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Pd, primi segnali di ragionevolezza. M5s e Lega si fiutano

Pd, primi segnali di ragionevolezza. M5s e Lega si fiutano

15 Marzo 2018 0 Di Marino Marquardt

Nel Pd qualcuno prende le distanze da chi ha rovinato il Paese e. Intanto, Lega e M5s si fiutano: con reciproche concessioni possono formare un governo.

Pd, si intravedono i primi segnali di ragionevolezza

Nel Pd si intravedono i primi distinguo, spuntano i primi possibilisti, la ragionevolezza sembra scalzare i toni arroganti di chi al Paese ha arrecato più danni di una di quelle celebri cavallette di biblica memoria.

E Graziano Delrio, Andrea Orlando e Gianni Cuperlo sono tra i primi a sposare una linea dialogante sul confronto post voto.

Senza dire di Michele Emiliano e dei superstiti dell’area storica Pci- Pds-Ds- Pd. E’ già qualcosa.

Al Nazareno si avvertono spifferi di aria nuova, aria se non proprio pulita almeno respirabile. Primi effetti della tregua armata concordata ieri.

 

Lega e M5s iniziano a fiutarsi

Intanto sembra avviarsi il confronto – seppure ancora a distanza – tra il capo politico del M5s Luigi Di Maio e il leader della Lega Matteo Salvini.

E torna alla mente la metafora della “diplomazia del ping pong”. La funzione dell’ormai storica partita di tennis da tavolo che portò al disgelo tra Usa e Cina potrebbe essere svolta in questo caso dall’assegnazione delle presidenze di Camera e Senato.

Un ping pong M5s-Lega all’insegna del “Tu dai una cosa a me e io dò una cosa a te”.

Inutile dire infatti che soltanto uno scambio di reciproche concessioni tra M5s e Lega su punti non divisivi potrebbe favorire la nascita di una intesa di breve durata, giusto il tempo per fare una nuova legge elettorale e per archiviare l’osceno Rosatellum.

Lo scambio di concessioni potrebbe essere basato sull’approvazione del Reddito di Cittadinanza, sull’abrogazione della Legge Fornero e sul ripristino dell’Art 18.

Bando alle ciarle, sono i tre punti sui quali potrebbe essere possibile trovare una intesa. Il tutto lasciando fuori dalla porta i temi divisivi, dalla flat tax ai migranti. Scenario, comunque, di non facile concretizzazione.

Frattanto – dal momento che la gente è di memoria corta anche in seguito al continuo fluire e accavallarsi di voci e di notizie – sarebbe bene che il partito vincitore delle elezioni – il M5s – ripetesse anche a mò di disco rotto i punti prioritari del suo programma.

E ciò attraverso conferenze stampa, partecipazioni a programmi tv, Rete. Il chiacchiericcio di questi giorni – è questo infatti il rischio – potrebbe finire col cancellare il ricordo delle ragioni del voto.

I Cinquestelle sono quelli che in merito rischiano di più avendo alimentato grandi speranze negli elettori.

L’allungamento dei tempi delle trattative potrebbero danneggiarli gravemente.

Si comportino, dunque, come se la campagna elettorale non fosse ancora finita.

Anche perché al momento l’eventuale ritorno alle urne – pur se non troppo probabile – non è da escludere.

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