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Serie A, 26° Giornata: che turno per le “piccole”

Serie A, 26° Giornata: che turno per le “piccole”

22 Febbraio 2022 0 Di Matteo Cefalo

Torna la Serie A, il derby di Torino finisce in parità, Milan, Napoli, Roma e Lazio bloccate dalle “piccole”, il Sassuolo affonda l’Inter.

Torna la Serie A, 1-1 nel derby di Torino, Quagliarella piega l’Empoli, i giovani salvano la Roma, il Milan si ferma a Salerno

Dopo lo spettacolo delle coppe europee torna subito in campo la Serie A e ci regala un turno tutto fuorchè scontato. Nessuna delle big riesce a vincere, con le “piccole” del nostro campionato che centrano una giornata da capolavoro. In testa la lotta Scudetto procede a rilento, esattamente come la corsa Champions. L’unica a gioire è la Fiorentina, che sembra iscriversi di diritto tra le candidate ad un posto nell’Europa che conta. Nei bassifondi quasi tutte fanno punti ma, proprio per questo, non ci sono grosse variazioni.

La giornata si apre con il grande anticipo di venerdì, il derby della Mole tra Juventus e Torino. I bianconeri provano a riprendere ritmo dopo il pareggio nello scontro diretto con l’Atalanta. I granata, di contro, non vogliono sfigurare nella partita più importante della loro stagione e, soprattutto, vogliono lasciarsi alle spalle le brutte sconfitte con Udinese e Venezia. Il canovaccio della gara è subito evidente. Sono gli uomini di Juric a tenere il pallino del gioco, con gli avversari che tentano di pungere in contropiede. Nei primi minuti Szczesny è prima attento su Mandragora e poi provvidenziale nello sventare un cross basso del rapidissimo Brekalo, che sulla fascia era sfuggito alla difesa della Juve. Ma i padroni di casa sono altrettanto pericolosi in ripartenza, con Rabiot che sfiora il primo gol stagionale con un bel diagonale dalla sinistra.

I ragazzi di Allegri trovano il vantaggio con un poderoso De Ligt che, su corner di Cuadrado, svetta su tutto e tutti e spinge in rete con un colpo di testa. Nel secondo tempo il dominio torinista è ancor più netto, ma il risultato regge. Fino al 62′, minuto in cui Belotti sfrutta una percussione laterale dell’indemoniato Brekalo e con una girata infila il portiere. C’è spazio ancora per Mandragora, che va ad un passo dalla rimonta definitiva con un tiro fuori di poco, complice la deviazione di Cuadrado. Nel finale un Torino stanco cede il passo alla controffensiva juventina, ma succede poco o nulla. L’1-1 è lo score del triplice fischio. Da sottolineare la mastodontica prestazione di Bremer, che annichilisce completamente un Vlahovic in serata no. La Juve rallenta e rischia il sorpasso atalantino. Il Toro conquista un buon punto e torna a ingranare dopo un periodo negativo.

Alle 15:00 di sabato, al Ferraris, la Sampdoria dell’ex Giampaolo ospita l’Empoli di Andreazzoli. Accade tutto nella prima frazione. Partono fortissimo i toscani, con Zurkowski che si divora un gol già fatto. Poi sale in cattedra Quagliarella. Il “vecchietto” della Samp trova due bellissimi gol, rispettivamente il novantanovesimo ed il centesimo in Serie A in blucerchiato. Nonchè quelli che gli permettono di segnare per il diciottesimo anno solare consecutivo. Il primo è un bel diagonale da posizione defilata, su assist di Candreva. Il secondo è un tiro al volo su un palleggio da cross di Bereszynski. Gli ospiti cercano di accorciare nella ripresa con Bajrami e Bandinelli, con neanche troppa convinzione. Il 2-0 è il finale. Funziona la cura Giampaolo per la Sampdoria. L’Empoli è in crisi nera.

