sanitarie.

Nelle ore successive sono stati fatti sbarcare anche tutti gli altri, che hanno ricevuto la necessaria asssistenza nell’hot-spot realizzato nell’ex caserma Gasparro di Messina, dove i 137 migranti sbarcati poco dopo la mezzanotte.

In molti hanno dormito poco visto che sono arrivati su autobus dell’aeronautica militare di stanza a Sigonella, nella tarda nottata. Resteranno nella struttura gestita dalla società Badia Grande in attesa della successiva distribuzione tra Chiesa Italiana, Albania e Irlanda.

Ma la vicenda ha assunto immediatamente altri rsvolti, soprattutto politici oltre che sanitari.

In molti hanno espresso preoccupazione per le condizioni di salute dei migranti, sebbene imbarcati su una nave attrezzata e dotata di personale medico e ospedale di bordo.

“Vogliamo rassicurare coloro che hanno espresso preoccupazione per le loro condizioni: – ha scritto Conte – abbiamo prestato loro continua assistenza sanitaria e fornito tutto il vitto necessario. Questo Governo esprime una politica sull’immigrazione rigorosa e coerente, ma non abbandona a se stesse persone che sono in pericolo di vita o comunque versano in condizioni critiche”.

Nel frattempo, il Governo, soprattutto attraverso il ministro degli Esteri, ha chiesto alle strutture europee di partecipare alla distrubuzione dell’accoglienza, senza ricevere pressoché risposte, come ha ricordato anche il vicepremier Luigi Di Maio in una intervista rilasciata oggi a Sky Tg 24.

Da ultimo, anche un vertice svoltosi venerdì 24 a Bruxelles, a seguito di quello di giugno, non ha dato però risultati.

“L’incontro che si è svolto a Bruxelles – ha spiegato Conte – in tema di immigrazione, e che si è concluso con un nulla di fatto, non è una sconfitta dell’Italia, come qualcuno superficialmente ha scritto. E’ una sconfitta dell’Europa. Non attesta solo un arretramento rispetto alle Conclusioni che tutti e ventotto i Paesi membri hanno liberamente sottoscritto nel corso del Consiglio Europeo dello scorso giugno. Attesta una palese violazione dello “spirito di solidarietà” che anima i Trattati e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”.

Paradossalmente, si fa notare dal Governo, la risposta è arrivata dall’Albania, che ha da poco avviato le procedure per entrare nell’Unione e che “ha dato uno schiaffo a tutti i Paesi europei”, come ha rilevato Di Maio. Tutti gli altri Paesi, invece, a quanto detto dal vicepremier, a cominciare da quelli che hanno sollecitato l’Italia a mostrasi solidale, “si sono limitati a mandare gli sherpa alla finta riunione di venerdì ed hanno preferito andarsene in vacanza“.

All’Europa, come ha spiegato Conte, “Questo Governo ha offerto un significativo contributo al fine di elaborare e pervenire a un serio progetto di politica europea – complesso, articolato, multilivello – in materia di migrazioni. Le Conclusioni condivise a fine giugno hanno costituito un buon compromesso tra le varie istanze dei Paesi membri, con la raggiunta consapevolezza della necessità di superare l’attuale regolamento di Dublino. Nonostante questo, l’Italia deve prendere atto che lo “spirito di solidarietà” stenta a tradursi in atti concreti. Ho scritto ieri che ne avremmo tratto le conseguenze. Chiarisco meglio: siamo al lavoro per porre una riserva all’adesione dell’Italia al piano finanziario pluriennale in corso di discussione. A queste condizioni, l’Italia non ritiene possibile esprimere adesione a un bilancio di previsione che sottende una politica così incoerente sul piano sociale. E’ questo il nostro contributo per far crescere l’Europa. Non possiamo accontentarci di uno spazio comune di mercato, di un’aggregazione di Paesi che si ritrovano sulla base di meri interessi economici”.

