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Scandalo Csm, il procuratore generale della Cassazione accusa: “Lotti contribuì alla scelta dei magistrati”

Scandalo Csm, il procuratore generale della Cassazione accusa: “Lotti contribuì alla scelta dei magistrati”

13 Giugno 2019 0 Di Marino Marquardt

“L’imputato Lotti contribuì alla scelta del procuratore”. E’ categorico l’atto d’accusa del procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio, nell’atto di incolpazione nei confronti dei 5 togati del Csm. Tutto registrato dal trojan installato nel cellulare di Palamara. Per Fuzio è accaduto che “la volontà di un imputato abbia contribuito alla scelta del futuro dirigente del’ufficio della Procura di Roma deputato a sostenere l’accusa nei suoi confronti”. L’imputato al quale si riferisce il magistrato – inutile dire – è Lotti.

Il trojan nel cellulare di Palamara rivela particolari e complicità del maledetto imbroglio

Il trojan rivela particolari e complicità del maledetto imbroglio. E segna la svolta dell’affaire che vede coinvolti l’ex presidente dell’Associazione Magistrati Luca Palamara, l’ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti e il parlamentare Dem Cosimo Ferri. Le intercettazioni parlano chiaro e rappresentano evidenti atti di accusa. E ora la domanda è d’obbligo: cosa farà il Segretario del Pd Nicola Zingaretti di fronte agli inequivocabili virgolettati riferiti alle parole di Luca Lotti?

E’ uno scandalo, questo del Csm, con le stimmate del Pd renziano. Lotti – ormai è chiaro – trattava con Palamara per sistemare magistrati amici in sedi “sensibili”. Anche in quel Tribunale in cui figurava come imputato.

Scandalo con le stimmate del Pd renziano. Ora cosa farà Zingaretti?

Zingaretti avrà la forza e il coraggio di colpire duramente gli autori della manovra che getta fango sul Nazareno e discredito sulla terzietà della Magistratura?

Avrà la forza – il Segretario Dem – di adottare misure esemplari contro i trafficoni all’ombra della vicenda Consip in cui Lotti figura imputato e mossi dalla voglia di vendetta contro Giuseppe Creazzo, il magistrato che ordinò l’arresto di Babbo e Mamma Renzi?

Riuscirà, Zingaretti, a tacitare gli avversari del M5s i cui toni appaiono sempre più duri?

“Lo scandalo che investe il Csm – si legge infatti nel Blog Cinquestelle – è un fatto di una gravità senza precedenti nella storia della separazione dei poteri e autonomia delle istituzioni. Rappresenta un attacco enorme alla credibilità dello Stato. Era dal 1981, dai tempi della P2, che non saltavano tante teste: al momento sono cinque consiglieri, uno dimissionario perché indagato e quattro autosospesi per aver discusso del nuovo Procuratore di Roma con i parlamentari del PD Luca Lotti e Cosimo Ferri e con il magistrato Luca Palamara. Come fatto emergere dallo stesso neo eurodeputato dem Franco Roberti, il PD c’è dentro fino al collo e questo scandalo è targato Partito Democratico”.

Un attacco, questo del M5s, al quale il Pd risponde con uguale durezza. Lo fa denunciando le esitazioni e le timidezze pentastellate manifestate in merito agli inquietanti rapporti tra  la Lega e il corruttore Paolo Arata.

Uno scambio di accuse – questo tra M5s e Pd – che denota anche la debolezza delle rispettive leadership.

Detto papale papale, il maggior partito di opposizione e la maggiore forza di opposizione interna al Governo – Pd e M5s – appaiono sprovvisti di Uomini-guida autorevoli e in grado di cambiare il corso della vicenda politica.

Inutile dire che nello scandalo Csm si nota nettamente l’impronta di Matteo Renzi…

13/06/2019  h.19.00

 

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