Alle 18:00, all’Olimpico, va in scena Roma-Hellas Verona. Gli scaligeri, che all’andata avevano inflitto la prima sconfitta di stagione ai ragazzi di Mourinho, tentano di nuovo il colpaccio per portarsi a -1 e dare nuova verve alle ambizioni europee. I padroni di casa, invece, vogliono scrollarsi di dosso la negatività delle ultime tre uscite, con i pareggi deludenti contro Genoa e Sassuolo e l’eliminazione dalla Coppa Italia. Ma sin da subito è predominio veronese. Gli ospiti passano in vantaggio con uno schema da calcio di punizione che libera Faraoni. L’esterno colpisce Rui Patricio, ma sulla respinta Barak è glaciale. Gli uomini di Tudor sugellano un fantastico primo tempo con Tameze, che riceve da Capari e fucila il portiere avversario.

Nella seconda frazione Mourinho, con una squadra rimaneggiata tra infortuni e Covid, è costretto ad affidarsi ai Primavera Zalewski, Volpato e Bove. E sono proprio gli ultimi due a togliere le castagne dal fuoco. Volpato, centrocampista italo-australiano classe 2003, entrato in campo da appena 3 minuti, risolve una mischia da angolo e purga Montipò con una conclusione insidiosissima. Il secondo, altro centrocampista, del 2002, entrato da 5 minuti, trova anch’egli una rete da sviluppo da calcio d’angolo. Il giovanissimo giallorosso attende saggiamente e dalla destra infila il portiere avversario, colpevole di aver lasciato libero il primo palo con un pessimo posizionamento. Finisce 2-2. Molti rimpianti per Tudor ed i suoi, che buttano via una gara ben indirizzata. Mourinho, espulso dopo una scenata nel finale, deve ringraziare i suoi ragazzini.

Alle 20:45 l’Arechi è teatro del più classico dei testacoda tra Salernitana e Milan. Gli ultimi in classifica, forti dell’avvicendamento in panchina tra Colantuono e Nicola e della notizia del recupero del match con l’Udinese (precedentemente dato vinto a tavolino ai friulani), inchiodano eroicamente la capolista sul 2-2. L’avvio è, però, dei rossoneri. Bastano 5 minuti agli uomini di Pioli per sbloccare la partita, con Messias che sfrutta un bel filtrante di Hernandez e buca Sepe. Lo stesso estremo difensore granata scalda i guanti al quarto d’ora su calcio di punizione di Bennacer. Ma i campani sono vivi. Alla mezz’ora, infatti, Djuric approfitta di un’uscita irrazionale di Maignan e fa sponda per Bonazzoli che, con una splendida rovesciata, insacca in rete. Nel secondo tempo il milanista Leao prova ad emulare il gesto tecnico dell’avversario su invito di Tonali, ma il pallone esce di poco a lato.

I padroni di casa vanno vicini al sorpasso ancora con Bonazzoli, la cui pressione manda di nuovo in bambola un irriconoscibile Maignan. La rabona dell’ex Inter è spettacolare, ma Romagnoli è provvidenziale. Tutto inutile, però, perchè Djuric, dopo poco, salta più in alto di tutti su cross di Mazzocchi e sigla il vantaggio. Fortunatamente per il Diavolo, ci pensa Rebic con una rasoiata dalla distanza ad aggiustare almeno un po’ le cose. Ma il 2-2 finale è un bottino magrissimo per il Milan, che offre il fianco a Inter e Napoli e conferma la poco invidiabile tradizione di squadra in difficoltà con le neopromosse (si vedano le misere figure con Carpi, Frosinone, Benevento e Spezia negli anni addietro). Lo specialista di salvezze impossibili Nicola comincia benissimo il suo nuovo e più arduo tentativo di capolavoro calcistico.

La domenica di Serie A, la Viola batte la Dea, pari tra Venezia e Genoa, l’Inter cade sotto i colpi del Sassuolo

La domenica di Serie A si apre col Lunch Match in chiave americana tra Fiorentina ed Atalanta. I padroni di casa del patron italo-statunitense Commisso, infatti, ospitano una Dea fresca di acquisizione del pacchetto di maggioranza da parte di una cordata d’oltreoceano, già proprietaria dei celeberrimi Boston Celtics. Queste questioni societarie non fanno però bene ai bergamaschi, che perdono per la terza volta su tre in stagione con i ragazzi di Italiano. La partita è accesa, con occasioni da una parte e dall’altra. Nel primo tempo gli ospiti sfiorano il gol soprattutto con Koopmeiners che, involato verso la porta, spara addosso a Dragowski. Dall’altro lato, invece, Sottil va vicino al vantaggio, ma viene fermato da Musso.

