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Primarie Pd: a cinque giorni dal voto Zingaretti, Martina e Giachetti non sanno cosa fare

Primarie Pd: a cinque giorni dal voto Zingaretti, Martina e Giachetti non sanno cosa fare

27 Febbraio 2019 0 Di Marino Marquardt

Disarmante, avvilente, deprimente! A cinque giorni dalla Primarie del Pd ancora nessuna proposta concreta sul futuro del Paese e del Partito. Da parte dei tre candidati in corsa per la Segreteria del Nazareno soltanto vani e vuoti bla bla conditi di aria fritta.

I Tre: “Mai col M5s!” E allora con chi? Ancora voglia di pop corn?

“Mai col M5s!”. Nessuno scandalo, normale che lo dicano Maurizio Martina e Roberto Giachetti, i finti avversari che corrono con i colori della scuderia renziana. I Due notoriamente sono ghiotti di pop corn. Leccornia che amano consumare insieme con il loro Capo, il Convitato di pietra Matteo Renzi.

Ma che “Mai col M5s!” lo ripeta anche Nicola Zingaretti è grave. Ed è inquietante per quanti fidavano in un suo successo per iniziare a liberare il Paese dal giogo della barbarie culturale imposto da Matteo Salvini; per bloccare la deriva oscurantista che sta trasportando il Paese chissà dove.

Pd renziano responsabile del contratto M5s-Lega

In prima battuta fu Matteo Renzi, – da senatorino semplice a capo della pattuglia di fedelissimi da lui stesso nominata in Parlamento – a favorire la regressione culturale del Paese col suo stop alla trattativa appena avviata tra Pd e M5s.

Domani – alla luce delle dichiarazioni all’unisono – sarà Zingaretti o saranno i suoi avversari renziani candidati alla Segreteria a imprigionare il Paese nella morsa della grettezza, della ignoranza e dell’oscurantismo leghista.

Né potrà cambiare le cose il disegno del perfettino pariolino Carlo Calenda che, tra un tuffo nella neve e una cena mancata, sogna il listone antisovranista da servire agli elettori in occasione delle prossime Europee.

Massimo Cacciari voce nel deserto

Resta una voce nel deserto – dunque – quella di Massimo Cacciari, il filosofo perennemente sull’orlo di una crisi di nervi di fronte alle scelleratezze del  Partito al quale una volta fu vicino. Il tempo della barbarie, del resto, non contempla spazi per intellettuali e uomini di cultura. Ha ragione lo scrittore montanaro Mauro Corona, ospite fisso di Bianca Berlinguer: bisognerebbe lasciar fare la politica sulla base dei libri letti dagli aspiranti ai Palazzi…

Visto il contesto, Cacciari considera doveroso un confronto e una ricerca di punti comuni tra Pd e M5s. Ma la saggezza è bene sconosciuto, estraneo alla Politica del Terzo Millennio…

In Sardegna sconfitto il Governo gialloverde

 

Dal voto di domenica prossima al voto di domenia scorsa. Ecco un elemento che è stato trascurato nei commenti del giorno dopo: al di là dei risultati ottenuti dalle singole liste è stato infatti il Governo gialloverde ad uscire dalle urne per la prima volta sonoramente battuto. Messi insieme M5s e Lega non raggiungono il 25 per cento.

Il dato, benché la particolarità del sistema elettorale locale lasci ampi margini per alibi e giustificazioni, può prestarsi a riflessioni.

Le colpe politiche dei Cinquestelle

Tornando ai Cinquestelle, Costoro sono stati puniti dagli elettori provenienti dalla Sinistra perché non hanno mosso un dito per cercare di frenare la deriva oscurantista salviniana. E il fatto che Di Maio indichi nelle nuove regole la panacea contro tutte le sconfitte significa nascondere sotto il tappeto la vera causa della disaffezione degli elettori. Di Maio, tra l’altro, dimentica che Virginia Raggi a Roma vinse da sola contro tutti…

La vera causa – ripeto – è politica. Il resto è fuffa per allocchi!

 

27/02/2019  h.11.00

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