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Resti umani trovati dai finanzieri in una grotta dell’Etna

Resti umani trovati dai finanzieri in una grotta dell’Etna

10 Novembre 2021 Off Di Redazione In24

Potrebbero appartenere a un escursionista morto acciidentlmente i resti trovati dalla Guardia di Finanza in una grotta sull’Etna.

Resti umani trovati dai finanzieri in una grotta dell’Etna

Potrebbero appartenere ad un escursionista morto accidentalmente i resti umani trovati dagli uomini del Soccorso alpino della Guardia di Finanza durante una esercitazione sull’Etna, all’interno di una grotta lavica di difficile accesso.

Gli uomini del Soccorso alpino delle Fiamme gialle, per le qualifiche e le attribuzioni di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria, nonché per le loro capacità operative specifiche, sono ormai un punto di riferimento per l’Autorità Giudiziaria e le Autorità prefettizie nei casi di scomparsa o decesso di persone in località montane o comunque impervie.

I militari del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Nicolosi, in provincia di Catania, erano impeganti in una delle quotidiane attività di esercitazione, che in questo caso si stavano svolgendo sulle pendici del vulcano siciliano, nel territorio di Zafferana Etnea, quando una delle unità cinofile del gruppo ha iniziato ad abbaiare.

Il cane, di nome Halma, è un brillante esemplare di pastore tedesco, addestrato per operazioni di ricerca e soccorso. Tanto ben addestrato che la sua attenzione è stata attirata proprio dalla grotta ed ha iniziato ad abbaiare con insistenza.

Per questo i suoi addestratori hanno riconosciuto un segnale tipico di allarme ed hanno deciso di vederci più chiaro e di entrare nell’anfratto, nonostante l’accesso non fosse proprio dei più agevoli.

E sul fondo della grotta, infatti, sono stati trovati i resti di un essere umano, in pessime condizioni di conservazione e dunque molto probabilmente morto parecchio tempo addietro.

Sul posto, oltre all’autorità giudiziaria, si sono recati anche gli esperti della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania, che hanno trasportato i resti presso l’obitorio dell’Ospedale Cannizzaro.

Le Fiamme Gialle sono ora all’opera per dare un nome ed un volto all’uomo che ha trovato la morte in fondo a quella grotta verosimilmente tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’90, probabilmente in autunno o in inverno.

Le prime indagini scientifiche e l’esame del luogo del ritrovamento fanno ipotizzare che si tratti di un uomo di almeno 50 anni di età, alto circa 170 cm, con delle malformazioni congenite al naso ed alla bocca.

Dall’immagine cristallizzata che si è presentata ai militari SAGF del Comando Provinciale di Catania, sembra che l’uomo si sia introdotto volontariamente nell’anfratto, altrimenti difficilmente accessibile, e che sia morto per cause non violente: indossava dei lunghi pantaloni scuri, una camicia chiara a righe, un leggero maglione di lana, una cravatta nera, una mantellina di nylon verde scuro, un cappello di lana con pon-pon e degli scarponcini Pivetta n. 41. Rinvenute anche delle monete metalliche del vecchio conio. L’uomo indossava al polso un orologio marca Omega con cinturino in tela ed aveva al seguito un pettine con custodia.

Le attività investigative proseguono con gli operatori SAGF che, oltre al soccorso, hanno anche il compito di documentare quanto avvenuto sui luoghi teatro di incidenti talvolta mortali e di svolgere le indagini delegate dall’Autorità Giudiziaria.

Inoltre, le forze dell’ordine hanno anche invitato la popolazione a segnalare al Comando provinciale della Guardia di Finanza eventuali persone scomparse nel periodo intorno agli anni 80 che corrispondano alla descrizione riportata.

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