Nella seconda frazione è Gonzalez a prendersi la scena. L’argentino è generosissimo sulla fascia destra. Prima serve Castrovilli, che spara alle stelle più che malamente da ottima posizione. Poi è la volta di Piatek, che invece non sbaglia, ribadendo il suo stato di forma eccelso. L’Atalanta reagisce subito e trova il gol del pareggio con Malinovskyi, che, servito in profondità, batte al volo di controbalzo il portiere avversario. Ma la rete non è valida. L’arbitro Doveri, il VAR ed il segnalinee considerano infatti attiva la posizione di fuorigioco di Hateboer, che però nè tocca il pallone, nè sembra influire in alcun modo sulla difesa di casa. Fatto sta che questa discutibilissima scelta mette fine difatti alla gara, che termina sull’1-0. Gasperini, espulso in quest’occasione dall’arbitro per proteste, fallisce il sorpasso alla Juve. La Fiorentina ne approfitta e si iscrive ufficialmente alla corsa per la Champions.

Alle 15:00 è invece la volta di Venezia-Genoa, conclusasi sull’1-1. Partono fortissimo i lagunari, che al quarto d’ora trovano l’1-0 con il solito Henry. Il francese segna con un tap-in di testa da calcio d’angolo di Aramu spizzato da Ceccaroni. I calciatori di Zanetti cercano addirittura il raddoppio con una bomba di Nani da fuori area, che manca di poco la traversa. Ma alla mezz’ora Ekuban semina il panico in difesa e sigla l’1-1. Si tratta del primo gol in Serie A per l’italo-ghanese. Nel secondo tempo è memorabile il salvataggio sulla linea di Svoboda su incornata di Yeboah, sul cui capovolgimento di fronte Aramu sfiora il gol per gli arancioneroverdi. La gara è aperta, ma il risultato non varia. Il Venezia stacca di una lunghezza il Cagliari. Blessin porta il suo Genoa a quattro pareggi in quattro gare, con la Serie B che sembra avvicinarsi sempre più.

Alle 18:00 a San Siro l’Inter accoglie il Sassuolo. I nerazzurri provano a scacciare i fantasmi dell’ultimo periodo e ad uscire dal blackout cominciato con la sconfitta nel derby e proseguito con il pareggio a Napoli e la disfatta di Champions col Liverpool. In più il passo falso del Milan a Salerno offre una ghiotta occasione di riprendersi subito la testa del campionato. Ma di fronte gli emiliani di Dionisi sono più agguerriti che mai e cercano di ribadire la fama di ammazzagrandi, dopo le trasferte vittoriose in casa del Milan e della Juve. E in effetti bastano appena 25 minuti ai neroverdi per non smentirsi e chiudere la pratica Inter sullo 0-2.

L’approccio alla gara degli uomini di Inzaghi è disastroso. Dopo appena 8 minuti Berardi, forse con un fallo, recupera palla a centrocampo su Calhanoglu e serve Raspadori che, per la verità, non calcia neanche benissimo. Ma Handanovic si conferma più un handicap che una sicurezza per i suoi e si lascia infilare da un pallone controllabilissimo. Il raddoppio arriva con Scamacca che, servito da Traorè, insacca in rete di testa, lasciato colpevolmente solissimo dalla retroguardia nerazzurra. Berardi colpisce la traversa con un bellissimo tiro a giro. È caos per i campioni d’Italia.

E per di più Consigli, a cavallo tra primo e secondo tempo, sforna alcune parate al limite dello straordinario. Martinez, a secco da Dicembre, è la brutta copia del top player degli ultimi anni e calcia fuori a porta vuota un gol che anche un bambino ad occhi chiusi avrebbe segnato. Dall’altro lato il Sassuolo accarezza a più riprese la goleada, due volte con Raspadori ed una con Berardi. E così il VAR, che annulla a De Vrij un gol per tocco di mano di Dimarco, certifica il risultato finale. Il Sassuolo fa festa. L’Inter perde l’opportunità di scavalcare i cugini ed anzi rischia il sorpasso del Napoli, pur potendo virtualmente recuperare ancora 3 punti alle avversarie.

