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Speranza senza fine: il déjà-vu quarantena per chi rientra da Uk

Speranza senza fine: il déjà-vu quarantena per chi rientra da Uk

18 Giugno 2021 0 Di Claudia Svampa

Martirio, incubo, e déjà-vu: le ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza si muovono sempre sul terreno scosceso del last-minute e della massimizzazione del disagio: da lunedì 21 giugno, congiuntamente al solstizio d’estate, torna anche la quarantena di cinque giorni per tutti coloro che rientrano in Italia dal Regno Unito a causa del rischio variante indiana.

Lunedì e non prima perché, il rischio variante indiana gode della la moratoria al turismo sportivo, che ha in calendario per Euro 2021 domenica prossima all’Olimpico di Roma, la partita Italia-Inghilterra, con tifoseria in arrivo dal Regno Unito.

Certo, facendo le pulci alla quarantena di Speranza, cinque giorni sarebbero tecnicamente un po’ scarsini in termini di prevenzione, rispetto a quanto adottato da altri paesi limitrofi – i francesi ne richiedono almeno sette, i britannici dieci – e rispetto a quanto ci  é stato propinato da fiumi di scienziati in quindici mesi di pandemia.

Esperti che ci hanno sempre allertati sulla possibilità  che i sintomi della Covid19 possano palesarsi anche oltre il quinto giorno dal contagio. Ma tant’è. Così piacque e così continua a piacere al ministro Speranza, e così deve aver suggerito il magnifico collegio di tecnici e scienziati del Cts ,che tanto brillantemente ha condotto l’Italia verso il podio europeo, sia per numero di contagi che di vittime della pandemia.

Certo, potremmo avere anche una discreta memoria e ricordarci che, nell’imminenza delle trascorse festività natalizie, il ministro Speranza e i magnifici del Cts, operarono una scelta ben più repentina e radicale: chiusero i confini del nostro paese, per chi proveniva dal Regno Unito, nell’arco di una manciata di ore, lasciando letteralmente a terra negli aeroporti migliaia di persone a causa di un’altrettanta maggiore contagiosità della variante inglese, poi rivelatasi di ordinaria amministrazione.

Certo, oggi invece potremmo chiederci perché,  per oltre un mese, le frontiere italiane sono rimaste aperte al Regno Unito senza alcuna restrizione oltre il tampone negativo, nonostante, dopo la sbornia vaccinale che aveva decapitato contagi e decessi, si fosse registrata nel nord ovest dell’Inghilterra una ripresa esponenziale delle infezioni grazie alla variante indiana, (ribattezzata variante delta dal politically correct) che é sembrata essere del 60% più contagiosa della consorella variante inglese (ribattezzate variante alfa dal politically correct).

Certo, riflettiamo, tutta questa impennata di contagi che in questi ultimi giorni ha sfiorato i diecimila casi quotidiani, dovrebbe anche poter tener conto delle riaperture quasi totali in un paese, il Regno Unito, in lockdown stretto per tre mesi. Dovrebbe tenere conto della nota idiosincrasia dei britannici verso il distanziamento e le mascherine, anche nella fase acuta dell’epidemia, figuriamoci oggi, e delle congiunte riaperture di scuole, pub, bar, ristoranti, negozi e di ogni altro genere di servizi. Dovrebbe.

Certo, cogliamo anche con ottimismo il  robusto sentore, da parte delle autorità sanitarie britanniche, che anche questa piccola terza ondina pandemica, che ha investito il nord ovest dell’Inghilterra, stia già anticipandoci i primi segni di cedimento nei contagi, grazie al massiccio contributo vaccinale incrementato in queste settimane nelle aree più  colpite. Ma il ministro Speranza, grazie al tempismo che lo ha sempre contraddistinto, sceglie solo oggi  la chiusura della stalla a buoi, anzi a cows, ormai usciti da un mese.

Certo i millequattrocento chilometri che separano Londra da Roma, potrebbero essere i principali responsabili, nell’era digitale, di questa tempistica sempre molto più assonnata che assennata, e che ancora una volta, grazie al ricollocamento in quarantena degli ingressi dal Regno Unito, farà saltare i piani di molti viaggiatori, e le aspettative di molti operatori del settore turistico.

L’ennesimo cambio di programma e sperpero di denaro  per italiani,  britannici e turisti,  provenienti dai voli incriminati e rei di aver tentato di riprogrammare, per l’ennesima volta,  borsa da mare, costumino e  infradito, sognando una spiaggia e due bracciate in mare. O desiderando solo un ritorno a casa dopo mesi di costrizioni e disagi. Magari per le ferie estive, dopo che Speranza e il governo Conte si erano fagocitate quelle natalizie.

Certo, un dato chiaro e inconfutabile lo traiamo: le ordinanze di Speranza si interfacciano puntualmente con le vacanze degli italiani, estive o invernali che siano, e sotto l’agida della variante di turno, inseriscono la variabile del salto di turno.

Lunedì 21 giungo quindi, a valige riposte, non resta che fare appello alla celebrazione della giornata mondiale dello yoga, istituita nel 2014 per volere Onu. In un contesto inimmaginabile, tra pazienza e  Speranza infinite anche lo yoga potrà rivelarsi di una qualche utilità.

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