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Nulla può essere più nero della mezzanotte. La saggezza popolare spingerebbe il M5s a staccare la spina

Nulla può essere più nero della mezzanotte. La saggezza popolare spingerebbe il M5s a staccare la spina

02 Giugno 2019 0 Di Marino Marquardt

“Cchiù nera ra mezzanotte nun po’ venì”, recita un antico adagio napoletano. E’ una pillola di antica saggezza popolare –  questa – che può adattarsi benissimo alla scelta che prima o poi i Cinquestelle saranno chiamati a fare. Una scelta di sopravvivenza e di ritrovato orgoglio a mò di riscatto dalla perduta credibilità.

A ben interpretare i numeri, Salvini ha il 20 per cento.  E per la Lega ora inizia la discesa

Intanto, a conti fatti – e comparati i numeri delle scorse Elezioni Politiche con le recenti Elezioni Europee – viene fuori che tra le due tornate elettorali vi è un gap di 18 punti percentuali, circa 6 milioni di voti che sono andati ad angrossare il partito del non voto. 6 milioni è lo stesso numero di consensi perso dai Cinquestelle.

Ma non è tutto. Considerando che in occasione delle Politiche l’affluenza media alle urne non è mai stata inferiore al 73 per cento (la stessa percentuale registrata il 4 marzo 2018) e considerando che l’affluenza alle Europee del 26 maggio scorso è stata del 55 per cento, si ricava che la percentuale del 34 per cento attribuita alla Lega è ingannevole.

Fatti i debiti calcoli viene infatti fuori la stima secondo la quale Matteo Salvini deterrebbe in sostanza non il 34 per cento dei consensi bensì il 20. E ciò calcolando una percentuale di votanti pari al 73 per cento, affluenza – come detto – delle ultime Politiche e inferiore alle precedenti consultazioni dello stesso tipo che fecero registrare partecipazioni maggiori al voto..

E considerando poi che questo 20 per cento dei consensi è fondato sulla pancia del Paese (Gianni Cuperlo ha ragione, i leghisti sono fondamentalmente ignoranti ndr), viene da concludere che il Capo religioso del Carroccio non possa andare oltre i numeri delle Europee.

Salvini ha prosciugato il bacino degli ignoranti e dei rozzi del Paese e ha raggiunto la vetta. Ora ha scollinato, come si dice nel ciclismo. E per Lui inizia l’inevitabile discesa. Con rischio di rovinose cadute.

I Cinquestelle non hanno nulla da temere da eventuali elezioni anticipate

Di contro il M5s, dopo i capitomboli elettorali fatti registrare negli ultimi mesi – dalle Regionali alle Europee – ha toccato il fondo. E più in giù non può finire considerando il robusto zoccolo duro costituito dai suoi elettori fedelissimi.

I Cinquestelle – insomma – possono soltanto continuare a galleggiare o possono cercare di uscire dal pantano in cui sono caduti attraverso il rilancio e la riscoperta delle ragioni della propria esistenza.

Un interprete della riscossa pentastellata potrebbe essere Roberto Fico, oggi autore di dichiarazioni di solidarietà a favore di migranti, rom e sinti, parole che hanno mandato in bestia Salvini.

Il presidente della Camera oggi si è posto come leader della opposizione interna ai Cinquestelle e con le sue affermazioni ha costretto Luigi Di Maio a mettere a nudo il proprio vuoto politico e la vocazione allo zerbinaggio nei confronti del Leader della Lega. Buon segno.

Detto ciò il M5s non ha dunque nulla da temere da una fine anticipata della Legislatura. “Cchiù nera ra mezzanotte nun po’ veni”, appunto.

Chi ha da tremare – per le ragioni già esposte – è invece il Capo della Lega che oggi (ultima ciliegina di bon ton) alla cerimonia della Festa della Repubblica ha avuto il buon gusto di presentarsi senza cravatta.

Roba da cafonaccio della Bassa… E affermo ciò non per amor di ottuso conformismo ma per rispetto delle Istituzioni. La cravatta talvolta è un elegante, protocollare, rispettoso ed educato simbolo laico.

Ma non piace al Capo religioso leghista che – dopo aver rottamato l’ampolla del dio Po – oggi preferisce sfoggiare Croci, Rosari, Vangeli e Madonne. Personaggi così da certe parti dell’Italico Stivale li definiscono ciarlatani…

Alla luce di quanto detto, i Cinquestelle spingano allora Salvini sull’orlo di una crisi di nervi, lo inducano a staccare la spina al Governo. Poi si vedrà. I numeri in Parlamento potrebbero consentire l’apertura di giochi finora impossibili perché ritenuti proibiti. A buon intenditor…

02/06/1029  h.18.00

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