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Olio esausto, Toscana campione di riciclo

Olio esausto, Toscana campione di riciclo

23 Giugno 2016 0 Di Patrizia Russo

Con 500 mila chilogrammi raccolti nel 2015, la Toscana si conferma tra le regioni d’Italia più virtuose nel riciclo dell’olio esausto da cucina, grazie alla rete di 83 punti di raccolta Olly® predisposti su tutto il territorio. L’ultimo è stato appena aperto a Pisa.

Toscana virtuosa nel riciclo di olio esausto da cucina

Con i 500  mila chilogrammi recuperati nel 2015, la Toscana si conferma tra le regioni più virtuose d’Italia nel riciclo dell’olio esausto da cucina, grazie ad una rete di 83 punti di raccolta, basati sul sistema Olly® presenti su tutto il territorio regionale.

Continua l’impegno della Regione nel sensibilizzare e consentire ai cittadini il riciclo di questo particolare rifiuto. Smaltire correttamente l’olio da cucina di abitazioni private e servizi commerciali aiuta l’ambiente. È bene ricordare che se erroneamente buttato nel water, nello scarico del lavello o nei bidoni dell’immondizia, questo olio esausto, non essendo biodegradabile od organico, se raggiunge le falde, può rendere l’acqua non potabile o creare danni al funzionamento dei depuratori.

Sarebbe, invece, indicato e corretto portarlo nei centri di raccolta adibiti, come quello che è inaugurato nei giorni scorsi a Siena, alla presenza di Paolo Mazzini, Assessore all’Ambiente del Comune di Siena, di Furio Fabbri, Presidente di Eco.Energia e di Roberto Paolini, Presidente di Sei Toscana.

Olly® è il più moderno sistema di raccolta e di recupero dell’olio alimentare esausto. Il sistema prende il suo nome dal contenitore giallo riutilizzabile “Olly”. Il Sistema Olly permette una raccolta pulita ed efficiente di oli e grassi alimentari esausti e il loro recupero come biodiesel ed energia da fonte rinnovabile.

L’apertura del nuovo punto di raccolta dell’olio esausto si inserisce nel progetto di area vasta che l’Alta Toscana Sud, insieme al gestore dei rifiuti Sei Toscana, sta progressivamente estendendo a tutto il bacino di riferimento. Con quello appena inaugurato, infatti, gli impianti presenti a Siena passano a quattro, e si aggiungono ai sei già installati nel territorio provinciale.

L’obiettivo del progetto, cui stanno lavorando l’amministrazione comunale di Siena con le società Sei Toscana e Eco.Energia, non è soltanto quello di raccogliere in modo corretto l’olio esausto, ma trasformare questo particolare rifiuto in risorsa. L’olio vegetale esausto, infatti, può essere trasformato in biocarburante, può essere utilizzato per la cogenerazione, con lo sfruttamento dell’energia termica prodotta dal sistema, oppure per la produzione di bioasfalto. Un progetto sviluppato a Washington negli Usa e in via di sperimentazione, infatti, prevede la sostituzione del petrolio greggio con l’olio vegetale esausto come matrice per la copertura del manto stradale.

La modalità di utilizzo di Olly, l’ultima in ordine di installazione e posta alla Coop delle Grondaie a Siena, è semplice. Nella casina, cui si accede attraverso la Olly® card, è possibile prelevare l’apposito bidoncino giallo adibito alla raccolta dell’olio esausto. Quando il bidoncino sarà pieno, l’utente potrà riportarlo alla casina per poi ritirarne uno pulito. Il servizio è completamente gratuito. Eco.Energia si occuperà del ritiro e del lavaggio dei bidoncini, raccogliendo l’olio conferito ed evitando così gli effetti dannosi che uno smaltimento sbagliato dell’olio comporta.

Raccogliere correttamente l’olio esausto di cucina, infatti, consente di evitare negativi impatti ambientali. In Italia si producono circa 280 mila tonnellate di oli esausti da cucina, di cui oltre il 50 per cento da utenze domestiche; questo significa che ogni persona consuma circa 2.3 kg di olio all’anno, gran parte del quale finisce nel lavandino creando ingenti danni all’ambiente. Basti pensare che 1 kg di olio vegetale è sufficiente a coprire circa mille metri quadrati di qualsiasi specchio d’acqua. Nelle casine Olly® vengono recuperati circa 2 mila kg di olio ogni mese, che altrimenti finirebbero nel sistema fognario compromettendone la potabilità, oltre che generare onerosi costi di depurazione per le Amministrazioni locali.

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