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Nord Corea, appello all’Italia per proteggere il diplomatico fuggito

Nord Corea, appello all’Italia per proteggere il diplomatico fuggito

09 Gennaio 2019 0 Di Pietro Nigro
Appello di attivisti nord coreani all’Italia e alla Corea del Sud per proteggere il diplomatico fuggito a novembre 2018 dall’ambasciata a Roma.

Nord Corea, appello all’Italia per il diplomatico fuggito

Un appello è stato indirizzato oggi dalla Corea del Nord a Italia e Corea del Sud: a lanciarlo, un gruppo di “autorevoli” attivisti e dissidenti del regime di PyongYang, che chiedono ai governi di Roma e Seul di “prendere provvedimenti per garantire la sicurezza del diplomatico Jo Song Gil.

L’appello è l’ultimo atto – per ora – di un giallo internazionale che da diversi giorni sta tenendo sotto tensione le cancellerie da un capo all’altro del mondo.

Il 48enne Jo Song Gil, che era in servizio all’mbasciata nordcoreana a Roma, è il diplomatico fuggito, o almeno ufficialmente assente dallo scorso mese di novembre, quando  potrebbe essersi allontanato insieme alla sua famiglia facendo perdere le sue tracce.

Secondo il quotidiano JoongAng Ilbo, che la settimana scorsa ha riportato notizie di fonte diplomatica, Jo aveva presentato domanda di asilo in un non meglio precisato paese occidentale ed era in un “luogo sicuro” con la sua famiglia sotto la protezione del governo italiano.

Da Roma, tuttavia, la Farnesina ha escluso qualsiasi coinvolgimento nella vicenda, e non risulta che il governo italiano abbia concesso alcun visto al diplomatico.

Le stesse autorità di Seul trattano con molta reticenza la vicenda, e sono con difficoltà aono arrivate parziali conferme della notizia della fuga del diplomatico, mentre le autorità dalle Corea del Nord hanno già annunciato di voler inviare un nuovo ambasciatore a prendere possesso della sede di Roma.

Il coordinamento dei dissidenti invita il fuggiasco a recarsi a Seul

Oggi, l’ultimo capitolo: l’appello contenuto in un comunicato diffuso a Seul dal coordinamento dei dissidenti del regime, composto da disertori, attivisti, politici e diplomatici e riportato dalle agenzie di stampa sud coreane. Tra loro anche il noto diplomatico dissidente della RPDC Thae Yong-ho.

Thae Yong-ho, infatti, ha disertato con la sua famiglia nel 2016, quando è fuggito dall’ambasciata nordcoreana di Londra in cui era vice ambasciatore. Da allora, tornato in Sud Corea, Thae è diventato uno dei massimi oppositori dissidenti del regime di Kim Jong Un.

Nei giorni scorsi, Thae ha pubblicato una lettera aperta al suo ex collega, invitandolo a venire in Corea del Sud.

Se venite in Corea del Sud, sarà un passo avanti verso la liberazione dalle catene che fanno soffrire i nostri colleghi e tutti i cittadini nordcoreani – ha scritto Thae, secondo cui venire nella Corea del Sud è un “dovere, non una scelta” per disertori del suo profilo. “Se venite a Seoul, anche i nostri colleghi ne seguiranno l’esempio e l’unificazione si realizzerebbe da sola“.

Oggi, il nuovo appello, questa volta indirizzato ai governi di Seul e di Roma.

Oggi abbiamo istituito la” Coalizione dei cittadini per sostenere il rientro del diplomatico nordcoreano Jo Song-gil e della sua famiglia nella Repubblica di Corea e invitare i governi coreano e italiano a proteggere la loro sicurezza“, si legge nella dichiarazione.

Jo è stato incaricato d’affari per l’ambasciata nordcoreana a Roma, e risulta scomparso dal novembre scorso: si ritiene che il diplomatico, giunto alla fine del suo incarico, abbia deciso di disertare, facendo perdere le sue tracce. Secondo alcune fonti giornalistiche potrebbe essere già in viaggio per gli Stati Uniti.

Nel suo comunicato di oggi la Coalizione dei Cittadini ha fatto sapere che, se il diplomatico cercasse di arrivare in Corea del Sud, le autorità di Seul dovrebbero garantire la sua sicurezza.

L’appello risponde anche alla preoccupazione che gli sviluppi nelle relazioni tra Usa, Corea del Sud e Corea del Nord possano influire sulla wicenda.

Insomma, il timore è che, nello sforzo di normalizzare le lreazioni diplomatiche con PyongYang, anche in vista dei prossimi incontri tra Donald Trump e Kim Jong Um, si possa decidere di abbandonare il diplomatico al suo destino o comunque di negargli asilo politico.

Jo Song-gil e la sua famiglia hanno la libertà di scegliere il loro luogo di asilo e, dato che sono cittadini coreani, meritano il diritto di essere protetti dal governo coreano“, afferma la dichiarazione.

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