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Perché è sbagliato ignorare la lingua italiana nella comunicazione istituzionale

Perché è sbagliato ignorare la lingua italiana nella comunicazione istituzionale

29 Gennaio 2025 0 Di paolocamilleri

Anche la comunicazione istituzionale usa impropriamente parole straniere. Ma la lingua italiana è parte del nostro patrimonio culturale, perdere le parole è come perdere opere d’arte .

Pubbliche amministrazioni colpevoli se non utilizzano la lingua italiana nelle comunicazioni istituzionali

La considerazione più triste che si possa fare in merito all’uso inappropriato e spropositato di espressioni in lingua inglese da parte delle Amministrazioni pubbliche nelle comunicazioni istituzionali, è la totale insensibilità verso tale tema, che non riguarda soltanto l’obbligo di comunicare con la cittadinanza in maniera chiara e corretta ma anche la tutela dell’immagine del Paese tutto che, grazie a comportamenti simili, appare ignorare la lingua ufficiale della Repubblica financo nelle più alte figure istituzionali.

Questo è un grave rilievo che va mosso nei confronti dei massimi  rappresentanti istituzionali, ma anche nei confronti di ogni singolo collabo
ratore o altro rappresentante che non fa abbastanza, diciamo così, per far sì che tutte le comunicazioni istituzionali vengano scritte correttamente in italiano.

Questi esponenti, è ormai evidente, che non hanno la sensibilità di capire l’entità del danno che fanno a tutti i cittadini, e specialmente ai giovani, sfiduciando in maniera così evidente l’uso della lingua italiana.

La città di Latina è un esempio ma non certo l’unico. Basti citare due recenti iniziative del Comune: la condivisione dell’auto a Latina scalo e la spiaggia ecologica al lido ovvero bandendo plastica e sigarette dall’arenile.

Questo è quanto ha intimorito l’Amministrazione Comunale della città in cui vivo nell’annunciarlo alla cittadinanza tanto da non farle usare la lingua
natia e preferirle invece un più sicuro idioma straniero.

Ma entriamo nel dettaglio.

Dal car pooling alle spiagge plastic-free, negli annunci basterebbe l’italiano

Nel primo caso c’è stata la seguente comunicazione: “A Latina il primo car pooling e il primo car sharing”.

Cosa mai avrà voluto comunicare un’amministrazione pubblica di così profondo da non riuscire a trovare le parole in lingua italiana e utilizzare perciò una lingua straniera?

Nel primo annuncio si parla di un sorprendente autonoleggio di un’automobile di proprietà di terze parti (in Italia solo le aziende possono dare a noleggio un’auto, in altri Paesi anche i privati) mentre, nel secondo annuncio,  nientepopodimeno che un uso condiviso di veicoli privati tra due o più persone che devono percorrere uno stesso itinerario, o parte di esso, senza finalità di lucro.

Quindi, riassumendo, si parla di un autonoleggio e di un uso condiviso dell’auto.

Nel secondo caso, abbiamo un “finalmente a Latina spiaggesmoking free e plastic free”, ovvero, tradotto alla lettera: libere dal fumo e dalla plastica. Quindi di due divieti ovvero di due cartelli con un cerchio e una sbarra presumibilmente rossa.

Orbene, a parte la forzatura di tradurre spiaggia libera dal fumo e dalla plastica (espressione scorretta in quanto in italiano si dice spiaggia interdetta al fumo e alla plastica e non spiaggia libera dal fumo e dalla plastica perché in Italia ed in italiano la spiaggia libera è solo quella contrapposta a quella a
pagamento e pertanto, nella nostra accezione fino ad oggi, l’espressione spiaggia libera aveva un senso logico e preciso) è il messaggio avvilente che si fa passare, ovvero l’incapacità dell’italiano a esprimere un qualsivoglia banale, semplice, facile avviso.

Tutto ciò dovrebbe indignare e far reagire ma, purtroppo, non succede nulla.

Dalla mancata difesa si scivola nella svalutazione della lingua italiana

La svalutazione della nostra lingua madre viene fatta proprio da coloro che dovrebbero essere preposti alla sua difesa e promozione e passa quasi totalmente inosservata e amaramente sorprende il poco clamore e la tanta indifferenza che tale situazione suscita invece che doverose vibrate reazioni.

Inoltre le nostre Istituzioni, locali e nazionali, che poco percepiscono questa disaffezione alla nostra lingua, non si rendono contro che questo, oltre ad essere un pericoloso segnale di svalutazione della nostra identità di popolo, è un pericoloso segnale di future e incipienti problematiche di comunicazione, che avranno sicuramente risvolti in ambito di controversie civili e penali e con esiti sicuramente mortificanti per la nostra lingua italiana e il nostro modo di esprimerci.

Si comincia già alle elemenari e si va verso la “sostituzione linguistica”

Una scuola elementare di Latina, ad esempio, da me visitata in occasione di una consultazione elettorale, aveva ed ha in bella mostra i quadretti per insegnare le lettere dell’alfabeto ai piccoli scolari, dove ad ogni singolo quadretto corrisponde un oggetto il cui nome comincia con la lettera da imparare.

Ebbene, incredibilmente, alla lettera T, vi era tablet. Capite? Non Tavolo o Tubo o Tetto o Tana o Trottola o Treno ma tablet.

Ora, chi ha creato quel quadretto, chi lo ha fatto esporre e chi ci ha lavorato e ci sta lavorando su, non vi ha trovato nulla di strano, e tutto questo è semplicemente agghiacciante.

E badate bene che è già la terza o la quarta lettera che non ha una parola italiana, ad esempio la lettera J aveva jeep in vece di junior (sempre meglio il
latino che l’inglese) ma erano segnate anche la K e la W.

Si potrebbe obiettare che queste ultime non sono lettere del nostro alfabeto e
abbiamo poco per poterle utilizzare, ma che adesso si cominci con le lettere proprie del nostro alfabeto lascia poco spazio all’immaginazione riguardo a dove si potrebbe arrivare così continuando e cosa ciò rappresenti per tutti noi, ovvero il punto di non ritorno della nostra lingua, e quindi la progressiva e definitiva sostituzione con dell’italiano con l’inglese.

La lingua italiana è un bene collettivo, perdere le parole è come perdere un’opera d’arte

Chi ci governa, a tutti i livelli, fa fatica a capire che la lingua è un bene collettivo al pari di un monumento o di un’opera d’arte.

Sfregiarlo continuamente con l’immissione di inutili termini in lingua straniera non solo deturpa l’opera d’arte ma rischia di danneggiarla così profondamente da distruggerla del tutto.

I musei sono protetti da sistemi d’allarme per ogni evenienza, i siti archeologici sono continuamente sorvegliati e protetti e questo perché?

Perché sono patrimonio nazionale che oltre a custodire la nostra storia rappresentano motivo di orgoglio e fonte di guadagno per il Paese.

Ora ogni parola persa in italiano è una parola in meno che uno studente straniero deve imparare quando si accinge ad apprendere la nostra lingua.

Quando si saranno sostituite tutte le parole della lingua italiana con quelle inglesi che cosa si offrirà allo studente straniero desideroso di imparare la lingua che si dovrebbeparlare in Italia?

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