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Olimpiadi 2016, cerimonia di apertura green e all’insegna dell’arte di arrangiarsi

Olimpiadi 2016, cerimonia di apertura green e all’insegna dell’arte di arrangiarsi

06 Agosto 2016 0 Di Angela Bovino

Lo spirito della Olimpiadi 2016 è tutto condensato nell’immagine dei cinque cerchi olimpici in verde, letteralmente esplosa durante la cerimonia di apertura della trentunesima edizione dei giochi di Rio inaugurati ieri in chiave ecologica.

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Cerchi olimpici arborei Olimpiadi Rio 2016.

Il messaggio delle Olimpiadi 2016 è arrivato forte e chiaro: solo uniti e pensando all’ambiente salveremo questo nostro pianeta sempre più alla deriva. Se i simboli comunicano meglio delle parole è questo che volevano senz’altro indicarci il simbolo della pace in verde e i cinque cerchi olimpici esplosi alla fine in un florilegio di rami.

Olimpiadi 2016: un pianeta da salvare

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Il simbolo della Pace in verde come l’albero della vita progettato dallo stesso Balich per Expo 2015

E non poteva essere che così per il Brasile, paese che ospita le Olimpiadi 2016, raccontato in maniera “analogica”. La definizione mutuata dal mondo elettronico – brutta ed inprecisa a dire il vero – è stata ampiamente utilizzata per indicare che la cerimonia non era “digitale”, ma costruita con mezzi semplici e poco tecnologici nel perfetto stile del sapersi “arrangiare” dei brasiliani ideata non a caso da un italiano (l’altro popolo maestro del sapersi arrangiare) Marco Balich produttore esecutivo della cerimonia.

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Momento della coreografia Olimpiadi 2016 (ph. Corriere.it)

Il muro simboleggiante la foresta che a prima vista sembra un vidiwall sul quale sono proiettate le immagini, non è un maxischermo ma una serie di elastici con i quali i volontari mettono in scena una suggestiva coreografia in movimento.

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Coreografia Olimpiadi 2016 (ph. Corriere.it)

Materiali semplici ma di effetto coniugati con luci, musica e fuochi d’artificio culminanti nel fuoco finale, quello dell’ultimo tedoforo, ignoto ed atteso spasmodicamente fino alla rivelazione: ad accendere il braciere olimpico è stato Vanderlei da Silva, il maratoneta così “risarcito” tra l’emozione generale dello stadio Maracanã.

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Il calderone delle Olimpiadi 2016

Ed anche il “calderone” che tiene viva la fiamma è un simbolo di semplicità ed una esortazione alla ricerca di energie alternative: un sole in movimento che tiene viva la fiamma della vita.

Durante la manifestazione di apertura delle Olimpiadi 2016 è stato trasmesso un video in cui si ricorda la deforestazione (finalmente in regressione), il riscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacciai e le nefaste conseguenze sul pianeta.

Olimpiadi 2016, una cerimonia di quattro ore

La cerimonia di apertura delle Olimpiadi 2016, durata oltre quattro ore, è stata caratterizzata inoltre, dall’altra protagonista brasileira: la musica. Sul palco si sono alternate voci storiche e canzoni universalmente riconosciute: da la «Garota di Ipanema», suonata al piano da Daniel Jobim, nipote di Tom Jobim che la compose (la ragazza di Ipanema in questo caso non poteva che essere Gisele Bundchen che ha fatto la sua ultima passerella, sotto lo sguardo ammirato del mondo) al finale con i grandi “vecchi” Caetano Veloso e Gilberto Gil accompagnati da giovani (la splendida ventitreenne e lo scatenato bimbo ballerino di samba) in un ideale passaggio del testimone, per finire naturalmente con il samba allegro e colorato.

Come allegre e colorate erano le squadre degli atleti che hanno sfilato in rigoroso ordine alfabetico secondo l’alfabeto locale. Applausi sinceri per le squadre degli indipendenti e dei rifugiati accolti con il calore dovuto e tutti belli ed orgogliosi. Elegantissimi gli italiani in Armani, ad evidenziare l’indiscussa eccellenza del made in italy, da difendere con le unghie e con i denti, come tenta di fare la Coldiretti che fa portare il cibo autenticamente italiano nelle valigie degli atleti come i nostri nonni si portavano i caciocavalli! Battute a parte un’ottima iniziativa per “contrastare il dilagante fenomeno dell’italian sounding a tavola che toglie spazi di mercato al vero Made in Italy”.

Cresceranno i semi piantati non solo simbolicamente dagli atleti della Olimpiadi 2016? Dipende da noi. Da tutti noi.

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