Critiche al Governo, Conte difende il suo operato

Critiche allla condotta del Governo in questi giorni ne sono arrivate da varie parti, ma a tutti il Premier risponde così. “I numeri ci danno ragione. Gli sbarchi sono diminuiti dell’85%, se compariamo questo periodo di Governo con il medesimo lasso temporale dell’anno precedente. e soprattutto con questo Governo il Mediterraneo non è più il cimitero dei migranti senza nome. Le politiche dei governi precedenti non hanno impedito che circa 34.000 migranti trovassero la morte negli ultimi 15 anni. Una politica rigorosa non solo vale a contrastare i traffici illeciti e le tratte “disumane” ma consente di evitare un così inaccettabile numero di vittime in mare.

Salvini indagato dalla procura di Agrigento

Per la vicenda dei migranti, intanto, è stato iscritto nel registro delle indagini il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, assieme al suo capo di gabinetto: dovrà rispondere di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. A decretarlo, il Procuratore della Repubblica di Agrigento, Luigi Patronaggio, lo stesso che nei giorni scorsi si è recato a bordo della nave pattugliatore Diciotti, ormeggiata in porto.

Gli atti giudiziari sono stati spediti ovviamente al Tribunale dei ministri, competente a giudicare i componenti del Governo. Ma l’iscrizione di Salvini nel registro degli indagati non sembra turbare nè l’interessato, nè gli altri membri del governo.

Il capo del Viminale, in particolare, definisce una vergogna l’indagine: “Difendo i confini del Paese, non ci fermeranno”.

Ad esprimre la sua solidarietà a Salvini è stato anche Silvio Berlusconi: la sua “assurda ed inconsistente vicenda giudiziaria – scrive in una nota -, non potrà che avere un esito a Lui favorevole. Ancora una volta l’autorità giudiziaria è intervenuta su una vicenda esclusivamente politica su cui non dovrebbe minimamente interferire“.

Anche Di Maio ha parlato apertamente, a sostegno del collega di governo. “In questi giorni non è mancata la compattezza del Governo. – ha detto Di Maio in un video – Devo ringraziare il ministro degli Esteri Moavero e il premier Conte perchè abbiamo fatto un gioco di squadra che sarà molto importante per le altre emergenze. Siamo stati compatti sulla linea da tenere, anche perchè bisognava contrattare con altri Paesi. Il Governo è stato ed è compatto sulle decisioni prese. Il ministro Salvini, prosegue il leader pentastellato, vada avanti perchè non ha violato il codice etico del contratto e dei Cinque stelle. Il Governo si assume la responsabilità politica delle scelte fatte sul caso della nave Diciotti ma c’è “pieno rispetto” per l’azione della magistratura per cui non dobbiamo “attaccare” i pm che indagano.

Per Matteo Renzi, invece, è una doppia morale quella di Luigi Di Maio, che in passato era arrivato a chiedere le dimissioni dell’allora ministro degli Interni Angelino Alfano.

Al capo politico dei Cinque Stelle – replica su Twitter l’ex premier – Non chiediamo a DiMaio di far dimettere #Salvini “in 5 minuti”. No! Noi diciamo solo a Di Maio che la sua #DoppiaMorale è una vergogna civile. E che manganellare via web gli avversari quando fa comodo non è politica, ma barbarie. Parlavano di onestà, dovrebbero scoprire la civiltà“.

A criticare invece l’azione del magistrato è un altro esponente del Pd, Pierferdinando Casini.

Un magistrato che indaga sul politico che in Italia gode della maggiore popolarità e consenso è una scena già vista negli ultimi anni ha scritto Casini in una nota – Basterebbe la sola vicenda di Silvio Berlusconi a rievocare tempi che sembravano in qualche modo lontani, con la magistratura in guerra al posto delle opposizioni per abbattere ora questo o quel politico. Il mio giudizio sull’operato del ministro Salvini è chiaro – dice Casini – ma vorrei fosse a tutti altrettanto chiaro che il Procuratore della Repubblica di Agrigento, Luigi Patronaggio, ieri ha dato il via alla campagna elettorale del ministro dell’Interno per le elezioni europee. Questo è capitato e capiterà sempre ogni volta che si confondono i piani tra politica e giustizia“.
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