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Sussurri e Grida tra i Cinquestelle. Il limite del doppio mandato divide Nuova e Vecchia Guardia

Sussurri e Grida tra i Cinquestelle. Il limite del doppio mandato divide Nuova e Vecchia Guardia

19 Febbraio 2022 0 Di Marino Marquardt

Sussurri e Grida tra i Cinquestelle all’ombra del braccio di ferro sulla deroga al limite del doppio mandato. Non è mistero per alcuno, è su questo tema che si sviluppa lo scontro tra la Vecchia Guardia guidata da Luigi Di Maio e la Nuova Gestione del M5s, capitanata da Giuseppe Conte.

Si tratta di un tema risalente alle origini del Movimento e ora divenuto scottante in seguito alla posizione di Di Maio, il Ministro degli Esteri sempre più democristianizzato con sfumature berlusconiane e sempre meno grillino nel look e nel linguaggio.

Ossequioso verso il Potere, mai una parola fuori posto.

Napoletano e Uomo di Corte – al pari dei politicanti che amano coniugare religione e politica – Di Maio tra l’altro non manca nei Giorni Comandati di rendere pubblicamente omaggio a San Gennaro, il Santo Patrono con un posto d’onore al vertice dell’Establishment Napoletano…

Detto ciò, il limite del doppio mandato è diventata materia delicatissima soprattutto in vista delle prossime elezioni politiche.

L’appuntamento con le Urne sancirà infatti il ritorno a casa di buona parte dei 230 eletti sotto il simbolo del Movimento. E ciò non soltanto per il suddetto limite, ma anche perché il Movimento –in seguito alla Leadership affidata a Di Maio e all’accondiscendenza dello Stesso verso le fetenzie di Matteo Salvini, Ministro dell’Interno al tempo del Governo Gialloverde – ha dimezzato i consensi rispetto al 2018. Senza dire – poi – che saranno disponibili 345 seggi in meno rispetto al numero attuale per effetto della riforma sul taglio dei parlamentari.

A conti fatti, dunque, quasi il trenta percento dei parlamentari Cinquestelle – 67 su 230 – sono al secondo mandato per cui non sarebbero ricandidabili.

Alla Camera su 157 eletti, quasi un terzo – cioè 49 – rischia di dare l’addio alla Poltrona.

Al Senato, invece, la percentuale è più ridotta: su 73 eletti in 18 sono al secondo mandato.

Si tratta, ovviamente, dei Personaggi più noti del Movimento tra cui il presidente della Camera, Roberto Fico, il ministro Federico D’Incà, il sottosegretario all’Intern Carlo Sibilia, il Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera Giuseppe Brescia, l’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede, l’ex Ministra della Sanità nel Governo Gialloverde Giulia Grillo, l’ex titolare delle Infrastrutture nello stesso Esecutivo Danilo Toninelli, ma pure l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio Riccardo Fraccaro e Vito Crimi, Capo Politico ad interim dopo le dimissioni di Di Maio.
Non mancano poi posizioni ibride. Come quella di Stefano Buffagni il quale è alla prima Legislatura a Roma ma che in precedenza era stato eletto in Consiglio Regionale. Anni che sulla carta prefigurano un secondo mandato, visto che quello in Regione non viene considerato all’interno del “Mandato Zero”, una novità introdotta dal M5s nel 2020. Un correttivo che consente di non considerare una prima elezione nei Consigli Comunali nel computo totale dei due mandati.

Nel marzo scorso era stato Beppe Grillo a blindare quella che è una delle norme-bandiera dei Cinquestelle.

“Il limite dei due mandati deve rimanere, l’ho detto a Conte. Io resterò sempre nel M5s se resta questo pilastro dei due mandati”, aveva ammonito il Garante, scatenando non pochi malumori tra i parlamentari.

Nei mesi successivi, quando Conte assunse la guida del Movimento, si era ipotizzato di inserire una sorta di “deroga per i “Meritevoli”. Un premio per il lavoro svolto – la deroga – che si coniugherebbe anche con la necessità del Movimento di non rottamare decennali esperienze parlamentari.

Ma chi dovrebbe decidere chi sono i “Meritevoli”? Il Capo Politico forse? E su quali criteri?

Un compromesso, insomma, che rischia di alimentare ulteriori malumori.

Tensioni che adesso si allungano sullo sfondo dello scontro tra la Vecchia Guardia e la Nuova Guida Politica. Inutile dire che la via d’uscita più agevole potrebbe essere quella classica: far decidere agli iscritti. Con buona pace di Di Maio…

Ps. “Sopra le Righe”, è uno spazio in progress che a seconda degli avvenimenti di giornata aggiornerà il commento arricchendolo. “Sopra le Righe” è uno spazio che offre a chi scrive il privilegio di potersi esprimere in prima persona su fatti non necessariamente legati alla quotidianità. Uno spazio eretico in cui le opinioni del sottoscritto talvolta non appariranno coerenti con la linea editoriale. Voltaire docet…
Nota per gli Ortodossi della Lingua Italiana. Nella stagione in cui si tende ad inibire e a limitare l’uso delle Maiuscole, vado controcorrente. E chiarisco: le Maiuscole presenti nel testo non contemplate dal corrente galateo linguistico sono volute, esse rappresentano una licenza grafica dell’Autore e intendono conferire la giusta importanza al ruolo della parola gratificata dalla maiuscola. La maiuscola – insomma – funge da sottolineatura. Chiedo venia a Quelli della Crusca,,,
19/02/2022 h.09.00

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