Rifiuti:maxi sequestro dei carabinieri in Puglia
20 Ottobre 2024Traffico illegale dalla Campania alla Puglia nonostante le campagne di sensibilizzazione.Ripulire i terreni inquinati, far pagare chi inquina.
È un mercato che rende ancora milioni di euro. Il traffico illecito di rifiuti da un lato è in testa alle attività repressive delle forze dell’ordine, dall’altro allarga le maglie della propria rete. Sul versante delle indagini nelle Regioni del Sud, la tratta Campania-Puglia seguita dai trafficanti è particolarmente significativa. I carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli, hanno arrestato otto imprenditori e intermediari campani e pugliesi. Per anni hanno scaricato nelle campagne del foggiano e della provicia di Barletta, Andria, Trani 6 mila tonnellate di rifiuti, anche pericolosi. Un quantitativo record che ha impegnato una sessantina di uomini del Noe e dell’Arma di Foggia, Bari e Salerno.
In totale sono state indagate 17 persone. Le indagini hanno permesso di disarticolare un’organizzazione che aveva individuato cave e campi senza essere controllati. I rifiuti arrivavano dalla Campania grazie a un accordo con gli autotrasportatori. Ma com’è possibile che dopo anni di inchieste, arresti e una sensibilità ambientale in crescita, in cronaca registriamo ancora fatti così eclatanti ? I carabinieri hanno specializzato reparti e aumentato competenze a vari livelli e sono un presidio sicuro. Gli affari di imprenditori dello smaltimento evidentemente non ne tengono ancora abbastanza conto. Eppure dal punto di vista industriale raccolta e smaltimento rifiuti ,anche industriali, sono una buona opportunità per l’economia circolare e del riciclo. “Questa operazione è una nostra vittoria” dicono le organizzazioni agricole.
“Sono reati molto pericolosi – ha spiegato il procuratore di Bari, Roberto Rossi – perché la loro pericolosità non è visibile immediatamente. I loro effetti si vedono a lungo termine, anche dopo decenni”.
L’obiettivo per controllare il territorio si sposta sulla capacità degli enti locali di prevenire le illegalità ambientali. Bisognerebbe anche pensare a bonificare i terreni inquinati e non solo in Puglia. La predisposizione di piani specifici libererebbe appezzamenti importanti da destinare ad altri usi, per impianti da fonti rinnovabili, per esempio.
I sindaci dicono che non hanno le risorse economiche adeguate, ma non è nemmeno da scartare la proposta di carabinieri e magistratura di avviare le bonifiche e addebitare i costi alle imprese che fanno affari illeciti. Sarebbe un segnale altamente rassicurante per la legalità e la tutela dell’ambiente.