Protezione civile, Forze armate pronte al “duplice uso sistemico”
08 Maggio 2019Dimostrazione ieri all’aeroporto di Pratica di Mare del “duplice uso sistemico” delle Forze armate italiane, pronte al servizio “civile” del Paese.
Duplice uso sistemico: le Forze armate sono pronte al “servizio civile”
Si può dire che, quasi da sempre, da quando esistono, le forze armate si sono trovate ad intervenire non per le “naturali” esigenze belliche, ma a difesa delle popolazioni civili incaso di calamità e disastri di ogni genere. Ma per lungo tempo questi interventi di “servizio civile”, ancorché preziosi e generosi, sono avvenuti senza un piano e ancor più senza una preparazione specifica, dimostrando anche scarsa efficacia o efficienza. Per questo le Forze armate italiane hanno iniziato da tempo a sperimentare programmi di intervento e preparazione specifica del personale e delle strutture per fronteggiare al meglio le necessità “civili”. E ieri si è avuta l’occasione per testare il livello di efficienza e di preparazione raggiunto dalle forze di Difesa nel “progetto Janus“, in quello che con termine tecnico non proprio orecchiabile viene indicato “duplice uso sistemico” (qui il sito ufficiale del programma).
Alla dimostrazione, ospitata dall’aeroporto di Pratica di Mare (Roma), hanno assistito il Primo ministro Giuseppe Conte, della ministra della Difesa Elisabetta Trenta, del ministro per i Beni e le Attività culturali, Alberto Bonisoli, del capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, dei sottosegretari alla Difesa, Raffaele Volpi e Angelo Tofalo, del sottosegretario del Miur, Salvatore Giuliano, del sottosegretario all’Ambiente, Vania Gava, del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli, e di tutti Vertici delle Forze Armate, oltre a numerosi studenti delle scuole romane invitgate a vedere come le Forze Armate si muovono in caso di emergenze nazionali.
“Questo evento, se mai ce ne fosse stato bisogno, dimostra le mirabili capacità organizzative e di coordinamento delle nostre Forze Armate negli interventi a supporto delle attività della Protezione Civile – ha commentato con soddisfazione il premier al termine dell’evento, il cui nome esatto è “Duplice uso sistemico: impiego innovativo delle Forze Armate al servizio del Paese – Progetto Ianus” – e siamo orgogliosi degli uomini e delle donne della Difesa, perché pace, sicurezza, stabilità, tutela dei diritti fondamentali li dobbiamo anche al loro prezioso operato, alla loro dedizione professionale e spirito di sacrificio”.
Terremoto simulato, ecco come si attiva la Difesa
Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha spiegato che con il progetto Ianus, “L’applicazione del Duplice Uso Sistemico favorirà la rimodulazione del concetto di Difesa, contribuendo in tal modo ad accrescere la resilienza del Sistema-Paese e a rendere la Difesa stessa ancora più moderna e sostenibile. In questo senso, il mio lavoro come ministro della Difesa sarà finalizzato a rendere l’Italia un Paese più sicuro sotto ogni aspetto”.
Purtroppo, i terremoti sono tra i disastri più frequenti e probabili in quasi ogni area del Paese, a causa della elevatissima sismicità della Penisola. Per questo la simulazione di ieri ha preso le mosse da un ipotetico terremoto di elevata intensità seguito da uno tsunami marino, ed ha messo alla prova la Difesa nella gestione di una possibile emergenza a carattere nazionale.
Il primo momento, in ordine cronologico, ma anche logico, della gestione di una emergenza del genere è nell’attivazione di un ufficio di coordinamento, che nel caso è costituito dal Comitato operativo della Protezione civile che assume la direzione e controllo che chiede il concorso della Difesa e per esso al Comando operativo di Vertice interforze, che a sua volta deve attivarsi per coordinare la specifica emergenza.
Per questo, nella emergenza simulata di ieri, sulla nave Etna è stata allestita una sala operativa interforze e interagenzia per la gestione dell’evento, che ha coordinato i vari interventi. Le simulazioni hanno dimostrato operazioni di soccorso aereo, di trasporto di malati altamente infettivi, attività di decontaminazione da sostanze batteriologiche, chimiche e radioattive, nonché di tutela del patrimonio culturale.
“L’attività svolta oggi è il frutto dell’addestramento che i nostri militari conducono quotidianamente per svolgere i loro principali compiti istituzionali, sia in patria sia all’estero, e che consente loro di intervenire efficacemente anche in attività di concorso con le altre articolazioni dello Stato in caso di emergenze, calamità e supporto alla popolazione – ha spiegato la ministra.
Trenta: La Difesa, sistema integrato pronto a rispondere a qualsiasi emergenza
La dimostrazione di ieri fa parte di un percorso che la Difesa ha iniziato nei mesi scorsi con altri ministeri, Dipartimenti e Agenzie dello Stato, per concretizzare e dare attuazione alle Linee programmatiche che il dicastero ha inserito nel “Documento di integrazione concettuale” dal titolo “Duplice uso e Resilienza”.
Lo scopo del progetto “duplice uso sistemico” è quello di avviare un percorso interministeriale per sollecitare una riflessione comune sul tema di difesa collettiva, che porti in linea teorica a modificare lo stesso approccio concettuale all’utilizzo delle forze di Difesa, e sul piano pratico a mappare le capacità della Difesa che si prestano ad un duplice uso, nonché a comprendere quali altre capacità di questo tipo si possono ulteriormente implementare in futuro.
“Nel corso dell’ultimo decennio, alla Difesa è stato chiesto sempre più spesso di mettere a disposizione degli altri dicasteri le proprie competenze e capacità per lo svolgimento di compiti non prettamente militari, proprio nell’ambito più ampio del concetto di resilienza nazionale – ha ricordato la Trenta – Oggi vogliamo fare in modo che la Difesa venga considerata come un vero e proprio Sistema integrato, connesso a più livelli, che opera in piena sinergia con le altre articolazioni dello Stato, per consentire al Paese di accrescere la sua capacità di risposta nei confronti di tutte quelle emergenze di vario tipo che possano turbare la vita quotidiana dei cittadini”.