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Qui Circo Massimo, è festa con Beppe Grillo. Qui Leopolda, è festa col “Morto”…

Qui Circo Massimo, è festa con Beppe Grillo. Qui Leopolda, è festa col “Morto”…

21 Ottobre 2018 0 Di Marino Marquardt

Roma e Firenze al centro del week end politico. Ritrovano l’entusiasmo i Cinquestelle; cercano la sopravvivenza Matteo Renzi e i fedelissimi

Il ritrovato orgoglio pentastellato e il crepuscolare Rottamatore rottamato…

Si chiude con una ovazione dedicata a Beppe Grillo la quinta Festa nazionale Cinquestelle al Circo Massimo. Una Festa galvanizzata dalle parole di Luigi Di Maio di ritorno dal fresco successo sulla correzione del Decreto fiscale ottenuto in Consiglio dei Ministri; una Festa arricchita dall’annuncio del prossimo rientro in Italia di Alessandro Di Battista, il “guerrigliero” già scalpitante e pronto a candidarsi alle prossime Europee per scatenare l’inferno a Strasburgo e a Bruxelles.

Una Festa non turbata dai veleni spruzzati oggi dai Media guardiani del Sistema. Risultano infatti vomitevoli presso il popolo dei Cinquestelle i titoli e i commenti all’unisono della cosiddetta “grande stampa” genuflessa e al servizio dei disastrati Centrodestra e Centrosinistra. Ma tant’è, certi Direttori, certi Opinionisti e certi Giornalisti hanno la capacità di sputtanarsi da soli.

La sfida continua a Bruxelles con sullo sfondo Valdimir Putin…

Una Festa durante la quale non sono mancati i riferimenti ai Cerberi di Bruxelles e ai Sicari delle Agenzie di rating al servizio degli Usurai delle Banche d’Affari. La sfida continua checché minacci Moody’s. Sullo sfondo il sospetto di alcuni secondo il quale la sfrontatezza del Governo italiano nei confronti dello spread e di Bruxelles sarebbe alimentata anche dagli interessi di ordine geopolitico della Russia. Vladimir Putin – secondo alcuni analisti – sarebbe infatti disponibile a correre in soccorso economico dell’Italia in cambio di uno sconvolgimento degli attuali equilibri europei, equilibri peraltro già precari stando ai sondaggi relativi alle prossime elezioni Europee. E sarebbe questa anche la ragione per cui Bruxelles per ora preferisce limitarsi soltanto a flebili ruggiti nei riguardi dell’Italia.

Dal Circo Massimo al Ministero dell’Economia e Finanza. Il Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, dedica la domenica alla scrittura della lettera in risposta a quella consegnatagli venerdì scorso dal Commissario UE dell’Economia, Pierre Moscovici. La missiva sarà recapitata domani a Bruxelles. Parole educate – fanno sapere i bene informati – ma ferme: l’Italia – ribadisce in sostanza il ministro – la Manovra non intende cambiarla.

Il cerino da domani, dunque, passa tra le dita dei Cerberi europei. E c’è già chi prevede una ramanzina di circostanza. Visti i chiari di luna, ai Signori di Bruxelles potrebbe infatti non convenire tirare la corda con il nostro Paese fino a spezzarla. E ciò per le ragioni prima esposte…

Da Roma a Firenze, dal Circo Massimo alla Leopolda…

La dimessa chiusura del sipario sulla nona edizione della Leopolda la dice tutta sulla malinconica involuzione del ciclo politico renziano. Dalla culla alla estrema unzione. In nove anni bruciato, esaurito il ciclo politico-vitale del Rottamatore rottamato. Un bluff, il suo. L’ex Capo Scout oggi senatorino della Repubblica si guarda attorno per decidere cosa fare da grande. Il Giovanotto è tornato ad urlare dal palco tra smorfie, gestualità e postura già note ai malcapitati tenuti a seguirne per lavoro le chiacchiere. Roba e toni da Bar dello Sport di paese. Indubbio segnale di debolezza.

Tra le ipotesi avanzate nel corso del meeting, è in piedi quella relativa alla fondazione di comitati civici premessa di un partitino che possa consentire all’ex premier nonché ex segretario del Pd di sopravvivere alla men peggio nella Galassia dei Palazzi. Lo sostengono i furbetti di sempre. Dal finanziere Davide Serra a Madonnina Etruria Maria Elena Boschi, dal sempre equivoco postradicale Roberto Giachetti al mancato killer dei vitalizi dei parlamentari nella scorsa Legislatura Matteo Richetti, dal Re del trash televisivo Paolo Bonolis ai più o meno oscuri personaggi in cerca di autore…

Renzi, un generale con l’esercito in fuga…

Sa bene, infatti, l’ex Rottamatore, che la legione di fedelissimi al Senato (del tutto ininfluente già oggi in seguito alla forza dei numeri di cui gode la maggioranza pentaleghista) è destinata ad assottigliarsi se non addirittura a scomparire. Sarà compito infatti del prossimo Segretario Pd (certamente non renziano) fare le liste elettorali. Ed è facile immaginare che saranno lasciati fuori i renziani che non si convertiranno al prossimo nuovo corso del Pd. Matteo Renzi, insomma, è generale degradato dai sondaggi e senza esercito. Per Lui la strada si fa sempre più stretta e in salita. L’impressione generale è che per Lui non vi sia più spazio né posto nel Pd. E non è che l’amico Silvio se la passi meglio. Il sogno renzusconiano, insomma, è da archiviare nel registro delle nefandezze scampate.

21/10/2018  h.13.00

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