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Saragozza, gioiello nascosto dell’Aragona

Saragozza, gioiello nascosto dell’Aragona

23 Febbraio 2017 0 Di Patrizia Russo

La Spagna è ricca di meraviglie! Una meta affascinante è Saragozza, capitale dell’Aragona. Un itinerario facilmente raggiungibile per un piacevole week end.

Nella stagione primaverile, per chi cerca una destinazione più autentica e lontana dal turismo di massa, può vagliare mete alternative alle ben note Madrid e Barcellona. Tra queste, nel nord-ovest, troviamo Saragozza. Percorsa dal fiume Ebro, crocevia di imperi e di regni, è una città antica.

La sua storia inizia con l’imperatore romano Augusto che la fonda con il nome di Caesaraugusta e proseguì con la conquista dei Mori nel 714.

Molti monumenti testimoniano la lunga storia di Saragozza, dove per secoli hanno vissuto fianco a fianco musulmani, ebrei e cristiani. I segni di questa convivenza e delle influenze reciproche sono ancora visibili nel cosiddetto stile mudejar, frutto dell’incontro tra architettura islamica e tradizione cristiana.

È molto piacevole passeggiare per il centro storico e le stradine di El-Tubo dove si trovano le sue principali attrazioni turistiche: la Basilica di Nostra Signora del Pilar che è una delle mete di pellegrinaggio più conosciute in Spagna, consacrata alla Vergine del Pilar.

È con questo nome che qui viene venerata, Maria, la madre di Gesù, che è anche la patrona della Spagna. Questa immensa basilica ha una struttura barocca e custodisce nella volta e nella cupola uno degli affreschi più rilevanti di Goya.

Ai lati opposti della grande Plaza del Pilar troviamo da una parte le mura e il foro romano (I sec. a.c) e dalla parte opposta la Cattedrale del Salvatore di Saragozza, meglio conosciuta come La Seo, che rappresenta il complesso sacro più significativo e pregiato dell’Aragona con influenze medievali, rinascimentali e barocche.

Perfetto connubio tra arte islamica e cattolica

Una breve passeggiata lungo la riva del fiume porta al Castillo de la Aljafería, che si erge in tutta la sua maestosità quasi a voler ancora difendere la sua città. È stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, nel 2001, perché è uno dei monumenti più rappresentativi ed emblematici dell’arte mudejar aragonese. Oggi, ospita “Las Cortes de Aragon” (Il parlamento regionale della comunità autonoma aragonese).

Dall’esterno si presenta come una fortezza con tanto di fossato e quattro torrioni semicircolari. Ma è varcando la grande porta ed entrando nel cortile che ci rendiamo conto della sua straordinaria particolarità e bellezza che contrasta con un esterno imponente e scarno.

SaragozzaFu costruito nella seconda metà del IX secolo, durante l’occupazione islamica della Spagna come residenza della dinastia dei Banu Hud. L’Emiro Abū Jaʿfar Ahmad ibn Hūd, detto al-Muqtadir, da cui deriva il nome spagnolo al-Ja fariyya, fece costruire questo edificio residenziale che rispecchiasse la tipologia del palazzo islamico d’influenza Omeya. Una struttura simile a quelle che si trovano nel deserto, che cronologicamente risalgono all’VIII secolo. L’interno del palazzo, taifal, al piano terra, è di una straordinaria bellezza ornamentale. Dall’atrio principale, tre gradini portano al patio realizzato a base rettangolare. Sulla destra, si trova la sala delle cerimonie dove è presente una vasca all’aperto (alberca) e una piccola moschea a pianta ottagonale. Le sue dimensioni minute conservano una ricca decorazione con i tipici motivi ataurique. Questo piccolo luogo di culto privato, fu aggiunto al palazzo in un secondo momento, perché essendo la residenza molto distante dalla città e quindi dalla moschea principale e dovendo pregare cinque volte al dì, averla all’interno del palazzo consentiva ai suoi abitanti di risparmiare molti chilometri al giorno e in alcune situazioni li proteggeva dagli avvenimenti esterni.

Nell’altro lato del patio c’è un bellissimo giardino, realizzato secondo i canoni orientali, con alberi di agrumi e vasche dove, una volta, scorreva l’acqua. Tutti i lati di questo delicato, ma imponente patio sono decorati con archi dalle linee poliovalate.

SaragozzaDopo la riconquista di Saragozza da parte di Alfono I el Batallador, avvenuta nell’anno 1118, iniziò l’epoca cristiana dell’Aljaferia, tanto che il palazzo divenne residenza dei monarchi aragonesi, i quali fecero opere di ampliamento e riorganizzazione. Tra queste si evidenzia la Cappella di San Martino, denominata “alcova di Santa Isabella” e l’abbellimento di alcune sale in stile mudejar ad opera del re Pietro IV, ornate da splendidi alfarjes (tetti in legno).

Una imponente scalinata circondata da splendide finestre, arricchite con le decorazioni dell’arte islamica, porta al piano superiore e a quello che viene chiamato il Palazzo dei Re Cattolici. Questo secondo piano, eretto sopra l’edificio musulmano intorno all’anno 1942, fonda lo stile medievale preesistente con le nuove influenze rinascimentali. Così, oltre allo scalone principesco e a un lungo corridoio, il nuovo piano fu dotato di numerose sale, tra le quali spicca il gran Salone del Trono. Di queste stanze risaltano, da un lato, le pavimentazioni, formate da piccole piastrelle di Muel, e dall’altro, i soffitti di legno dorato e policromato.

Nella parte più antica del Palazzo troviamo la Torre del Trovador: una massiccia torre prismatica, dotata di un pozzo che attingeva l’acqua direttamente dal fiume Ebro. La Torre deve il suo nome all’opera del drammaturgo Antonio Garcia Gutierrez, che ispirato dalle sue leggende vi ambientò il dramma romantico “El Trovador”, che fu trasformato, nel 1853, in opera lirica da Giuseppe Verdi con il titolo Il Trovatore.

Una meta romantica, storica, facile da raggiungere, perché ben collegata con il treno a Madrid e Barcellona, ma soprattutto piacevole, perché vivibile e a misura d’uomo. Bastano pochi giorni per visitarla e per godere appieno della squisita accoglienza spagnola.

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