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Né Disneyland, né Gardaland: in Toscana il futuro si chiama Cafaggiolo

Né Disneyland, né Gardaland: in Toscana il futuro si chiama Cafaggiolo

19 Ottobre 2017 0 Di Francesca Pierpaoli

Disneyland, né Gardaland, con tutto il rispetto per Parigi e il Veneto. Sono come questa di Cafaggiolo le strutture che si devono fare in Toscana per attrarre i turisti. Altrimenti, che Toscana siamo”?

È quanto ha affermato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, nel corso del suo intervento dopo la presentazione del progetto di recupero della villa Medicea di Cafaggiolo, al centro della tenuta di 385 ettari situata a cavallo tra i comuni di Barberino del Mugello e Scarperia – San Piero, in provincia di Firenze.

L’occasione è stata l’illustrazione del Piano di tutela e valorizzazione della tenuta medicea, che dal 2013 é patrimonio dell’Unesco insieme a tutte le ville e ai giardini medicei della Toscana.

Cafaggiolo, un progetto ambizioso

Acquistati dieci anni fa dalla famiglia argentina dei Lowenstein 255 ettari di terreni boschivi e i 130 di seminativi, sono oggi protagonisti di un ambizioso piano di recupero che coinvolge in primo luogo il castello, eretto tra il 1443 e il 1451 su disegno di Michelozzo, e poi le 14 unità poderali che fanno parte della tenuta.

Nel giro di 2 anni e mezzo dovrebbero sorgere qui, grazie ad un investimento da 170 milioni di euro, 356 suites, quattordici ristoranti, 12 bar e poi campi da polo, calcio, equitazione, 30 chilometri di percorsi naturalistici, tre Spa, due musei e poi laghetti, piscine e altro, destinati ad incontrare i favori di un turismo internazionale di fascia alta e altissima, ma anche a creare fino a 3.000 posti di lavoro, tra diretti ed indotto.

“É un investimento di qualità – ha aggiunto il presidente Rossi – uno standard a cui la Toscana guarda con molta attenzione. Il Mugello ha poi estremo bisogno di una robusta crescita occupazionale, per cui la Regione giocherà volentieri, quando necessario, un ruolo di coordinamento e intanto ha finanziato la progettazione della nuova strada”.

Il progetto comprende infatti la dismissione di un tratto di circa due chilometri della regionale 65, la Bolognese, che diventerà una viabilità interna alla tenuta, mentre la nuova regionale correrà all’esterno, in riva sinistra della Sieve.

Complessivamente sarà un progetto, come hanno ben spiegato i proprietari Alfredo e Diana Lowenstein, argentini residenti a Lugano ma innamorati del Mugello, “che preserverà l’integrità della tenuta, recuperando la viabilità storica e proponendo un’offerta turistica esperienziale riportando all’antico splendore una tenuta storica”.

Sono 100.000 gli euro messi a disposizione dalla Regione per la progettazione. L’intento del presidente Rossi è quello di arrivare entro fine anno a rilasciare le autorizzazioni necessarie ad iniziare i lavori, per i quali la Regione aveva già stanziato 9 milioni di euro. Adesso attende di sapere con quanto dovrà contribuire alla loro realizzazione.

Dopo aver ringraziato la famiglia Lowenstein per la sua “determinazione, pazienza e capacità di ascolto”, Rossi ha parlato di un progetto che è “una sfida positiva per dare risposte a tanta bellezza, al lavoro dei nostri padri e alla nostra storia, avendo rispetto per noi stessi”, senza peraltro non aver mancato di ricordare come “stavolta siamo riusciti a mettere d’accordo anche i comitati”.

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