L’Udinese ferma la Lazio, il Napoli ringrazia Osimhen, Arnautovic riporta il Bologna alla vittoria

Alle 20:45 si prosegue con Udinese-Lazio, finita 1-1. I biancocelesti vogliono imitare la Fiorentina ed iscriversi anch’essi alla corsa Champions, ma trovano di fronte un’Udinese rognosa e spavalda. Sono proprio i friulani a passare in vantaggio con Deulofeu, che di prima coglie di piatto la sponda aerea di Perez e batte Strakosha. Makengo sbaglia addirittura una rete già fatta a porta sguarnita. La Lazio reagisce due volte con Cabral, il vice di Immobile, che pur muovendosi bene, è poco cinico sotto porta. Il pareggio è di Anderson che, prima dell’intervallo, sfrutta la spizzata di Zaccagni e mette dentro un facile tap-in di testa. Nella seconda frazione ancora Cabral spreca un’occasione, mentre Molina colpisce la traversa nel recupero. Il finale riserva, dopotutto, un buon punto per entrambi i club, con i laziali che rosicchiano lunghezze all’Atalanta e non ne perdono dalla Juve, ed i padroni di casa che fermano una big.

Il lunedì di Serie A si apre alle 19:00 alla Sardegna Arena, dove il Cagliari ospita il Napoli. I partenopei hanno l’obbligo di vincere in casa della terzultima e di sfruttare i passaggi a vuoto di Milan e Inter, per riprendersi il primato in classifica mantenuto per buona parte del girone d’andata. Ma gli uomini dell’ex Mazzarri sembrano finalmente aver trovato la quadra e cercano il quarto risultato utile consecutivo per continuare ad infiammare il duello salvezza con il Venezia. Il primo tempo è molto aperto, con opportunità da un lato e dall’altro. I ragazzi di Spalletti vanno vicini al gol con Di Lorenzo e Rrahmani. I sardi con Joao Pedro, che approfitta di un errore di Koulibaly, ma tira di poco fuori. Mario Rui prova la botta dalla distanza, ma Cragno è attentissimo.

Nella ripresa i padroni di casa trovano inaspettatamente l’1-0. Il solito Pereiro col suo mancino a girare buca Ospina che, tradito dal rimbalzo del terreno, si lascia sfuggire una palla apparentemente controllabile. A questo punto il Cagliari cavalca l’onda del vantaggio e sfiora il raddoppio in una miriade di occasioni. Prima Ospina è miracoloso su Deiola, poi Baselli spara alto a porta vuota. Ed ancora azioni a profusione per Mazzarri e i suoi con Joao Pedro e Marin. Ma proprio mentre il Napoli sembra soccombere all’intensità degli avversari, Osimhen, subentrato al posto di Petagna, infila Cragno di testa su cross dalla sinistra di Mario Rui. L’1-1 è il risultato finale. Il Cagliari riaggancia il Venezia. Il Napoli perde l’occasionissima di ritornare al comando in Serie A, ma salva almeno un punto.

A chiudere il turno di Serie A è il Monday Night tra Bologna e Spezia, vinto per 2-1 dagli emiliani. I padroni di casa partono fortissimo colpendo una traversa da fuori area con Arnautovic, ma sono gli ospiti a segnare per primi. Infatti Manaj insacca di testa un perfetto cross di Reca dalla sinistra. Ma i ragazzi di Mihajlovic reagiscono subito e con violenza e due gol di Arnautovic ribaltano il risultato tra primo e secondo tempo. La prima rete arriva su uno splendido filtrante di Barrow sul quale l’attaccante deve solo appoggiare alle spalle di Provedel. La seconda arriva con un bel colpo di testa su assist da sinistra di Sansone. Si tratta della prima doppietta in Serie A per l’austriaco. Il Bologna trova finalmente la vittoria nel 2022. Spezia alla seconda sconfitta consecutiva dopo quella con la Fiorentina.

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