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“Nuoce alla salute”, l’Italia si spacca per le etichette sul vino chieste dall’Irlanda

“Nuoce alla salute”, l’Italia si spacca per le etichette sul vino chieste dall’Irlanda

15 Gennaio 2023 1 Di Pierfrancesco Maresca

Fa discutere l’ok di Bruxelles alle etichette sul vino chieste dall’Irlanda per segnalare i rischi per la salute delle bevande alcoliche.

Un nuovo tema sta agitando i Paesi dell’Ue, ovvero il “via libera” ottenuto dall’Irlanda sull’apposizione dell’etichetta riportante le avvertenze sui rischi per la salute sul vino in commercio. La notizia è stata accolta con disappunto da vari Paesi tra i quali Spagna, Francia ed Italia – non a caso i maggiori produttori di vino – in quanto ritenuta lesiva per la produzione e il commercio. Vediamo allora tutte le tappe della vicenda.

Etichette del vino sui rischi del consumo di alcol, Irlanda ha l’ok di Bruxelles

In Repubblica d’Irlanda le bottiglie di vino, birra e liquori dovranno riportare un’etichetta riportante diciture quali “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati“. La norma nazionale era stata notificata a Bruxelles in giugno da Dublino, e nei giorni scorsi ha ottenuto il silenzio assenso delle autorità europee. Nel Paese della lira, dunque, l’industria degli alcolici avrà tre anni per provvedere all’etichettatura sulla confezione del prodotto da quando la nuova disciplina entrerà in vigore.

La misura, che mira ad informare il consumatore sui rischi legati al consumo, è stata percepita come una minaccia per il mercato europeo. Le reazioni quindi non sono mancate, infatti nel corso di una iniziativa di Coldiretti che ha avuto luogo questa mattina in Firenze, l’europarlamentare Paolo De Castro si espresso sul tema appellandosi al Wto.

Nei 60 giorni in cui l’Organizzazione Mondiale del Commercio deve in qualche modo opporsi, noi ci auguriamo, a questa decisione irlandese, che si possa stoppare” ha dichiarato De Castro, aggiungendo che “anche il Consiglio europeo si è espresso contro, e non capiamo sinceramente perché la Commissione abbia preso questa direzione“.

La politica italiana reagisce con indignazione

La delegazione italiana del Partito Popolare europeo ha presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione europea. All’istituzione si chiede “per quale ragione non sia intervenuta per bloccare la proposta irlandese” sull’etichettatura degli alcolici e “se non pensa che l’introduzione di un’etichettatura allarmistica impatterà sul mercato interno e sul tentativo di armonizzare le etichettature a livello europeo”. 

 

Ad opporsi anche il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Lollobrigida che parla di “decisione gravissima” mentre Confagricoltura la ritiene una “deriva proibizionistica“. Vi sono timori anche per un possibile “effetto domino“, ovvero che altri Paesi possano seguire l’esempio dell’Irlanda e danneggiare il Made in Italy.

Testino: “Un atto di civiltà l’etichetta sui rischi”

Tuttavia si sono registrate anche reazioni positive e di accoglimento. Infatti Gianni Testino, presidente nazionale della Società italiana di alcologia, come riporta un’agenzia, ha commentato con toni positivi tale decisione definendola un atto di civiltà.

La politica e i produttori hanno reagito in modo scomposto affermando che bisogna distinguere il bere moderato dall’alcolismo. Certamente tale reazione è in buona fede, considerando la tradizione e soprattutto l’aspetto economico. Purtroppo l’etanolo contenuto in tutti i tipi di bevande alcoliche è inserito nel Gruppo 1-Oms come sostanza con un rapporto causale certo con il cancro (cavità orale, faringe, laringe, intestino, fegato e soprattutto mammella femminile) in modo ‘dose dipendente’” ha affermato.

In Italia il consumo di alcol si conferma il sesto dei primi dieci fattori di rischio per morte prematura e anni vissuti in disabilità. Dalle stime dell’Istat e dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di sanità (Iss) emerge che circa 35 milioni di italiani sopra gli 11 anni di età consumino bevande alcoliche (78,1% di uomini e 53,5% di donne) e che, di questi, più di 8,6 milioni abbiano una modalità del bere a rischio.

Il precedente: Nutri-score francese

Quindi a far del vino un prodotto nocivo per la salute è l’abuso mentre il consumo moderato è addirittura benefico tanto da essere parte della Dieta mediterranea, come ricorda l’omonima Fondazione. Naturale quindi che la misura irlandese dividesse l’opinione pubblica. Ma quello dell’etichettatura dei prodotti finalizzata alla tutela della salute non è un tema nuovo.

Vi è stato già un precedente, che ha impegnato a lungo il dibattito politico, ovvero l’etichetta Nutri-score adottata di recente dalla Francia. Essa indica i livelli dei vari elementi nel prodotto ( zuccheri, grassi e sali) calcolati su una base di di 100 grammi. L’etichetta, in base al colore riportante  (verde, giallo, arancio, rosso), indica i “valori nutrizionali” in una scala facilmente interpretabile. L’Ue vorrebbe impiegare un’etichetta simile a livello comunitario, ma la proposta è slittata al 2023.

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