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Palazzo Grassi: apre la mostra HyperVenezia

Palazzo Grassi: apre la mostra HyperVenezia

08 Settembre 2021 1 Di Rebecca Gnignati

La Collezione Pinault ha inaugurato il 5 settembre la nuova mostra “HyperVenezia”, a celebrazione dei 1600 della città.

Se durante la pandemia non avete avuto la fortuna di perdervi tra le calli deserte della Serenissima, non disperate, ma andate a Palazzo Grassi. Qui, nello spazio espositivo adottato, come Punta della Dogana, dalla Collezione Pinault, il curatore Matthieu Humery ha voluto rendere omaggio alla città lagunare con la mostra “HyperVenezia”. In occasione dei 1600 anni della città, il conservatore ha dunque presentato al pubblico il “Venice Urban Photo Project“, ideato e realizzato da Mario Peliti. La mostra resterà aperta fino al 9 gennaio 2022.

Una passeggiata tra le calli deserte

Camminando tra le sale ristrutturate dall’architetto giapponese Tadao Ando nel 2005, il visitatore di “HyperVenezia” segue un percorso organizzato attorno a tre istallazioni. La prima, una linea orizzontale di fotografie composta da 400 scatti, lo accompagna in una passeggiata tra le calli veneziane. La seconda è una mappa, creata appositamente per Palazzo Grassi, composta da un mosaico di più di 900 immagini, posizionate nel luogo che ritraggono, che offrono un riassunto visivo della città. La terza installazione della mostra è invece video, nel quale scorrono oltre 3000 fotografie , accompagnate da una composizione musicale inedita, realizzata espressamente dal Nicolas Godin, del duo di musica elettronica “Air”.

Venice Urban Photo Project

La prima installazione della mostra è forse la più rappresentativa del “Venice Urban Photo Project” di Mario Peliti. Il percorso seguito dalle foto é allo stesso tempo ideale e reale. Infatti, se da un lato l’itinerario é realmente percorribile e segue quasi senza salti logici la morfologia della città, dall’altro lato gli scatti sembrano essere stati estrapolati da un luogo al di fuori del tempo e dello spazio. Le fotografie, tutte in bianco e nero e realizzate a parità di condizione di luce, senza ombre portate, e soprattutto in assenza di persone, danno l’idea di una città svuotata. Dinnanzi a queste immagini, il visitatore non può che domandarsi se non sta osservando, in anteprima, il futuro di Venezia.  I 400 scatti, che come abbiamo accennato fanno parte del Venice Urban Photo Project un progetto che oggi conta oltre 12.000 foto, iniziato da  Peliti in un primo momento in pellicola e dal 2013 in digitale. L’iniziativa, che tenta di raccogliere il il più ampio e organico archivio di immagini della città mai realizzato, s’ispira alle grandi campagne dei maestri dell’Ottocento e del Novecento – da Charles Marville a Eugène Atget, da Gabriele Basilico a John Davies – per tentare di fornire una sensazione di Venezia al sorgere del nuovo millennio.

 

 

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