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Prato, il Centro Pecci riapre e diventa spaziale

Prato, il Centro Pecci riapre e diventa spaziale

23 Novembre 2016 0 Di Patrizia Russo

Prato, la “navicella spaziale” del rinnovato  Centro per l’arte contemporanea Pecci inaugura la prima mostra e celebra la giornata contro la violenza sulle donne.

A Prato riapre il Centro Pecci

Un po’ astronave, un po’ disco volante, un po’ Sensing the waves, come lo ha ribattezzato il suo ideatore, il progettista sino-olandese Maurice Nio, che ha firmato il restauro. E’ il Centro d’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, riaperto dopo dieci anni di restauri con una originalissima veste architettonica e con la mostra La fine del mondo, che il 25 novembre si appre3sta a celebrare la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Aperto per la prima volta nel 1988, il Pecci è la prima istituzione italiana con una sede costruita appositamente per esporre, collezionare, conservare, documentare e diffondere le ricerche artistiche più avanzate. Oggi è l’unica istituzione pubblica italiana dedicata all’arte contemporanea.

Al termine dei lavori, il museo firmato dall’architetto Nio, si presenta come un oggetto volutamente ambiguo, inaspettato, inusuale, e si offre a molteplici denominazioni, tutte ispirate ai mezzi di navigazione verso lo spazio. Il nome datogli dal progettista, invece, Sensing the Waves suggerisce la sua capacità di scoprire e vivere il presente.

Fin dai suoi esordi, il Pecci non è stato soltanto un museo. Oltre all’arte, infatti, c’era e c’è spazio per la musica, il teatro, il cinema e la danza, un vero e proprio motore di cultura.

A seguito dei lavori di ampliamento e di ristrutturazione dell’edificio originario, progettato dall’architetto Italo Gamberini, il nuovo museo, che ha la forma di un “disco violante”, è costruito con materiali caldi, accoglienti, che abbracciano la sede originaria del museo.

Con l’ampliamento, gli spazi sono stati raddoppiati proprio per proporre una l’offerta interdisciplinare che da sempre ha caratterizzato il Centro. Infatti, al suo interno, oltre alle sale espositive, troviamo una meravigliosa biblioteca con oltre 60mila volumi, l’auditorium-cinema, il teatro all’aperto, i laboratori per la didattica, il bookshop, il ristorante e il bistrot.

La fine del mondo“, la mostra che inaugura il rinnovato Centro Pecci, è curata dal nuovo direttore del museo, Fabio Cavallucci, e propone le opere di oltre 50 artiste e artisti internazionali con un allestimento che si estende su tutti i 3mila metri quadrati della superficie espositiva del museo.

La mostra si configura come una sorta di esercizio della distanza, che spinge a vedere il nostro presente da lontano e propone opere di grandi artisti visionari: da Thomas Hirschhorn ai cinesi Qiu Zhije e Cai Guo-Qiang, senza dimenticare icone della storia dell’arte come Marcel Duchamp.

Il Centro Pecci – ha affermato la vice-presidente della Regione Toscana, Monica Barni il 16 novembre, in occasione dell’inaugurazione – rinnova, così, il suo impegno di laboratorio di idee, che parlerà il linguaggio dei giovani e che contribuirà a far crescere la città di Prato, la Toscana tutta, in dialogo con il mondo.

Al Pecci si presenta la Giornata contro la violenza sulle donne

Dato che il museo è un’autentica “finestra” sul futuro della nostra società, per le sue caratteristiche di spazio aperto a tutte le arti, è il luogo scelto per presentare, venerdì 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, attraverso la mediazione di tante rappresentazioni artistiche: dal teatro alle arti visive, fino alla poesia.

È proprio l’arte a fornire la possibilità di vedere ogni problema da punti di vista diversi, alternativi a quelli più consueti.

Perché uno dei valori dell’espressione artistica è la capacità di mettere in discussione i condizionamenti sociali, di proporre una visione diversa della realtà che permette di attivare un pensiero innovativo e rivoluzionario.

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