Salemme prova Eduardo in un documentario a Roma
14 Ottobre 2025Salemme prova Eduardo: il teatro prima del teatro nel documentario di Raffaele Rago sarà presentato lunedì 20 ottobre alla Festa del Cinema.
Cosa accade prima che si alzi il sipario? “La commedia non esiste – Salemme prova Eduardo” va alla Festa del Cinema di Roma e prova a rispondere a questa domanda spostando lo sguardo dal palcoscenico alle prove, dal mito all’officina. Diretto da Raffaele Rago, il documentario segue Vincenzo Salemme mentre prepara Natale in casa Cupiello, affrontando nel doppio ruolo di regista e interprete uno dei testi più iconici del teatro italiano.
Trasmesso in diretta dall’Auditorium Domenico Scarlatti della sede Rai di Napoli il 26 dicembre 2024, Natale in casa Cupielloha testimoniato la profonda ammirazione e il rispetto di Vincenzo Salemme per l’opera e l’eredità di Eduardo De Filippo. L’attore e regista napoletano ha restituito nuova linfa a un capolavoro teatrale quasi centenario, offrendo una rilettura che, pur nella consapevolezza dell’impossibilità di qualsiasi confronto con l’originale, si muove con equilibrio tra fedeltà e rinnovamento.Accentuando i momenti di leggerezza e di comicità, Salemme non ha mai tradito la malinconia e la dimensione familiare che fanno di Natale in casa Cupiello una delle opere più amate del teatro italiano. È un omaggio rispettoso, ma non imitativo, che riflette il rapporto profondo di Salemme con l’eredità eduardiana. Un legame che affonda le radici nel 1977, quando il giovane Salemme incontrò Eduardo De Filippo a Cinecittà durante le riprese televisive proprio di Natale in casa Cupiello. All’epoca si era presentato sul set nella speranza di ottenere una piccola parte come comparsa; fu l’attore Sergio Solli, già membro della compagnia del grande Eduardo, a presentarlo informandolo del desiderio del ragazzo di partecipare. Eduardo decise di offrirgli un ruolo con qualche battuta, permettendogli così di essere retribuito come attore. Un episodio che oggi assume il valore simbolico di un passaggio di testimone, suggellando idealmente un dialogo tra generazioni di teatro napoletano.
Nel documentario di Raffaele Rago, Natale in casa Cupiello non si mostra ancora come spettacolo compiuto: mancano il pubblico, la scenografia definitiva, l’applauso. Ciò che prende forma sullo schermo è invece il lavoro quotidiano, le esitazioni, la ricerca, l’atto creativo nella sua forma più pura. Rago mette a fuoco il momento fragile e irripetibile in cui il teatro inizia a vivere, quando gli attori provano, sbagliano, correggono e riprovano, fino a dar vita a una forma che sembra emergere dal nulla. L’obiettivo del regista è raccontare non soltanto l’allestimento di uno spettacolo, ma l’essenza stessa del teatro come rito collettivo, delicato e irripetibile. Attraverso l’osservazione del lavoro di Salemme, il documentario mostra un artista confrontarsi con un caposaldo della cultura italiana, alla ricerca di un equilibrio tra rispetto della tradizione e libertà interpretativa, tra memoria e invenzione, tra fedeltà all’originale e nuova vitalità scenica.
Vincenzo Salemme è il filo conduttore del documentario, in veste di attore e regista, ma anche come guida che accompagna lo spettatore nel cuore del processo creativo. Natale in casa Cupiello, scritta da Eduardo De Filippo nel 1931 e resa celebre dalla versione televisiva del 1977, resta per Salemme la commedia per eccellenza e nel documentario di Raffaele Rago diventa lo strumento per osservare la nascita del teatro. Per sessanta minuti la macchina da presa non resta spettatrice distaccata: penetra nelle prove, coglie sguardi, esitazioni e fatica condivisa, restituendo la dimensione intima e corale della compagnia teatrale. Rago evita commenti o voci fuori campo, e lascia che il teatro emerga spontaneamente attraverso errori, pause, silenzi e risate. Il documentario esplora non solo il palcoscenico, ma anche i momenti nascosti nel silenzio di una platea vuota e nei gesti quotidiani che, giorno dopo giorno, costruiscono la messinscena.Salemme racconta nel documentario di aver cercato di rileggere Natale in casa Cupiello “come un testo vivo, fragile e ancora attuale”. Il suo lavoro diventa un dialogo continuo con Eduardo De Filippo, con Luca De Filippo e con la tradizione di una commedia che dal 1931 continua a interrogare gli italiani su famiglia, tempo e disillusione. La celebre domanda “Te piace ‘o presepio?” ritorna, ma da una prospettiva nuova: quella di un attore-regista che indaga il senso contemporaneo di un classico. Il lavoro di Rago diventa al tempo stesso ritratto d’artista e riflessione sul mestiere dell’attore, sulla collettività del teatro e sul suo carattere irripetibile. Nel titolo, La commedia non esiste,risiede la dichiarazione d’intenti: ciò che conta non è la commedia compiuta, ma l’atto stesso di provarla, di sbagliarla e di farla nascere insieme. È un elogio del lavoro invisibile, del tempo di preparazione e della cura che precede ogni prima, quando il teatro esiste ancora solo nelle mani di chi lo crea.






