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Il Presepe e i simboli: evento speciale a Pomigliano

Il Presepe e i simboli: evento speciale a Pomigliano

18 Dicembre 2024 0 Di Nunzio Ingiusto

Incontro al “Centro Giorgio La Pira” di Pomigliano d’Arco con il Prof. Aniello Milo, autore di “Il Simbolismo del Diversorio e dei pastori nel Presepe napoletano”. Confronto sulla ricchezza di opere straordinarie.

Non c’è rito, festa, avvenimento, che non abbia simboli. Sono la trasposizione materiale di gesti o azioni che suscitano curiosità e passione. Conosciamo simboli sacri e simboli laici che talvolta si mescolano generando disorientamento. Nella tradizione cristiana Natale è sicuramente la ricorrenza più ricca di simboli. Capirli, interpretarli è attività che non appassiona solo i cristiani per il Dio fatto uomo, in una povera capanna nel deserto. Dopo tutto la Chiesa non sarebbe diventata quella grande comunità che conosciamo se non avesse sapientemente usato i simboli della sua storia millenaria. L’arte ha rappresentato in mille modi la notte di Natale a Betlemme, come evento universale che ha cambiato la storia del’umanità. La pittura, da Giotto, a Botticelli, a Raffaello, a Simone Martini, ha raffigurato la nascita di Cristo come la vera nuova vita, l’inizio della redenzione.

Ma c’è un simbolismo, quello del Presepe napoletano che più di altre opere ci fa avventurare “nelle ragioni profonde del perpetuarsi di una tradizione millenaria che plasma le nostre credenze e i nostri valori” come scrive Aniello Milo nel suo “Il Simbolismo del Diversorio e dei pastori nel Presepe napoletano”. Dirigente scolastico e scrittore, Milo dialogherà stasera sulla simbologia del Presepe napoletano nella sede del Centro “Giorgio La Pira” a Pomigliano d’Arco ( inizio ore17,30). Nell’occasione sarà inaugurato anche il tradizionale Presepe del Centro.

Milo ha dedicato al tema studi e ricerche e nel suo lavoro, partendo dall’ipotesi dell’identità dei simboli sostiene che l’espressione più forte che ci raggiunge nell’osservazione, è il Diversorio: parte profana del Presepe. Ci colpisce quandosiamo nella notte oscura dell’anima,nel principio del caos. Nella rappresentazione della capanna c’è un incoscio che si manifesta nella vita di molti di noi con l’evasione, il chiasso, l’ammuina. Può sembrare una tesi intellettualistica, deduzione dell’autore. Ma il prevalere della Luce, un “nuovo mondo”, si trova già in “Quanno nascette Ninno” canzone del 1754 di Sant’Alfonso Maria dei Liguori, sacerdote e scrittore. Si afferma la prevalenza della Luce sul buio, “il rinnovamento integrale dell’uomo e del cosmo in un piano di rivolgimento totale”.

Cercare i simboli significa andare alla scoperta dell’autenticità nascosta del nostro essere e vivere nel mondo, è l’altra tesi di Milo. La Natività nella tradizione artistica napoletana è, tuttavia, un mondo orante, di vita vera, con figure iconiche accanto, sopra, attaccate al Diversorio. Un microcosmo pulsante dove i personaggi sono “il simbolo” che si congiunge allo spiccata disposizione dei napoletani di ritenere quel microcosmo vivo, perpetuo. Vive nel tempo eterno fino a rendere partecipi della Nascita di Gesù” i personaggi laici del calcio, della musica, della politica, del  cinema. Un simbolismo, è il caso di dire, metareligioso, non blasfemo, che a suo modo rende immortali gli idoli del nostro tempo. Il Presepe si rinnova ogni anno come “creatio” continua per rinnovare se stessi, per migliorare il mondo seguendo la Luce della Fede e della Coscienza” scrive, infine, Milo. E i simboli – aggiungiamo- ce lo rendono sempre più caro.

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