Contenuto Pubblicitario
Non dimentichiamo il virus jihadista che infetta l’Africa centrale

Non dimentichiamo il virus jihadista che infetta l’Africa centrale

10 Aprile 2020 0 Di Corrado Corradi

A marzo sono ripresi razzie e attacchi ai villaggi di Boko Haram, gruppo predatorio africano di impronta jihadista che sogna un feudo intorno al lago Ciad.

Non dimentichiamo il “virus jihadista” autoctono che infetta l’Africa centrale

Mentre il mondo è preso tra gli effetti del Covid-19 e le preoccupazioni per le prevedibili conseguenze del post emergenza, nell’Africa centrale, il Boko Haram (il più importante gruppo autoctono della nebulosa jihadista, dalle caratteristiche spirituali e organizzative africane e non arabe, per composizione dei suoi membri e per il modus operandi) incrementa sensibilmente il suo attivismo e allarga il suo raggio d’azione imperversando tra il nord est della Nigeria, il sud est del Niger, il sud ovest del Ciad e il nord del Camerun.

Significativa è l’analisi che ne fa il Think Tank britannico Chatam House:

“i miliziani di Boko Haram non hanno una strategia coerente né sono molto organizzati, ma potrebbero continuare per 30 anni i loro attacchi, considerando che la stessa reazione governativa contro di essi, almeno fino ad ora, si è dimostrata inefficace…”.

Infatti, a partire dalla seconda decade di marzo, Boko Haram ha condotto alcune significative azioni (assalti ad acquartieramenti e imboscate ad autocolonne) che gli hanno fruttato:

  • circa 150 soldati nigeriani e ciadiani uccisi (bilancio feriti non pervenuto);
  • decine di automezzi (camion e blindati) distrutti;
  • numerose armi sottratte;
  • ma soprattutto un incrementato senso di timorosa soggezione nella popolazione.

Contemporaneamente, pur continuando il suo attivismo nel nord ovest della Nigeria (negli ultimi mesi i terroristi del BH hanno attaccato ripetutamente il distretto di Nganzai), ha incrementato anche le azioni di saccheggio, incendio, esecuzioni di massa e rapimenti, nei confronti di almeno 4 villaggi cristiani del nord del Camerun.

Tale attività testimonia quanto il gruppo jihadista africano (in effetti più simile a una banda da preda che a un gruppo jihadista strutturato) sia ormai consolidato e attivo in quell’area quadri-confinale malgrado solo un anno fa ci si fosse illusi, dopo aver avuto notizia di un non meglio specificato proclama, che avesse deposto le armi.

Per ora non ci sono indicazioni di una saldatura tra BH e i gruppi jihadisti del Sahelo-Sahara. Ma non va dimenticato che si tratta di un gruppo da preda marcatamente africano, che si è solo dato una “veste” religiosa abbracciando l’Islam jihadista per accreditare una giustificazione ideologica alla sua attività di rapina.

Siccome si inizia a ritenere che la progettualità strategica perseguita dal BH sarebbe la creazione di un feudo intorno al lago Ciad, ritengo che l’eventuale saldatura potrà avvenire solo dopo che BH sarà riuscito a finalizzare il suo progetto.

Contenuto Pubblicitario
Banner Istituzionale Italpress 666x82