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Santa Sofia: la basilica, la moschea e la fine del mondo occidentale

Santa Sofia: la basilica, la moschea e la fine del mondo occidentale

14 Luglio 2020 0 Di Corrado Corradi

La Basilica di Santa Sofia, assurta ormai a ruolo principale di moschea di Istanbul, testimonia che il mondo occidentale non finirà con uno schianto ma con una lagna.

La decisione della Corte Suprema turca era scontata e solo dei cristiani adulti come ci vantiamo di essere noi, avvezzi a reiterare l’autoillusione che tutti siano scettici e renitenti come, ahimè, siamo diventati noi, potevano (far finta di) crederci… Santa Sofia è ora una moschea, e moschea resterà, “point et c’est tout”…

Bene ha fatto Erdogan il musulmano, fedele come ogni musulmano deve essere… nulla di scandaloso in tutto ciò perché è un sentiero imboccato da tempo, da quando noi sempre più scettici abbiamo messo in cantina le nostre madonne e, in contemporanea, i musulmani, sempre più fedeli, hanno invece innalzato i loro simboli sui quali svetta l’insegna “Allahu Akbar”.

Siccome noi europei diamo alla dimensione spirituale il valore di “zero”, non avevamo fatto caso che Erdogan, in numerosissimi comizi, aveva reiterato sia la definitiva e suprema bontà dell’Islam, sia la sua superiorità sulle altre religioni, sia la volontà di estenderlo all’orbe (ad iniziare dall’Europa).

E noi, credendo che si trattasse di roboanti frasi ad uso e consumo di folle scettiche come le nostre; pensavamo che fosse morta lì.

In realtà, quelle folle non sono scettiche come noi, sono folle di fedeli… ed ecco il primo simbolico passo di una marcia, già in atto, che prevede sia la re-islamizzazione della Turchia (ormai già a buon punto), sia la riedizione del Califfato ottomano, sia il lebensraum islamico (preconizzato dalla Fratellanza Musulmana) in direzione dell’Europa ove, nei Balcani, c’è già un consistente sostrato e nel resto del territorio europeo sono incistate comunità musulmane, molte delle quali dedite alla militanza islamista, che godono di una certa liberalità quanto all’applicazione di consuetudini in contrasto con le regole vigenti…

Il tutto proprio come ideato e portato avanti dalla setta dei Fratelli Musulmani alla quale appartiene Erdogan.

E se si conta che la nostra quarta sponda, la Libia, o almeno la parte occidentale di quel paese, è occupata dalle truppe di Ankara, ci vuol poco a immaginare un futuro scenario tipo: “Arrendetevi siete circondati”.

Scenario che non si realizzerà mai perché non c’è bisogno che si realizzi: siamo già “der gatto” perché rinunciatari, renitenti, ignavi, illusi, drogati da ideologie moderne che ci tengono immersi in complessi di colpa (per la crociate, lo schiavismo, il capitalismo, il colonialismo, la nera leggenda di un nero e cattivo cattolicesimo dedito solo a bruciare eretici e perseguitare infedeli) e in conseguenti complessi di inferiorità, che non hanno ragion d’essere.

Già dagli inizi di giugno si sapeva cosa bolliva in pentola circa la Basilica di Santa Sofia, ma tutti facevano melina, un po’ perché alla maggior parte dei nostri politici (specie quelli di Sinistra i quali possono godere della grancassa dei mezzi di comunicazione) “nun je ne frega niente” dello spirito, un po’ perché anche a Destra sullo spirito ci sono idee confuse tra panteismo massonico, esoterismo e dottrine orientali, e molto perché la Chiesa di Bergoglio in testa ha abdicato a se stessa abbandonando il suo gregge come fecero i nobili scozzesi nella scena del film Braveheart.

Come andrà a finire la vicenda della ormai ex Basilica di Santa Sofia e ora moschea di… (vedremo che nome gli verrà dato)… se diventerà luogo esclusivo di culto islamico oppure aperto anche come museo, è marginale perché il dato di fatto adesso è che Erdogan ha affermato il suo ruolo di leader panislamico.

Attenzione: non è una sfumatura da nulla, lo Erdogan ha ottenuto che l’Alta corte di giustizia sancisca che la decisione di Ataturk di destinare la Basilica di Santa Sofia a luogo museale impedendovi il culto ad Allah era illegale… ed ecco capannelli di islamisti turchi che appena sortita la sanzione dell’Alta Corte, si sono riuniti davanti alla ex Basilica all’urlo inequivocabile di Allahu Akbar

Anche questo, per chi bazzica il mondo arabo-islamico e ne ha un minimo di conoscenza non è una sfumatura da nulla… Allahu Akbar non è un uno slogan come quelli a cui siamo avvezzi noi che si dissolvono dopo la manifestazione in cui è stato urlato, Allahu Akbar è un grido di guerra, una dichiarazione d’intenti definitiva e permanente.

La basilica di Santa Sofia, ormai ex, è una conquista dell’Islam militante, una conquista iniziata sotto traccia quando già nel 2016 nell’indifferenza di una Europa anestetizzata nei vani pensieri e una Chiesa Romana impegnata a far concorrenza alle ONG, entrambe fecero finta di nulla quando dai minareti della Basilica risuonò lo Adhan (l’appello alla preghiera islamica) in occasione della “notte del destino” sul finire del Ramadan.

Assente la Chiesa bergogliana, a sostenere il non licet dell’UNESCO, nell’indifferenza di un mondo anestetizzato, solo la Chiesa Ortodossa, la Russia, Trump, la Grecia e Cipro… un po’ poco come reazione ad un palese atto di tracotanza che conferma un punto fermo della politica estera del fratello musulmano Erdogan: l’egemonia religiosa di un musulmano integralista adepto della Fratellanza musulmana, in seno ad un mondo arabo-islamico travagliato.

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