Pace: da Napoli un appello al mondo della scuola
10 Novembre 2024Il 15 novembre a Città della Scienza alla “3 Giorni per la Scuola” si parlerà anche del progetto “Facciamo la pace a…” la proposta di Educazione alla Pace e alla Nonviolenza del Movimento di Cooperazione Educativa.
“Il tempo della pace è adesso”. Lo slogan è forte, viene gridato in centinaia di manifestazioni per fermare morte e distruzione in tante parti del mondo. Chi lo ha raccolto ? Le associazioni umanitarie, Papa Francesco, la sinistra democratica, la scienza, i movimenti, ma la risposta è ancora debole. Nei due conflitti più vicini all’Europa- Ucraina e Medio Oriente- le ipotesi per un cessate il fuoco, per l’avvio di negoziati si consumano a ritmi vertiginosi. L’Italia, che pure guida il G7, ha messo in campo molte iniziative, ma il quadro resta preoccupante. Ovviamente lo schieramento pacifista non si ferma e tra i più attivi in questi giorni, soprattutto sul fronte giovanile, si distingue un gruppo di docenti, educatori e pacifisti, appartenente al Movimento di Cooperazione Educativa, MCE. Il gruppo è quello di Educazione alla Pace e alla Nonviolenza e per sostenere il NO alle guerre ha elaborato il progetto “Facciamo la Pace a…“ per le scuole di ogni ordine e grado. Tra pochi giorni il 15 novembre il piano di lavoro sarà presentato a Napoli a Città della Scienza nell’ambito della 3 Giorni per la Scuola. A illustrare il progetto ci saranno la Bottega della Comunicazione e della Didattica e il gruppo napoletano del MCE. Prima di Città della Scienza il progetto è stato presentato in un webinar molto partecipato. Per i promotori i giovani devono conoscere cause, conseguenze, dinamiche dei conflitti. Le guerre, anche quelle meno raccontate dai media, provocano disuguaglianze, negazione di diritti, disastri ambientali e la meraviglia dei ragazzi deve fare spazio alla comprensione. In ogni confitto sono i bambini e i giovanissimi quelli che pagano il prezzo più alto in vite umane e povertà e quindi l’idea di vedere la scuola dalla parte giusta dello schieramento si sta rivelando effucace.
Il pensiero ispiratore del gruppo Educazione alla Pace e alla Nonviolenza è comune alla rete delle associazioni pacifiste mondiale. Gli appelli sono utili e gli inviti a mobilitarsi- da qualsiasi parte vengano- sono la forza per spezzare spirali terribili, sostenute da interessi planetari. Fanno bene, dunque, i promotori a concentrarsi sul da farsi. ” In quanto educatori pacifisti e nonviolenti con bambine/i e ragazzi/e con le nostre speranze di un mondo futuro più giusto e più equo” ha scritto Roberto Lovattini Coordinatore del gruppo. La nonviolenza per risolvere le controversie internazionali e i conflitti è la condizione indispensabile per una convivenza civile, oltre che una necessità da coltivare a tutti i livelli. In momenti cosi devastanti, ma allo stesso tempo con la tranquillità di chi non vive sotto le bombe o con il pericolo di incursioni belliche, ripetere che la pace si costruisce ogni giorno, a casa, a scuola, sul posto di lavoro, nelle relazioni interpersonali, può essere retorico.Tuttavia è l’auspicio di questi educatori che condividono la pratica della non violenza. In questo senso viene facile il richiamo a Gandhi quando diceva “che ci vuole molta più preparazione a usare la non violenza che non sparare con un fucile“. Il richiamo a Gandhi lo fanno questi volontari e non quanti hanno molti più mezzi per praticarla, la non violenza.
L’originalità di “Facciamo la Pace a…”, infine, sta anche nelle tre prospettive che lo stesso Lovattini con il collega Lanfranco Genito mettono in evidenza : educazione alla Pace, in un contesto di Pace, per la Pace. Cosa possono fare i ragazzi ? Oltre ad ascoltare adulti/militanti per la Pace, come si definiscono i componenti del gruppo del MCE, possono provare a organizzare con gli insegnanti forme di negoziazione, contesti di ascolto, spazi di parola e collaborazione. I loro coetanei a Gaza, in Libano, in Ucraina, si sentiranno meno soli.