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Roberto Formigoni si costituisce a Bollate. Gli avvocati chiedono gli arresti domiciliari

Roberto Formigoni si costituisce a Bollate. Gli avvocati chiedono gli arresti domiciliari

22 Febbraio 2019 0 Di Marino Marquardt

Accompagnato dal suo avvocato Mario Brusa, Roberto Formigoni si è costituito nel carcere di Bollate. Il legale ha chiesto gli arresti domicliari per il 72enne ex presidente della Regione Lombardia.

Gli avvocati chiedono misura alternativa. Deciderà la Corte di Appello

L’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni – come è noto – dovrà scontare 5 anni e 10 mesi di carcere nell’ambito della vicenda Maugeri. Il sostituto procuratore generale di Milano Antonio Lamanna ha firmato alle 9.30 di questa mattina l’ordine di esecuzione della pena per l’ex governatore e ad eseguire il provvedimento sono stati delegati i Carabinieri. I militari dell’Arma si sono presentati nell’ultimo domicilio per notificargli il provvedimento: ma nel frattempo, eludendo giornalisti e fotografi, Formigoni si è costituito spontaneamente a Bollate.

Come era prevedibile, gli avvocati Mario Brusa e Luigi Stortoni hanno presentato una istanza di sospensione dell’ordine di esecuzione della pena, chiedendo quindi che il loro cliente possa scontare la pena agli arresti domiciliari. Perché, sostengono, ne avrebbe diritto in quanto ultrasettantenne (compirà 72 anni a marzo) e anche perché la legge anti-corruzione appena introdotta dal nuovo Governo non si applicherebbe a questa sentenza in quanto legge posteriore ai fatti oggetto del processo. Deciderà la Corte di Appello.

Detto ciò, la richiesta di arresti domiciliari presta il fianco alla riflessione: è giusto tenere in carcere un settantaduenne che – non rivestendo ruoli istituzionali – non costituisce più un pericolo sociale?

Carcere o detenzione domiciliare? Una occasione per riflettere

E quale funzione può avere il carcere per l’anziano politico ormai in disarmo?

La risposta è semplice. In questo caso il carcere non può avere nessuna funzione al di là di quella esclusivamente punitiva.

Tacitando la pancia e dando voce alla ragione, la detenzione domiciliare per quanti non costituiscono pericolo sociale appare come la forma la più opportuna di espiazione della pena. Sarebbe una misura alternativa adeguata anche per questo personaggio da commedia all’italiana, personaggio per anni figura di spicco del centro di potere cattolico “Comunione e liberazione”, da anni fiero portatore dei voti di povertà, castità e obbedienza in omaggio a Don Gius, per anni “povero” dalla bella vita a sbafo a spese altrui; “povero” con vita da ricco tra serate mondane, yacht e lussuosi alberghi e ville al mare. “Debolezze” queste che lo hanno spinto a farsi inghiottire dal gorgo della corruzione.

Detenzione domiciliare con tanto di braccialetto. Tutto sommato potrebbe essere una soluzione civile in un Paese a rischio di imbarbarimento.

22/02/2019    h.12.45

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