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Reddito, dal M5s urge chiarezza. Taglio stipendi eletti, la Lega è contraria

Reddito, dal M5s urge chiarezza. Taglio stipendi eletti, la Lega è contraria

02 Gennaio 2019 0 Di Marino Marquardt

Passata la festa, gabbato lo Santo… Luigi Di Maio sorrida meno nei video autoprodotti in stile salviniano e parli chiaro sul Reddito di Cittadinanza. E Alessandro Di Battista decida cosa voler fare da grande. Per risolvere i problemi del Paese non servono i Testimonial…

I troppi paletti rischiano di escludere dal sussidio molti veri poveri

Basta dolomitici eloqui sorridenti con il Testimonial-Viaggiatore, per Luigi Di Maio è d’obbligo rimboccarsi le maniche. E ricorrere all’olio di gomito… Troppe chiacchiere, troppe ipotesi sul Reddito di Cittadinanza, occorre fare in fretta la massima chiarezza. Il Reddito può trasformarsi in altare sul quale celebrare la gloria pentastellata o la tomba nella quale seppellire illusioni e speranze Cinquestelle.

A rendere buone o cattive le Leggi non sono i titoli ad esse attribuite ma i Decreti attuativi. Troppi spifferi, troppi boatos, troppi rumors sul Reddito.

Dove andranno realmente a finire i soldi di questa Legge? Nelle tasche dei disoccupati poveri o in quelle delle Imprese che assumono? Nel secondo caso sembra di essere di fronte a un film già visto.

E ancora: quanto sarà vasta la platea degli aventi diritto? Il setaccio fatto di troppi paletti, troppi “se” e troppi “ma” quanti veri poveri taglierà fuori dal contributo mensile di 780 euro?

Quanti saranno insomma i disgraziati a rimanere a bocca asciutta?

Quanti saranno insomma i disperati ad essere tagliati fuori per un punto o per una virgola in nome della lotta ai furbi?

Quante saranno le possibilità di fare ricorso in seguito ad una ingiusta esclusione?

Dubbi e perplessità legittimi. Dubbi che potranno essere cancellati soltanto in seguito alla rapida stesura del relativo Decreto attuativo. Si parla di metà gennaio. Bene, Di Maio sferzi gli esperti del Palazzo e sorrida di meno. Non è ancora il momento per farlo.

La sacrosanta crociata Cinquestelle sul taglio degli stipendi degli eletti

Detto ciò – in un Paese con 5 milioni di poveri – è sacrosanta la crociata dei Cinquestelle sulla decurtazione degli stipendi dei Parlamentari. Crociata sacrosanta come lo è stata quella sulle pensioni d’oro (per queste ultime in sostituzione dei tagli sarebbe stato più scaltro imporre un robusto innalzamento delle aliquote fiscali al fine di cancellare discussioni sulla costituzionalità del Provvedimento).

Crociata sacrosanta anche quella annunciata sulla decurtazione del numero dei Parlamentari.

Si tratta di battaglie che non incidono significativamente sulle Casse dello Stato ma che racchiudono un alto valore simbolico. E in politica le battaglie dall’alto valore simbolico hanno un peso etico non trascurabile.

Detto ciò – di fronte alle battaglie annunciate dal M5s relative alla riduzione degli stipendi dei parlamentari e alla riduzione del numero degli stessi – la Lega lancia segnali di contrarietà. Matteo Salvini vuol mettersi di traverso. Piuttosto elementare la spiegazione della posizione degli uomini del Carroccio: Salvini e Lega fanno parte del Circo del Sistema allo stesso modo di come vi faceva parte il Pci nella Prima Repubblica: avversario e contemporaneamente sodale nei riguardi dei Gestori dei Tendoni di Palazzo Madama e di Montecitorio. Certi ruoli sono duri a morire. Al M5s il compito di capire il gioco. E di neutralizzarlo se ne è capace…

02/01/2019  h.16.30

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