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Polexit: nel confronto UE-Morawiecky non c’è spazio per il dialogo

Polexit: nel confronto UE-Morawiecky non c’è spazio per il dialogo

20 Ottobre 2021 0 Di Eleonora Vasques

Scontro acceso martedì a Strasburgo tra l’UE e il primo ministro polacco. Von der Leyen “profondamente preoccupata”, Morawiecky non fa passi indietro. Possibile preludio alla Polexit.

Lo spettro Polexit aleggia nel dibattito tra la Von der Leyen e Morawiecky

Non c’è margine di dialogo tra l’Europa e la Polonia. Si è tenuto martedì a Strasburgo il dibattito sullo stato di diritto in Polonia tra la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, il primo ministro polacco Mateusz Morawiecky e i parlamentari europei. E quel che emerge è la incompatibilità politica tra le posizioni dell’UE e quelle del governo polacco.

Nonostante Von der Leyen dica che “vogliamo una Polonia in un Europa unita” e il primo ministro polacco escluda una Polexit, le due parti sono molto lontane da un compromesso.

Von der Leyen si mostra “profondamente preoccupata” per la situazione in Polonia, dove la decisione della Corte costituzionale polacca di riconoscere come secondaria la legge europea rispetto a quella nazionale mette in discussione l’unità del continente europeo.

In particolare, si riferisce anche alla situazione dello stato di diritto in Polonia, dove la magistratura non è sufficientemente indipendente.

Von der Leyen avverte che se la situazione non muta, l’UE avrà tre opzioni:

  • attivare la procedura d’infrazione,
  • ricorrere al meccanismo di condizionalità (o altri strumenti di sanzione finanziaria)
  • oppure prendere in considerazione l’attivazione dell’articolo 7 dei trattati.

Cosa sono le procedure elencate da Von

der Leyen

La procedura di infrazione prevede che la Corte dell’UE di Lussemburgo possa sanzionare economicamente la Polonia in base al tipo di violazione della legge.

Alcuni eurodeputati più estremisti hanno addirittura proposto di bloccare il piano nazionale di Recovery polacco.

Su questa proposta però Von der Leyen ha solamente detto che per l’approvazione del Recovery, la Polonia deve fare la riforma della giustizia.

Il meccanismo di condizionalità, come spiegato nel sito ufficiale della Commissione, “consentirebbe all’Unione di sospendere, ridurre o limitare l’accesso ai finanziamenti dell’UE in modo proporzionato alla natura, alla gravità e alla portata delle violazioni”.

Infine, l’attivazione dell’articolo 7 del Trattato sull’Unione Europea prevede che si sospendano i diritti di adesione all’UE di un paese, per esempio, sospendendo il voto della Polonia in sede di Consiglio.

Quest’ultimo sarebbe certamente il provvedimento più sostanziale rispetto agli altri, ma per l’attivazione di tale articolo c’è bisogno sempre del voto all’unanimità in Consiglio.

La risposta di Morawiecky

Il primo ministro polacco ha risposto a Von Der Leyen non facendo alcun passo indietro nei confronti della decisione della Corte costituzionale polacca: “L’UE non è uno Stato, noi 27 membri siamo i guardiani dei trattati. Non tutto viene delegato all’UE, il diritto europeo ha il primato su alcune delle aree. La Corte costituzionale polacca ha diviso le prerogative dell’UE da quelle della Polonia e ha affermato il suo primato sulle proprie competenze” spiega Morawiecky.

Verso la fine del suo intervento si spinge anche oltre: “Non tollererò che i politici dell’UE ricattino la Polonia” e poi alla richiesta del Presidente dell’Europarlamento di avviarsi alle conclusioni perché fuori tempo, Morawiecky ha risposto bruscamente dicendo di non voler essere interrotto, andando bel oltre le tempistiche previste.

Polonia come Gran Bretagna?

L’eurodeputato Guy Verhofstadt, ex primo ministro belga, ha detto a Morawiecky che si sta comportando esattamente come il Regno Unito prima della Brexit.

Per la Corte costituzionale polacca l’articolo 1 e 19 del trattato sull’Unione europea sono nulli in Polonia, perché in contradizione della costituzione polacca”.

Dice Verhofstadt. “L’articolo 1 e 19 sono quelli che avete accettato nel 2004. Si riferiscono rispettivamente a <<un’unione sempre più stretta>> e al ruolo centrale della corte di giustizia UE. Questi due articoli sono le due ragioni principali per cui gli hard brexiteers sono usciti dall’UE” dice veementemente l’ex ministro belga.

L’eurodeputato Robert Biedron, il leader del partito Lieviska (Primavera) in Polonia, in opposizione all’attuale governo, ha attaccato Morawiecky dicendo che il suo attacco verso l’UE “è una vergogna per noi polacchi” e che “non otterrete niente se perseguitate donne, giudici e minoranze”, conclude Biedron.

In generale, il dibattito è stato molto acceso e si è polarizzato tra i deputati euroscettici che hanno difeso le posizioni della Polonia e coloro che si sono opposti fermamente a questa decisione senza precedenti. Il passo appena compiuto dalla Polonia può preludere solamente a una sua possibile uscita.

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