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Si, parliamo di Donbass, Crimea, Nato e Armata Russa (non Rossa)

Si, parliamo di Donbass, Crimea, Nato e Armata Russa (non Rossa)

22 Febbraio 2022 0 Di Corrado Corradi
Se l’Ucraina va a riprendersi il Donbass, le «false flag» create dal mainstream e l’agitazione confusa di Biden possono scatenare un conflitto molto pericoloso.

Si, parliamo di Nato, Armata Russa (non Rossa), Crimea, Donbass

In questa rubrica ci eravamo già detti che non si può non parlare di Nato, Russia, Crimea e Donbass; ebbene, forse adesso é ora di preoccuparsi sia perché le principali forze, la Nato e la Russia, sono super-potenze nucleari, sia perché la situazione é così inquinata da fattori che rischiano veramente di collidere come colliderebbero gli atomi in una reazione a catena. Vediamo perché.
Lo schieramento Nato é composto da un’alleanza tutt’altro che compatta, ormai vetusta e che ha perso il suo «core-business», ossia fronteggiare un’armata possente dai piedi d’argilla: l’Armata Rossa, la quale ormai rossa non é più… di sicuro non é più quella della Seconda Guerra Mondiale e neppure quella degli anni 50-80, schierata nei paesi cuscinetto d’oltre cortina e che ha combatturo in Afghanistan.
Lo schieramento russo che la Nato si trova a fronteggiare non é più quello di ondate di «compagni soldati patroti» vestiti con un pastrano, armati di AK47 e appoggiati da carri T-72 o T-80 che avanzavano spinti dagli «zampolit» i quali, pistola in pugno convincevano i meno convinti.
Le moderne Forze armate russe sono composte da soldati sperimentati, ben equipaggiati e altrettanto bene armati, le loro procedure di impiego sono state aggiornate secondo le esperienze maturate nei più importanti teatri operativi dal 2000 in poi, e sono comandate da generali che più russi non si può e che si son fatti le ossa nei più complicati teatri operativi.
Proprio il contrario dei generali Nato i cui comandanti appartengono a nazionalità diverse spesso in concorrenza tra loro.
Poco si sa dell’Armata rossa (che, ribadisco, rossa non è più) ma, se tanto mi da tanto, a dare un’idea di che cosa possa essere lo strumento militare russo rimando a quelle forze che non appartengono all’esercito ma a compagnie private: basti pensare al dispositivo «security» della Gazprom o alla Compagnia di contractors denominata Wagner, al cospetto delle quali il famoso mercenario Bob Denard e i suoi uomini sembrano scolaretti.
Quanto ai protagonisti che si fronteggiano, Putin e Biden, ebbene, é evidente che Putin sa esattamente quel che fa mentre Biden da l’impressione di no, e questo si riflette sui dispositivi militari: l’esercito russo continua a fare le sue esercitazioni palesando tranquillità, mentre la Nato sembra in preda a crisi isteriche da servetta che urla «attenzione che ti sputo» tutte le volte che le truppe russe in addestramento si avvicinano al confine. E questo non fa bene né alle truppe ma meno ancora alla credibilità.

Tra le false flags del mainstream e l’agitazione confusa di Biden

E adesso veniamo alla penna, quella che uccide più della spada.
Secondo il mainstream (quello si, saldamente nelle mani dello schieramento «occidentale»), il Donbass si starebbe preparando a invadere la Crimea.
A questo punto mi chiedo: ma é mai possibile che i media possano permettersi delle sóle pacchiane come questa? Pensano veramente che i lettori o i frequentatori dei tiggì o dei talk-show possano credere che una regione che reclama l’indipendenza dalla nazione alla quale é annessa, possa progettarne l’invasione?
Ed é mai possibile che le milizie del Donbass siano così cretinamente crudeli da bombardare un asilo?
Quel che potrebbe avvenire caso mai è che la Crimea, spinta anche da strumentali articoli di giornali e tiggì (nonché da panzane come quella che vide il Generale Colin Powell produrre in sede Onu due fialette che “provavano” la presenza di armi chimiche negli arsenali di Saddam), entri nel Donbass ricorrendo all’immarcescibile «non potevamo rimanere sordi al grido di dolore che si levava verso di noi» (inventato dai Savoia ma il cui brevetto é stato scippato dagli Yankee)…
E siccome Putin non é uomo da lasciarsi fare e, Siria docet, é ancor meno propenso ad abbandonare i suoi alleati, ecco che potrebbe scoppiare un confronto pericoloso, pericolosissimo, soprattutto per noi europei.
A mio avviso, le «false flag» che il mainstream é in grado di creare, unite all’agitazione confusa di un capo di stato in crisi di consensi come Biden, possono scatenare il peggio.

E Putin, ora, non sta bluffando

Sia chiaro, Putin è un ottimo giocatore, sa come e quando bluffare e non bluffare e adesso non sta bluffando.
Ha chiaramente lasciato intendere che se l’Ucraina varca le frontiere per riprendersi il secessionista Donbass l’Armata Russa entrerà in Donbass per difenderlo e giocoforza esonderà in Ucraina.
Sono tre i fattori che permettono a Putin di non bluffare:
  • l’inconsistenza di Biden;
  • l’inadeguatezza militare della NATO;
  • l’assenza della UE.
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