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Non si può non parlare di Crisi Russo-Ucraina

Non si può non parlare di Crisi Russo-Ucraina

25 Gennaio 2022 0 Di Corrado Corradi

La vicinanza di due forti schieramenti armati indica che la Crisi Russo-Ucraina è al culmine pre-guerresco. Ma speriamo che l’Italia ne resti fuori.

Non si può non parlare di crisi Russo-Ucraina

Mi ero ripromesso di non parlarne anche perché degli eventi in corso in quella regione poco sapevo e poco so, avendo concentrato (forse anche fossilizzato) la mia attenzione sul Medioriente e sulla sponda sud del Mediterraneo.

Ma, come si era intuito dalla piega che recentemente avevano preso gli eventi, eccoci giunti al “redde rationem”, ossia: il “corno chiama alla battaglia” e i due avversari stanno perfezionando il proprio schieramento.

Per cui non ci si può esimere dall’esprimere un parere di buon senso basato su dati oggettivi sperando di concorrere a evitare uno scontro che rischia di indurre l’Europa a commettere lo stesso errore di circa 30 anni fa (Prima Guerra del Golfo), ossia seguire bovinamente l’avventurismo americano (ieri targato Clinton, Bush e Obama e oggi targato Biden).

Il “casus belli” risiede nella richiesta di Mosca di ritirare le truppe NATO schierate in Romania e in Bulgaria, paesi aderenti alla NATO, a diretto contatto con una zona molto calda per la Russia, alla quale richiesta la NATO si è affrettata a rispondere picche lasciando trasparire la volontà di immischiarsi in un eventuale conflitto russo-ucraino.

E’ bene ricordare che l’Ucraina non fa parte della NATO, ergo: in caso d’invasione russa la NATO non ha ragioni per intervenire.

E allora mi chiedo qual è la ragione per cui i paesi che aderiscono alla NATO stanno contribuendo attivamente con proprie forze aeree, terrestri e navali a creare lo schieramento anti russo?

L’unica risposta che riesco a darmi è di una tristezza assoluta, ossia: per uno smidollato appecoronamento alle foie avventuriste americane.

Capisco che una eventuale invasione russa dell’Ucraina possa preoccupare la Nato, ma capisco anche che:

  1. la questione russo-ucraina s’inquadra in una sorta di “affari interni” di un ex impero che sta cercando di risolvere le problematiche connesse con la sua disgregazione.
  2. Putin, con il suo linguaggio improntato a pragmatismo ha giustificato le sue richieste dicendo di trovarsi quantomeno a disagio con i missili NATO puntati contro le porte di casa… e come non dargli torto!?

Fortunatamente, non voglio sapere se per lungimiranza o per ignavia, al momento, l’Italia cincischia e, purtroppo, il fatto di cincischiare mi fa propendere per l’ignavia ma (parafrasando l’Alfieri) “spero, sempre spero, fortissimamente spero” che il nostro governo ci risparmi questa immane idiozia destinata a tradursi in tragedia.

Ormai la situazione “pre-guerresca” ha raggiunto il suo culmine, si tratta di attendere qualche giorno, ma quando due schieramenti così consistenti e motivati si fronteggiano a poca distanza l’uno dall’altro, qualche giorno può essere fatale perché basta un nonnulla per scatenare l’inferno stante che i due schieramenti dispongono di un “congruo” numero di ordigni nucleari tattici i quali, pur essendo solo tattici, creano danni strategici, ossia di portata immane.

Confidiamo nel senso di responsabilità dei capi politici e militari ma soprattutto preghiamo perché il buon Dio (cassato per decreto dalle menti della UE) infonda la prudenza in quelle teste vuote.

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