Sport e discriminazione di genere: un progetto europeo con due partner toscani
23 Novembre 2024WomenUp è l’acronimo di un progetto europeo che ha messo in luce come gli stereotipi di genere continuino ad influenzare anche il mondo dello sport. In due anni di attività i partner hanno cercato, con studi, ricerche, approfondimenti, di promuovere un cambiamento culturale, oggi necessario e doveroso, per garantire a tutti gli atleti la possibilità di esprimere il proprio talento senza vincoli di genere.
Un progetto europeo per approfondire la tematica sport e differenze di genere
Con il congresso scientifico finale si è concluso il progetto europeo Women in sport: gender relations and future perspectives, finanziato dai fondi Erasmus + Sport – WomenUP.
Il 7 e 8 novembre 2024, l’Università Cattolica UCAM (Murcia – Spagna) ha organizzato (in qualità di capofila del progetto) e ospitato il congresso scientifico dal titolo: “WomenUP Mujeres en el Deporte”
L’evento è stato un’opportunità per richiamare l’attenzione sull’argomento delle disuguaglianze di genere nel settore sportivo, tema caro agli otto partner coinvolti nel progetto.
Nei due giorni di congresso sono intervenute cariche istituzionali dell’università, esponenti di enti e associazioni attive sul territorio spagnolo e sensibili al tema, i partner del progetto, atlete e paralimpiche che con la loro partecipazione e le diverse testimonianze hanno contribuito a stimolare un dibattito sull’argomento.
WomenUP, un percorso condiviso tra otto partner di sette paesi
Il progetto europeo Women in sport: gender relations and future perspectives – WomenUP ha visto la partecipazione di otto partner provenienti da sette paesi: Italia, Spagna, Grecia, Portogallo, Irlanda, Norvegia e Turchia.
Il partenariato è composto da quattro università (UCAM (Spagna) – University of Thessaly (Grecia) – Pamukkale University Campus (Turchia) – Polytechnic Institute of Viseu (Portogallo), una associazione sportiva (UISP – Comitato di Pisa – Italia), un’associazione che da anni studia il tema della parità di genere nella società (Associazione Istituto CO.RI. – Comunicazione & Ricerche – Italia) e due organizzazioni che si occupano di orientamento giovanile (Champions Factory – Iralnda) e (Collin – Collective Innovation (Norvegia)).
L’obiettivo principale del progetto è quello di promuovere, negli allenatori e nelle allenatrici, insegnanti di scienze motorie, atleti e atlete, tecnici e direttori sportivi la parità di pratica e l’inclusione nello sport, al fine di destrutturare gli stereotipi di genere fortemente presenti anche in questo settore nei sette paesi partecipanti.
Sport e differenza di genere
In questi due intensi anni di lavoro è emerso che in tutti i paesi partecipanti lo sport non è uno spazio neutro rispetto al genere.
Al contrario, il settore sportivo è costruito sulla separazione dei ruoli e sui principi ben distinti di femminilità e mascolinità. Le radici di questa divisione si possono trovare: nei pregiudizi culturali e negli stereotipi di genere che hanno ad esempio limitato l’accesso e la partecipazione femminile agli sport professionistici; alla visione deterministica di attitudini e capacità a seconda del genere di appartenenza.
Ancora oggi, nonostante i notevoli progressi, le atlete devono lottare non solo contro le avversarie sul campo, ma anche contro un sistema che spesso le sminuisce e le rilega in ruoli secondari.
Donne e sport: la lunga strada per superare le differenze di genere
La destrutturazione degli stereotipi di genere nello sport è una sfida complessa che richiede un impegno collettivo da parte delle istituzioni, dei media, degli atleti e delle atlete e di tutta la società.
Tra gli intellectual output prodotti nel progetto, oltre a ricerche e manuali, si evidenzia un corso di formazione gratuito destinato allo staff tecnico sportivo: allenatori, preparatori atletici, dirigenti, insegnanti di scienze motorie ecc dove si possono acquisire nozioni su argomenti quali: La gestione delle emozioni; I cambiamenti morfologici in base all’età e al sesso; Come gestire una comunicazione che sia inclusiva per entrambi i generi; Le barriere che le atlete devono superare e gli stereotipi di genere presenti nello sport.
Per partecipare al corso basta collegarsi a questo link
Altro strumento utile, realizzato all’interno del progetto WomenUP, è il Decalogo delle Buone Pratiche.
Il Decalogo, elaborato dall’Istituto CO.RI. – Comunicazione & Ricerche (Italia) ha evidenziano in dieci punti i passi da compiere per produrre una cultura sportiva più virtuosa.
In sintesi, alcuni punti trattati dal Decalogo del progetto WomenUP per contrastare le disuguaglianze di genere nello sport:
- Utilizzare una comunicazione che sia il più possibile neutra, che si adatti ad entrambi i generi, che non perda di vista i talenti, ma che al contempo non escluda nessuno/a
- Aumentare la copertura mediatica dello sport femminile e superare la presentazione degli sport come se esistessero discipline “maschili” (calcio, rugby, boxe) e “femminili” (ginnastica e pattinaggio artistico). “Non lo guardo. Non lo capisco. Non mi interessa”. Questo sembrerebbe essere l’atteggiamento verso lo sport femminile dello spettatore medio. Ma se aumentasse l’esposizione mediatica dello sport femminile questa influenzerebbe un atteggiamento positivo, che porterebbe ad un aumento di pubblico e quindi anche ad una riduzione delle discriminazioni di genere
- Incoraggiare la partecipazione delle donne a ricoprire ruoli di leadership e/o apicali all’interno della governance del settore sportivo
- Fare rete tra scuole, università, enti e associazioni sportive (come è stato fatto per la gestione del progetto WomenUP) può aiutare a combattere in modo sistemico i pregiudizi e le discriminazioni di genere.
Il progetto europeo WomenUP ha portato i partner a scambiarsi metodologie e buone pratiche per il contrasto e la prevenzione delle differenze di genere nello sport, che saranno divulgate nei rispettivi territori per costruire culture e pratiche virtuose fondate sul rispetto, la parità, l’uguaglianza e l’inclusione.