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Oscar 2019, il trionfo di Green Book e del Black Power

Oscar 2019, il trionfo di Green Book e del Black Power

25 Febbraio 2019 0 Di Francesca Pierpaoli

La lunga kermesse degli Oscar 2019 si è conclusa da poco, tutto sommato senza grosse sorprese. Il Miglior Film è risultato Green Book, pellicola targata Dreamworks che si aggiudica anche altre due statuette: quella a Mahershala Ali come Miglior Attore non Protagonista e quella per la Sceneggiatura originale, firmata da Nick Vallelonga, Brian Currie e Peter Farrelly.

Nick racconta una storia vera: suo padre, infatti, fu per davvero l’autista del musicista jazz che sfidò la segregazione degli Stati del Sud a colpi di musica jazz. Un film divertente e poetico, forse a tratti scontato, ma sicuramente travolgente.

Il regista Peter Farrelly esulta per la vittoria di Green Book.

Black Power alla riscossa

Mentre l’Oscar a Rami MalekBohemian Rhapsody – come Miglior Attore Protagonista, era quasi scontato, ha destato sorpresa il premio assegnato a Olivia Colman per La Favorita. Molti hanno sottolineato come questa sia un’edizione degli Oscar particolarmente attenta al Black Power, come dimostra anche la statuetta assegnata a Regina King, miglior attrice non protagonista per Se la Strada Potesse Parlare, pellicola di forte denuncia sociale firmata da Berry Jenkins e presentata alla Festa del Cinema di Roma. Per non parlare di Black Panther, che si aggiudica tre Oscar, per la scenografia, la colonna sonora e i costumi.

Una scena di Se la strada potesse parlare, di Berry Jenkins.

Sempre in tema Black Power, non poteva mancare Spike Lee, Oscar per la migliore sceneggiatura non originale per BlacKkKlansman. Il regista ha infiammato la platea degli Oscar con un discorso molto politico: «Le elezioni 2020 sono dietro l’angolo, ricordiamocelo, possiamo fare una scelta di amore e non di odio». Spike Lee ha ringraziato la bisnonna «che era stata una schiava. Rendo omaggio a lei e ai nostri antenati, grazie al loro sacrificio siamo qui, grazie per aver costruito il Paese e sopportato il genocidio dei nativi».

Oscar del sociale a Cuaròn

Il premio come Miglior Film Straniero va a Roma, di Alfonso Cuarón (Messico), già vincitore del Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia: una pellicola delicata e struggente, girata in modo magistrale con l’uso del bianco e nero che crea suggestioni e atmosfere evocative. Non a caso, infatti, il film ha vinto anche l’Oscar per la miglior fotografia.

E’ l’omaggio che il regista fa alla domestica che viveva a casa sua quando era un fanciullo, a Citta del Messico negli anni 70. Dice Cuaròn: “Il film è dedicato ai 70 milioni di collaboratori domestici che lavorano nelle nostre case e che di solito sono relegate nello sfondo dei nostri film”. E ha poi concluso: “gli immigrati e le donne proiettano il mondo in avanti“.

Lady Gaga e Bradley Cooper, il duetto romantico degli Oscar.

Uno dei momenti più attesi della serata è stato il duetto Lady Gaga-Bradley Cooper, che hanno intonato Shallow, il pezzo che si è ggiudicato la statuetta come miglior canzone, dal film A Star is Born.

L’Italia è la grande assente di questi Oscar, se si esclude Sara Pichelli, classe 1983, che ha disegnato Miles, il protagonista di Spider-Man: Un Nuovo Universo, di Peter Ramsey, che ha vinto l’Oscar per il miglior film di animazione.

 

 

 

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