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Regeni: oggi i funerali, gl’interrogativi restano

Regeni: oggi i funerali, gl’interrogativi restano

12 Febbraio 2016 0 Di Claudia Svampa

Poche certezze e ancora tanti interrogativi sull’atroce fine inflitta a Giulio Regeni. Oggi alle 14.00 a Fiumicello si celebrano i funerali pubblici.

Oggi a Fiumicello i funerali di Regeni

Regeni Funerali foto Gazzettino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si svolgeranno oggi alle 14 a Fiumicello in provincia di Udine i funerali pubblici di Giulio Regeni, il ricercatore friulano dottorando a Cambridge, scomparso il 25 gennaio al Cairo è ritrovato barbaramente ucciso con impressi i segni di feroce tortura nove giorni dopo, alla periferia della capitale egiziana. La salma di Giulio Regeni è arrivata in Friuli ieri da Roma e nella stessa giornata familiari e amici intimi hanno celebrato esequie in forma strettamente privata.

E mentre oggi non solo l’Italia ma un’estesa comunità internazionale si prepara a piangere il giovane ricercatore ‘spettinato’ trucidato in Egitto, pochi fra i tanti interrogativi che ruotano attorno al feroce omicidio di Regeni sono riusciti a trovare risposta. E tantissimi sono invece i quesiti irrisolti dietro cui si celano i reali moventi della sua esecuzione.

Regeni, dal rapimento al ritrovamento

La scomparsa di Giulio Regeni, la sera del 25 gennaio, in concomitanza con il quinto anniversario della caduta del regime dell’ex presidente Hosni Mubarak e con le manifestazioni celebrative in piazza Tahir, allarma fin dai primissimi istanti il suo amico e tutor universitario Gennaro Gervasio, con il quale, alle 19,40 Regeni si era accordato telefonicamente per vedersi poco dopo in un ristorante al centro del Cairo dove avrebbero festeggiato il compleanno di un comune amico.

Il docente, non vedendolo arrivare, ha iniziato a chiamarlo ripetutamente sul cellulare che ha squillato a vuoto fra le 20,18 e le 20,23 mentre a partire dalle 20,25 la linea telefonica non ha più dato la reperibilità del numero.

A quel punto Gervasio si è messo in contatto con l’ambasciatore italiano al Cairo Maurizio Massari che, nell’arco della stessa serata avrebbe immediatamente contattato i servizi italiani sul posto per attivare le ricerche. Nonostante la denuncia di scomparsa fatta alle autorità egiziane, la ricerca negli ospedali e le indagini degli uomini dell’intelligence, di Giulio Regeni non si riescono a trovare tracce.

La Farnesina rende pubblica la scomparsa del ricercatore italiano sei giorni dopo, il 31 gennaio, dopo aver tenuto riservata l’informazione a tutela dell’incolumità del giovane nelle prime fasi di ricerca.

Il 2 febbraio l’ambasciatore riesce ad ottenere un incontro con il ministro dell’interno egiziano Magdy Abdel Ghaffar, che ribadisce l’estraneità di tutti gli apparati di sicurezza -polizia, intelligence e servizi – alla scomparsa di Regeni, garantendo che non è mai stato trattenuto nei giorni passati nelle loro strutture.

Il giorno seguente, in occasione della visita in Egitto del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi con al seguito una nutrita delegazione di imprenditori italiani, l’ambasciatore chiede e ottiene, dal presidente Abd al-Fattah Al-Sisi un incontro preliminare a “porte chiuse” prima del previsto incontro con l’intera delegazione. Guidi e Massari chiedono al presidente Al-Sisi un intervento diretto sulle ricerche di Giulio Regeni che dopo nove giorni dalla scomparsa non hanno portato a nessun risultato.

La stessa sera alle 20,15, poco prima dell’inizio del ricevimento in Ambasciata con 250 fra imprenditori egiziani e italiani, Massari riceve una telefonata da una fonte del ministero degli Esteri egiziano che gli comunica il ritrovamento del corpo di Giulio Regeni alla periferia del Cairo, in prossimità del tratto autostradale che porta ad Alessandria. La notizia, benché non ufficiale è certa, tanto che l’ambasciatore sospende il ricevimento e insieme al ministro Guidi si recano dai genitori di Giulio Regeni – che qualche giorno prima avevano raggiunto il Cairo per partecipare alle ricerche del figlio – per informarli del tragico epilogo.

Poi sempre in serata, dopo aver appreso che il corpo del ragazzo era stato trasportato all’obitorio del Cairo, lo stesso ambasciatore, senza informare le autorità, ma senza neanche essere ostacolato dalle forze di polizia presenti sul posto, si reca a vedere la salma, costatando fin da subito che sul corpo erano evidenti i segni di ferite e torture.

Questa la ricostruzione della vicenda della scomparsa e del ritrovamento. Ma è il comportamento delle autorità egiziane a destare non poche perplessità, Ecco la nostra analisi dei depistaggi e delle anomalie riscontrabili nell’indagine.

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